La meta – prima parte

Dove si va, col bimbo dove si va…?

Viaggiare con i bambini

Oltre al bagaglio (di cui parlerò presto), la meta è un altro aspetto che mette veramente in crisi i neogenitori che vorrebbero continuare a viaggiare con un figlio.

Quale destinazione è, infatti, più adatta al bambino e alle sue esigenze?

Tralascio in questo frangente di parlare dell’aspetto economico, dei mezzi per raggiungere la meta prescelta (anche di questo parlerò in seguito) e naturalmente dei gusti personali che possono determinare la scelta di un luogo piuttosto di un altro, perché vorrei rimanere ferma sull’aspetto “dove si può andare con un bambino piccolo”.

La mia risposta è: quasi ovunque.

Perché? Perché i bambini nascono e vivono ovunque sulla Terra e quindi vuol dire che ci sono le condizioni adatte per loro in ogni posto. Quasi, perché non tutte le condizioni rispettano i bisogni e i diritti fondamentali dei bambini (e degli adulti).

Ad ogni modo, già il comune buon senso vi limiterà nella scelta: per ragioni di sicurezza (ma queste regole sono valide anche per gli adulti) meglio evitare luoghi dove la situazione socio-politico non garantisce l’incolumità dei viaggiatori; per ragioni di salute, è bene evitare luoghi a rischio di epidemie o malattie endemiche contro le quali non è possibile vaccinare il bambino oppure quei luoghi dove i bambini, specialmente se troppo piccoli, potrebbero non sentirsi esattamente a proprio agio, come le cime dell’Himalaya, l’Antartide o il deserto del Gobi.

Fatta questa premessa, la scelta della meta non può essere dettata solo dalle esigenze dei bambini (che però non possono essere trascurate) ma anche da quelle dei genitori.

Se prima della nascita del bambino eravate abituati a viaggiare con lo zaino in spalla, dormendo negli ostelli e all’estero, probabilmente una vacanza di quindici giorni in una località di mare sull’Adriatico sarà certamente l’ideale per il bambino e risponderà a quello che generalmente vi consiglia la maggior parte della gente, ma non lo sarà per voi: rischiate, infatti, l’esaurimento dopo soli tre giorni e il nervosismo e la frustrazione potrebbero trasformare la vacanza in un incubo molto peggiore che se aveste deciso di portare vostro figlio in Spagna per una settimana.

Qual è la meta giusta?

mappamondo su mani
Foto di stokpic da Pixabay

La meta giusta è quella che vorreste raggiungere. Non ce n’è un’altra: se volete andare in Messico per quindici giorni, sedetevi a tavolino e valutate se è un viaggio fattibile con il bambino. Se sì, non dovrete far altro che raccogliere quante più informazioni possibili prima di partire e organizzarvi di conseguenza; se no, accantonate questa destinazione per riprenderla in considerazione fra qualche anno, quando il bambino sarà cresciuto.

La seconda scelta non deve però essere un ripiego, altrimenti sarete frustrati già prima di partire, ma un luogo che desiderate comunque visitare e che sia più accessibile con un bambino. Questo perché un imprevisto si affronta e sopporta meglio se poi si viene ripagati da emozioni positive.

Se il bambino vi vomita in auto mentre percorrete la strada che vi porta a Chichen Itzà, il famoso sito archeologico messicano che sognate da anni di visitare, non vi scombussolerà oltremisura, anzi, vi scorderete dello spiacevole episodio non appena vi troverete le meravigliose rovine Maya davanti agli occhi. Ecco quindi l’importanza di raggiungere un giusto compromesso, che non è un ripiego, ma una scelta ponderata che prende in considerazione le esigenze di tutti i componenti della famiglia.

Luoghi per i bimbi

bambina vacanza
Foto di Daniela Dimitrova da Pixabay

Il viaggio è una scoperta e un piacere anche per vostro figlio, non dimenticatelo. Non vi preoccupate quindi di far fronte solo alle sue esigenze materiali (cibo, pannolini, nanna, ecc.). A prescindere dalla meta che avete scelto, cercate di inserire durante il viaggio luoghi e momenti tutti per lui. A seconda dell’età del bambino, ecco qualche esempio di “luoghi o situazioni per lui” che non avrete difficoltà a trovare in giro per il mondo: un parco giochi, una spiaggia, un parco dei divertimenti, un museo per bambini, un acquario, uno zoo, un tram o un treno speciale su cui salire, una gita in barca, un giro in bici, la piscina dell’albergo.

Regaleranno magnifici momenti di relax e divertimento a tutta la famiglia e daranno un tocco speciale e allo stesso tempo di “quotidianità” di cui il bambino può sentire l’esigenza lontano da casa, al pari del suo peluche e del suo lettino.

Qualche aiuto nella scelta

Se siete alla prima esperienza e non sapete proprio che pesci prendere, chiedete aiuto. Fatevi un giro su Internet e leggete le esperienze di viaggio di altri neogenitori, chiedete ad amici e conoscenti consigli sui luoghi più adatti e l’attrezzatura più idonea da portare,informatevi il più possibile in anticipo sul paese che state per visitare: condizioni climatiche, tipo di cibo, eventuali malattie, distanze da percorrere.

Non pensate che partire allo sbando faccia di voi dei viaggiatori veri. Con un figlio piccolo farà di voi solo dei genitori irresponsabili.

Noi in genere viaggiamo senza prenotare niente in anticipo se non il volo. Ma infrangiamo questa regola quando l’occasione lo rende necessario.

Quando andammo per la prima volta negli Stati Uniti con nostra figlia di un anno e mezzo, non prenotammo l’auto a noleggio (per un disguido dell’ultimo momento) e fummo costretti a rimanere un’ora in fila al banco di autonoleggio dell’aeroporto di San Francisco, dopo 18 ore di volo e quando erano ormai le undici di notte locali. Per contro, avevamo previdentemente prenotato una stanza d’albergo, il che ci risparmiò la ricerca di un posto dove dormire in piena notte.

Agite con il buon senso e concedetevi qualche “sicurezza” e”comodità” in più, soprattutto le prime volte. Con il tempo, quando sarete più scaltri e vi sentirete più sicuri, potrete anche rendere i vostri viaggi più avventurosi.

Ancora una volta, compromesso è la parola vincente.

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