Problemi di scrittura in prima elementare

bambini-che-scrivono06I genitori i cui figli iniziano il percorso scolastico spesso non pensano di potersi trovare di fronte a delle difficoltà. Si pensa alla prima elementare come a un passaggio morbido e senza grandi complicazioni, dato che già alla scuola dell’infanzia vengono date le prime basi. L’ingresso alla scuola primaria, invece, porta molti cambiamenti, sia relazionali che di carattere pratico, che spesso provocano disagi al bambino.
Mio figlio Francesco, ad esempio, ha vissuto con difficoltà l’inizio della scuola elementare: rifiutava di seguire i ritmi e le regole scolastiche, ma il problema principale si è riscontrato con la scrittura. Caratteri illeggibili, soprattutto all’introduzione del corsivo, rifiuto di lavorare talvolta accompagnato dal rifiuto di andare a scuola, braccia incrociate e “NO!” secchi alle richieste delle maestre, lui che era sempre stato ubbidiente. Inoltre, Francesco era molto angosciato e scoraggiato: si sentiva diverso dagli altri.


Quando insorgono problematiche legate alla scrittura è importante cercare, insieme alle insegnanti – la cui collaborazione è essenziale – il giusto aiuto, anche se non è facile ammettere che possa esserci un problema.

Noi abbiamo contattato un logopedista. Talvolta è la scuola stessa a fornire l’assistenza di questa figura, altrimenti ci si può rivolgere alla ASL con l’impegnativa del pediatra che ha in cura il bambino o, per avere un parere più rapido, ma a pagamento, a un logopedista che riceve privatamente.

Uno o più incontri con questo specialista possono essere illuminanti per dare un aiuto concreto al bambino che ha difficoltà, che spesso vengono esternate con comportamenti mai tenuti in precedenza, come ad esempio il rifiuto a eseguire compiti che vengono assegnati o il non riconoscere la figura della maestra o, più spesso, non voler andare a scuola o anche l’insorgere di malesseri, come il mal di pancia o mal di testa. I test di valutazione danno una prima indicazione su come muoversi per poter dare una risposta a queste difficoltà, tenendo sempre conto che chi prova questi sentimenti è un bambino che si trova, tutto a un tratto, al centro di troppe pressioni.
Nel nostro caso, si trattava semplicemente di un problema di immaturità e caratteriale, che abbiamo affrontato con l’aiuto della logopedista e di un’insegnante di psicomotricità.

La psicomotricità può fornire un valido aiuto in alcuni casi, perché spesso la postura e i movimenti creano difficoltà ai bimbi. Una corretta postura è importante: scrivere usando come appoggio un tavolonon troppo alto, così come non far penzolare i piedi se il tavolo è a misura di adulti, ma facendoli appoggiare su uno sgabello, ad esempio.
La psicomotricità unisce il gioco allo studio, illustrando allo specialista quali sono le indicazioni da dare ai genitori per far superare le difficoltà al proprio figlio. Inoltre aiuta molto l’equilibrio e la fiducia dei bambini nelle proprie capacità: costruire un castello con le costruzioni e poi disegnarlo assieme al gruppo fa sì che il bambino si senta parte di un gruppo attivo in cui anche lui è capace di fare tutto quello che fanno gli altri.
È consigliato fare anche una visita ortottica e oculistica, per escludere problemi legati alla vista. In molti bimbi, infatti, la difficoltà di copiare dalla lavagna è dovuta a difetti visivi, come la distorsione delle lettere, quindi non sempre una buona vista coincide con l’assenza di problemi oculistici.
La cosa essenziale è ricordare che ci si trova di fronte a un bambino e non un adulto, quindi tutto ciò che si propone deve essere vissuto come gioco e non come imposizione.
Giochi come unire i puntini per formare un disegno da colorare una volta scoperta la forma, cercare di far seguire un percorso a zigzag di difficoltà crescente con matite colorate, i labirinti di varie forme, scrivere sulla terra usando bastoncini e in estate le mani sulla sabbia, l’uso di plastilina e ritaglio di figure di varie misure e forme: sono tutti esercizi che aiutano la manualità e la precisione.
Piccoli premi in palio una tantum per il lavoro eseguito può far apparire l’esercizio meno pesante, riconoscendo comunque sempre l’impegno e la fatica, anche quando i risultati non sono sempre buoni. Evitare il confronto con fratelli e amici, perché il bambino già sente molto il peso della sua difficoltà. Soprattutto è importante incoraggiare il bambino che spesso, sentendosi diverso dagli altri, può perdere la fiducia in se stesso e nelle sue capacità.
Queste difficoltà possono determinare molta ansia e frustrazione; un atteggiamento positivo in casa e a scuola è utile a far superare momenti difficili.
Le difficoltà legate alla scrittura si possono superare serenamente, dando il giusto peso a quello che è un problema, sì, ma risolvibile con l’impegno.
Quando si sospetta un disturbo dell’apprendimento, è importante non minimizzare la cosa, seguire i consigli degli insegnanti e del pediatra e rivolgersi a una figura professionale. Il neuropsichiatra, ad esempio, che molti genitori rifiutano a priori, forse per paura che rivolgersi ad esso significhi ammettere l’esistenza di gravi problematiche, è una figura essenziale per escludere o diagnosticare un DSA (disturbo specifico dell’apprendimento, come la dislessia). Una diagnosi precoce dei DSA è importante per poter affrontare il disturbo nel modo corretto fin da subito, aiutando il bambino con accorgimenti che gli risparmieranno frustrazioni, senso di inadeguatezza e disamore per la scuola, e consentendogli di affrontare il percorso di studi con profitto come chiunque altro.

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