Lettera d’amore per Vanessa

butterfly_new.jpgGuardo i suoi occhi, ridono… sono felici.
È uno di quei sorrisi che noi tutti abbiamo disimparato a fare.

Vanessa era tetraplegica. Non camminava, non mangiava da sola, non parlava, eppure aveva sempre il sorriso sulle labbra.
Ho avuto problemi al parto (non sto qui a discutere sulla negligenza dei medici, la questione è già stata archiviata) e lei è nata cianotica, credevano tutti fosse morta. Asfissia perinatale.
È stata 40 giorni in neonatologia e alla fine l’abbiamo portata a casa tra la felicità di poterla coccolare 24 ore su 24 e le tante paure per quello che ci aspettava.
Non avevo ben chiaro in testa cosa mi aspettasse, ma non mi importava, avrei affrontato il tutto pian piano, giorno dopo giorno, quando le difficoltà sarebbero affiorate.

Da quel giorno sono entrata a far parte di un mondo nuovo.
Certe cose esistono ma non le vediamo. Forse per timore di qualcosa diverso da noi…
Quel DIVERSO a me è servito per diventare una persona nuova, migliore.
Per tutti sentire la prima parola del proprio piccolo è una gioia immensa. Per me è stato celestiale sentire Vanessa farfugliare la parola mamma. So bene che diceva mamma…
Ho imparato a capire i suoi sguardi, il suo muovere la testa, il suo sgambettare.
Ho imparato a entrare in relazione con lei nei modi che avevamo a disposizione.
E ci sono riuscita. Vivevamo all’unisono.
Lei aveva fiducia in me, sapeva che la comprendevo e sapeva per certo che l’avrei aiutata.
Mi sono documentata in tutti i modi immaginabili: libri, giornali, documentari, Internet…. Avrebbero dovuto darmi la laurea ad honorem.
Ho conosciuto tante altre mamme con bimbi speciali, ho condiviso con loro momenti tristi e momenti di grande gioia. Conoscendo loro e le loro situazioni, più o meno gravi delle mie, mi sono sentita fortunata nella sfortuna.
Ho portato Vane da diversi specialisti, fisioterapisti. Fondamentale è stata la conoscenza di una neurologa meravigliosa. Molti problemi sono diventati meno pesanti da quando siamo entrati in relazione con lei.

Vane ora non c’è più, ma ha vissuto otto anni serenamente. L’ho sempre trattata come se non avesse avuto nessun problema, come una bimba come tante altre.
L’ho rimproverata quando non voleva mangiare, dormire, quando faceva i capricci.
L’ho lodata quando mangiava tutto, quando faceva progressi.
Per me Vanessa non aveva problemi. Il problema lo vede chi non sa usare gli occhi.

Vanessa. Il nome di una specie di farfalla.
La farfalla è un po’ l’icona della libertà, sprizza gioia con i suoi colori. Il nome ideale per lei.
Bellissima. Due occhi grandi e profondi, una bocca come il bocciolo di una rosa, un sorriso grande e radioso. Due guanciotte da mordere, capelli neri e folti che tagliavo sempre perché non stavano mai a posto… per poi passare la mano sulla sua testa rasata; e lei rideva perché sapeva che mi piaceva farlo.
Era altissima e magra. Mi divertivo a prenderla in giro quando non voleva più mangiare dicendo: "Cos’è, vuoi fare la modella??? O la velina? Ti stronco, vè!!!"… e lei giù a ridere…. Mangiare in effetti non le piaceva molto. Adorava il latte con i biscotti, la pasta con il formaggino, il purè, il pollo, la mela, il gelato al fior di latte.
Era vanitosissima. Se qualcuno le faceva un complimento si crogiolava tutta! Quando andavamo a fare shopping era lei che decideva con il sorriso quali vestiti le piacevano. La mattina quando la vestivo per andare a scuola capivo subito se non era di suo gradimento quello che avevo scelto di farle indossare.

Andava a scuola con piacere. I suoi compagni la amavano. Sono stata veramente fortunata a non avere problemi con le scuole. Facevano a gara per chi doveva guidare la sedia a rotelle…. la sua "brum brum" come dicevo sempre. Quante corse spericolate ci siamo fatte con quella brum brum!
Amava l’inverno. Quando arrivava il caldo non ne era molto entusiasta… anche se il mare non le dispiaceva affatto. Si faceva certe dormite in spiaggia!
Amava la musica di ogni tipo in particolar modo la musica rock. Preferiva guardare MTV piuttosto che i cartoni animati. Se passava un video di una canzone che non le piaceva però erano guai! Vedeva con piacere anche "Amici" di Maria de Filippi. La facevo ballare simulando le coreografie di Steve e Garrison. Dovevamo perfezionarci su alcuni punti, ma l’angelo ci veniva benissimo!

Quando andava a letto voleva la radio accesa… Si addormentava ascoltando la musica.
Io poi andavo a coprirla bene, le davo un bacio e spegnevo la radio.
Il mattino quando si svegliava aspettava sempre che mi suonasse la sveglia. Non voleva svegliarmi prima del dovuto.
Io mi alzavo, andavo da lei e, ancora prima che superassi la soglia della sua camera, già era lì che sgambettava e rideva felice di vedermi….
Una bimba dolcissima che adorava le coccole, i baci schioccosi, le parole dolci sussurrate all’orecchio, gli abbracci caldi, i "vola, vola l’ape Maya"…

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