Lettera aperta a una ristoratrice di Capalbio

 
ristorante.jpgCara ristoratrice di Capalbio,

Mena ha poco più di due anni, da qualche mese non porta il pannolino equando grida "pipì", oltre a complimentarci per aver annunciato conenergia e determinazione la sua esigenza, dobbiamo anche muoverci pertrovare un modo per fargliela fare.
E subito.

Eravamo a Capalbio questo agosto, nel tardo pomeriggio, avevamovisitato la meravigliosa chiesetta e imboccato la traversina in discesache da quella chiesa conduce al Suo ristorantino.
La piccola grida: "Mamma, pipì".
"Brava, brava", e nel dire brava brava, trafelata, mi guardo attorno per trovare una soluzione immediata.

Ecco, miraggio, alla mia destra c’è il Suo locale, è aperto, state preparando le tovaglie e le stoviglie per la serata.
Ho preso la bambina in braccio e con un tono dimesso Le ho chiesto: "Gentilmente potrei usufruire del suo bagno?
È PER LA BAMBINA."

Avevo quasi un’immotivata vergogna ad approfittare dei Suoi servizi,per questo ho sentito la necessità di specificare che non era per me,io avrei magari trattenuto, ma era per la mia BAMBINA.

Lei mi ha guardata con un sorriso pieno. È una donna sulla trentina,una madre in potenza -se non di fatto- e mi ha detto, garbatissimamente,
"Se va nella TRAVERSA PARALLELA a questa, c’è un bar".

Ho impiegato qualche secondo per razionalizzare dietro quel tono cortese che risposta DELINQUENTE ci fosse.

Se Lei mi avesse dato della ladra o della disonesta, credo avrei reagito in modo più contenuto.

Non voglio dirLe come è finita con la pipì, però spero che qualcunooltre a Lei mi legga, qualcuno che riconosca il Suo ristorante carino(mi spiace solo di non aver segnato il nome) e che magari, se ha voglia di mangiarequalcosa a Capalbio, piuttosto che fermarsi lì, proceda oltre, e trovidell’altro in una delle infinite TRAVERSE PARALLELE.

Saluti distinti,
Teresa Presutto

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