Dell’amore e dei rimpianti

Mio zio l’aveva incontrata per strada e si era preoccupato.
Così mia madre è scesa nell’appartamento del nonno e ha preso quel biglietto attaccato al telefono, quel biglietto con appuntato a chiari, enormi caratteri tremolanti il numero di telefono di Gianna.
L’ultima volta che l’aveva vista era al funerale del nonno, mia madre si era offerta di andarla a prendere per dare l’occasione a questa piccola donna di 85 anni di dare l’ultimo bacio al suo migliore amico, al suo amato, al suo compagno di una vita mai vissuta insieme. 


Ecosì abbiamo scoperto che qualche giorno dopo il funerale del nonno,Gianna ha avuto un infarto. Si trascinava al supermercato per comprareil latte quando le hanno rubato il portafoglio. La rabbia si è unita ladolore, e il suo piccolo cuore non ha retto.
Gianna, "la sua ragazza", come la chiamava lui.
Eppure la tenacia di questa combattente ha vinto, e lei è guarita. Fisicamente.
Certouna luce si è spenta nei suoi occhi e chi la osserva ora vede solo unavecchietta di 85 anni, e forse non sa che fino a qualche tempo primaera una ragazzina troppo impegnata a ridere e scherzare per accorgersiche fosse invecchiata.

Ricordo mio nonno sbuffare rumorosamentenel rincorrere questa donnina tutto pepe, che voleva andare in bici,che voleva andare al concerto dei nomadi, che voleva volare.
Orgogliosadonna d’altri tempi, che non ha mai accettato nessun regalo di miononno, sempre preoccupata di non creare imbarazzi o motivo dichiacchiere nel quartiere.
Eppure avrebbero potuto vivere insieme e felici per almeno una decina d’anni, in fondo erano vedovi entrambi.
Maforse a loro andava bene così, si sono telefonati tutte le sere perdarsi la buonanotte e tutte le mattine per darsi il buongiorno per 15anni, tranne nei periodi che si tenevano il muso perché avevanolitigato.
Si, perché litigavano spesso, come due quindicenni, per uncomplimento di troppo al vicino di panchina o un sorriso troppoinsistente alla vicina di casa.
Ora lei piange come un’amica ma dentro soffre come una vedova.

Perché si amavano, si amavano davvero.

Echiusa nel suo dolore oggi pensa e ripensa ai troppi no che haelargito, alle occasioni che ha buttato, alla vita alla quale harinunciato per paura di "osare".
Al viaggio alla terra natia che luile aveva organizzato per farle conoscere ogni pezzo della sua vita, ealla sua amarezza negli occhi quando gli aveva detto di no, per pauradi uno scandalo.

Credo che stasera chiederò a mia madre il numero di telefono di Gianna.

Perché ho una nonna da andare a trovare, una nonna ad honorem.

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