Pappe e poppate: Come, dove e quando nutrire il pargolo

pappa.jpgLa mia convinzione che tanto più il bambino è piccolo e meglio si viaggia ha il suo fondamento soprattutto per quanto riguarda l’argomento cibo. Se dare da mangiare a un bambino è uno dei momenti fondamentali della giornata, in viaggio le cose potrebbero complicarsi. Per questo motivo, se il bambino ha pochi mesi e voi lo allattate al seno, non c’e condizione migliore per viaggiare serenamente. Se invece è già svezzato, non disperate, c’è sempre una soluzione.

Allattamento
Se allattate al seno, viaggiare con il vostro bambino fino a sei mesi non sarà un problema, anzi sarà tutto molto semplice: il latte di mamma è sempre pronto, caldo e a disposizione, non necessita di accessori (biberon, scaldabiberon, sterilizzatore, acqua, latte in polvere…), di preparazioni e di luoghi particolari per essere somministrato.
I miei figli hanno succhiato dal mio seno nei contesti più improbabili: fra i resti di antiche vestigia, nei sotterranei delle catacombe, davanti a una tela in una galleria d’arte, dentro un autobus, nell’androne di un castello, in riva al mare, insomma in qualsiasi posto mi trovassi al momento della poppata.

Se avete pudore oppure il bambino esige un po’ di quiete, troverete sicuramente un luogo appartato dove potrete allattarlo con discrezione e tranquillità. A volte basta uno scialle per coprire voi e lui, oppure vostro marito che fa da "palo".
Ovunque fossi, tutti mi hanno sempre guardato con un sorriso: probabilmente sono stata fortunata perché non mi è mai capitato di venire scacciata da un bar o da un altro luogo pubblico o di essere biasimata con sguardi o parole, come invece, purtroppo, è capitato ad alcune mamme, protagoniste di episodi di "intolleranza" raccontati dai giornali.

Nei Paesi in cui i bambini e le famiglie sono veramente messi al primo posto (soprattutto in Nord Europa), presso musei, centri commerciali o altri luoghi pubblici in genere destinati a ospitare un gran numero di visitatori, troverete dei luoghi espressamente dedicati alle famiglie, con divani per allattare, forni microonde per scaldare latte e pappe e gli immancabili fasciatoi, che in Italia sono purtroppo ancora appannaggio di rivenditori di catene straniere o di qualche lungimirante imprenditore che ha a cuore famiglie e clienti (quindi soprattutto negozi che vendono articoli per bambini!).
Voi mamme che allattate, ricordate di bere molto come sempre e di concedervi il giusto riposo.

Se non allattate al seno, il momento della poppata necessita di un minimo di organizzazione, ma per fortuna in commercio esistono mille soluzioni che possono venire in aiuto: dagli scaldabiberon elettrici (anche per auto) ai thermos a lunga tenuta, in cui conservare l’acqua calda in cui diluire il latte in polvere. Se contate di stare fuori per molte ore, portate con voi più di un biberon, dato che non avrete modo di lavare quello già usato e quindi riutilizzarlo.
Ad ogni modo, dato che al mondo le persone gentili e disponibili sono più di quelle maleducate e poco comprensive, nessun proprietario di bar o ristorante si rifiuterà di scaldarvi il biberon, anche senza consumazione.
Uno dei vantaggi del viaggiare con i bambini, infatti, è quello di incontrare più gente di quanto ci si aspetti pronta a darvi una mano: basterà il sorriso (o il pianto inconsolabile) di vostro figlio per muovere a pietà anche il cuore più duro.

Per quanto riguarda il latte artificiale, è bene chiedere un parere al pediatra: non sempre è indicato, infatti, cambiare tipo di latte (per problemi di allergie, rigurgito, ecc. ) e quindi potrebbe essere necessario portarsene una scorta più che sufficiente per l’intera durata del viaggio.

Pappe
Anche in questo campo, le mamme dell’era moderna sono fortunatissime, grazie alla grande e varia disponibilità di alimenti pronti presenti sul mercato: farine istantanee, liofilizzati di verdura e carne, omogeneizzati di carne, pesce, frutta e verdura, pappe pronte che si preparano in pochi minuti o con l’aggiunta di sola acqua calda. E, particolare da non trascurare, quasi tutti questi alimenti non hanno bisogno del frigo per mantenersi inalterati (se non dopo essere stati aperti).

