Aiutare a superare la frustrazione di un NO

Buongiorno.

Mio figlio di tre anni e sette mesi, quando non riesce ad ottenere ciò che vuole piange, urla, e non c’è verso di calmarlo. Le faccio un esempio che si ripete puntualmente ogni volta che siamo a casa dai miei, con altri due miei nipoti, di sette e sei anni.

Loro hanno la psp (il videogioco portatile) e mio figlio no. Mio nipote glielo cede per un po’, poi al momento della restituzione ecco la tragedia di mio figlio… In presenza di tanta altra gente non c’è verso di placare la sua ira. Alla fine mio marito lo porta fuori per una passeggiata. Fa proprio il pazzo… Questa cosa è insopportabile: anche perché poi si innervosisce, inizia a non parlare bene, se ci avviciniamo da degli schiaffi o tira i capelli e poi urla, come se lo stessimo ammazzando di botte.

Inoltre se lo sgrido (e mio figlio, per come è terribile, bisognerebbe sgridarlo ogni secondo, anche se poi ti rendi conto che non ci cavi nulla), parla male. Si inceppa nel parlare e la cosa si trascina per giorni.

Come gestisco la cosa?

Mi aiuti.

Grazie

Gentile Angela,

gli aspetti più propriamente linguistici sono senz’altro dovuti a uno stato di stress emotivo e tensione del bambino che interferiscono sul linguaggio. Dal momento che il deficit linguistico è temporaneo e circoscritto a certe situazioni, non è utile focalizzarsi su un sintomo, che si risolverà spontaneamente con l’età o quando il bambino acquisirà maggiore stabilità emotiva. È dunque su quest’ultimo aspetto che va compiuto un vero e proprio "lavoro" educativo.

La prima considerazione da fare è un’autoanalisi dei propri comportamenti emotivi in situazioni di stress e frustrazione: voi genitori, come singoli, come reagite a eventi particolarmente difficili del vostro quotidiano? Vi fate prendere dall’ansia e perdete il controllo? Siete invece più distaccati riuscendo a mantenervi saldi?

Un altro aspetto relativo al vostro comportamento è la reazione che tenete quando il piccolo attua le reazioni che descrive: solitamente è consigliabile non farsi trascinare emotivamente, è meglio avere reazioni attenuate (mi sembra utile ciò che ha fatto il papà, portando il bimbo a fare una passeggiata per sgravarlo di un peso dovuto all’ambiente in cui era, e alla situazione).

Bambini eccessivamente reattivi hanno bisogno di tranquillità e pochi stimoli in contemporanea. Per aiutare il bambino a sopportare la frustrazione (sana) dei divieti parentali è utile dare solamente divieti indispensabili (per non caricarlo di pesi difficili da portare al momento) accompagnati da tanta pazienza, disponibilità all’ascolto e un’alternativa valida al divieto (del tipo: non puoi fare questo, ma puoi fare quest’altro).

Altro fattore motivante all’obbedienza dei figli è vedere la coerenza del genitore: stabilite poche e chiare regole a priori, fate un patto che tutti rispetterete, in modo che nessuno si trovi a dover fronteggiare improvvise situazioni di difficoltà. Se vi atterrete, il bambino imparerà da voi ad attenersi. Ricompensate i primi buoni risultati ottenuti. E, sempre, date tanto affetto, che è il nutrimento principale di ogni intervento educativo efficace.

Chiara Rizzello

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