In genere la regola è che se il bambino mangia a casa mangia anche fuori casa, se non mangia in casa non aspettatevi il miracolo e che quindi in viaggio si trasformi in un divoratore di ogni sorta e quantità di cibo, anche se a mia figlia, notoriamente di scarsissimo appetito, è capitato (raramente d’accordo, ma è capitato) di mangiare più volentieri in un parco rincorrendo piccioni piuttosto che nel suo seggiolone nella cucina di casa.

Come organizzarsi per il momento della pappa e la sua preparazione? Fermo restando che gli orari della pappa sono i meno flessibili per quanto riguarda i ritmi dei bambini, organizzate le giornate in funzione dei pasti di vostro figlio.
Inutile quindi prenotare la visita guidata a Buckingham Palace se coincide con l’ora del pranzo del bimbo!
All’ora dei pasti, fate in modo di trovarvi in un luogo in cui sia possibile preparare la pappa e dargliela. Per esempio potreste scegliere un bar, una trattoria, un ristorante o un fast food dove mangiare anche voi (non importa se è solo mezzogiorno, voi per fortuna siete più flessibili sugli orari dei pasti!); in questo modo avrete per certo un comodo posto a sedere ed un tavolo a disposizione (e se siete fortunati anche un seggiolone), piatti, cucchiai, tovaglioli e quant’altro vi può servire, e la possibilità di far scaldare gli alimenti.
Se questo non fosse possibile (perché avete in programma di trascorrere l’intera giornata all’aperto, magari per un’escursione in montagna) allora dovete agire d’anticipo, preparando tutto l’occorrente al mattino prima di uscire e portare tutto ma proprio tutto (vedi lista alla fine) perché potreste non trovare ciò che vi occorre.

Un’altra alternativa, che non vi nascondo nel caso di nostra figlia si è rivelata la più azzeccata, è quella di preparare i pasti in albergo o nella struttura ricettiva in cui alloggiate: basta un fornelletto elettrico, un pentolino, un piattino e il cibo. Anche se molti alberghi non permettono di cucinare in camera, nessuno oserà redarguirvi se preparate una minestrina alla sera per il vostro bambino.

Cibo
La preoccupazione di molti genitori, soprattutto se hanno intenzione di recarsi all’estero, è quella di non trovare il cibo adatto per i bambini. Una preoccupazione in alcuni casi fondata, ma è bene ricordare che all’estero (salvo in quei Paesi in cui purtroppo la fame è endemica) i bambini mangiano tutti i giorni come da noi. Se andate in Paesi europei e quelli del Nord America non avrete nessun problema a trovare alimenti per bambini: a volte addirittura delle stesse marche, altre volte con delle piccoli varianti locali.

Se il viaggio è di breve durata si può tranquillamente portare il cibo necessario per l’intero periodo (avendo cura di mantenerlo alla giusta temperatura), verificando però in anticipo che non ci siano particolari restrizioni nel Paese di arrivo: a me hanno sequestrato un innocuo liofilizzato di manzo alla dogana americana, per via dell’epidemia della mucca pazza, e l’incaricato non sì è minimamente scomposto davanti alle mie rimostranze sul fatto che mia figlia fosse allergica a molti alimenti e che alle due di notte ora locale (ora della pappa in Italia) non avrei trovato altro da darle da mangiare.

Quindi, l’importante è valutare se nel Paese in cui avete scelto di viaggiare sia reperibile il cibo di cui vostro figlio ha bisogno: inutile dire che alcune precauzioni igieniche, tanto importanti per l’adulto, nel caso di vostro figlio saranno ancora più fondamentali.
Da non dimenticare infine i gusti del bambino: se è abituato a mangiare omogeneizzati di frutta alla fragola, probabilmente non vorrà saperne di quelli al mango! A mia figlia, negli Stati Uniti, non c’è stato verso di far mangiare un tipo di omogeneizzato (molto diffuso) sotto forma di wurstel: avete capito bene, dentro il barattolino invece della solita pappetta di carne, c’erano tre salsiccette di carne (di pollo, manzo, maiale o altro) conservate in acqua. Evidentemente ai bambini statunitensi l’hot dog piace già in tenera età!

I gusti
Il problema pappe diventa meno influente quando il bambino arriva a due anni: con il mio secondo figlio, con molta fortuna, non lo era già più ad un anno! A quest’età in genere i bambini mangiano le stesse cose degli adulti e nella stessa forma e consistenza. Soprattutto se viaggiate all’estero, tenete conto però dei gusti del bambino: sapori troppo diversi potrebbero risultare non graditi e la pasta non è poi sempre così internazionale. Anche in questo caso ci sono le eccezioni, perché ci sono bambini che amano sperimentare nuovi gusti e quindi l’approccio alla cucina straniera può rivelarsi per loro molto piacevole: ricordo ancora con quanto orrore e stupore ho visto mio figlio di 10 mesi mangiare con gusto l’aringa affumicata in Olanda!
Se non avete un figlio onnivoro come il mio, a volte si può ricorrere ad un ristorante italiano (lo so, per molti, me compresa, ha qualcosa di blasfemo mangiare cucina italiana all’estero, ma ogni compromesso è lecito quando si tratta di vostro figlio) per riequilibrare un po’ l’alimentazione, e allo stesso tempo non essere troppo ferrei: se per un giorno non mangia le sue porzioni di verdura, può "recuperare" con la frutta. In fondo si tratta di un breve periodo, e sono certa che al rientro a casa ogni genitore sappia ristabilire il giusto menù per il suo bambino.

Flessibilità
Anche in questo caso è la parola d’ordine per la buona riuscita del viaggio. E se non la si può pretendere da parte di vostro figlio, in quanto a orari e gusti, voi potete però escogitare qualche piccolo stratagemma. Personalmente, ho prolungato (d’accordo con la pediatra) l’uso dei liofilizzati di dieci giorni, perché si rivelavano estremamente comodi durante il nostro soggiorno a Londra, ritardando il passaggio ai cosiddetti alimenti freschi al rientro dal viaggio: mia figlia non ha subito nessuna conseguenza apprezzabile, non mangiava a casa e ha continuato a non mangiare a Londra! So di mamme che hanno prolungato l’allattamento al seno di un paio di settimane oltre i sei mesi in genere raccomandati, perché si rivelava più comodo per un viaggio all’estero; ho sentito di salutisti integerrimi che avevano cresciuto il loro figlio a prodotti biologici e di provenienza dell’orto di famiglia, che sono ricorsi ai barattolini di omogeneizzati per due settimane di seguito. Anche in questi casi i bambini stanno benissimo.
Parlatene con il pediatra, è la persona che saprà darvi i consigli e le raccomandazioni migliori per voi e vostro figlio.

Cosa portare

Allattamento al seno
– Un biberon per l’acqua (se vostro figlio si disseta con questa oltre che con il latte)

Allattamento artificiale
– Almeno tre biberon per il latte (con relative tettarelle)
– Un biberon per l’acqua
– Il necessario per sterilizzare il biberon

Pappe
– Cibi pronti (a scelta, in base alla destinazione del viaggio e all’età del bambino)
– Thermos
– Fornelletto elettrico o thermos elettrico
– Contenitori per cibo (meglio se utilizzabili nel microonde, per scaldare le pappe già pronte)
– Borsa termica e ghiaccio sintetico (se si viaggia d’estate e/o in luoghi caldi, per conservare i cibi alla giusta temperatura durante l’arco della giornata)
– Piatti, posate, bicchiere e biberon
– Pentolino per scaldare l’acqua o cucinare le pappe
– Bavaglini usa e getta (in vendita nei negozi di articoli per bambini o nei grandi supermercati, sono di carta-stoffa, si allacciano con adesivi, sono utilizzabili più volte e si buttano quando sono sporchi)
– Snack salati e caramelle preferiti dal bambino (senza esagerare, ma a volte salvano la situazione in caso di fame improvvisa, capricci o cinetosi)

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