Probiotici e Prebiotici

1075460_jeans.jpgCon la sempre maggiore diffusione degli alimenti fortificati e degli alimenti funzionali (functional foods) e il fiorire delle pubblicità riguardanti prodotti che favorirebbero la regolarità intestinale tramite il corretto sviluppo della flora batterica coinvolta, uno dei dilemmi dei giorni nostri è diventato questo:
che differenza c’è fra probiotici e prebiotici?
E soprattutto: è davvero necessario assumerli per il nostro benessere?
Come molti sapranno, l’apparato digerente è colonizzato da microrganismi (numerose specie di batteri, funghi, protozoi, identificate finora solo parzialmente) che vivono in simbiosi con il nostro organismo, ricavando nutrimento da sostanze di vario genere reperibili nell’intestino ed esplicando i loro effetti benefici a diversi livelli (metabolico, nutrizionale, immunologico, di difesa).
L’intestino del neonato è sterile. Immediatamente dopo la nascita, inizia la colonizzazione da parte di microrganismi derivanti dalla madre e dall’ambiente circostante, che stabiliranno un equilibrio destinato a cambiare col mutare dell’alimentazione del neonato, al momento dello svezzamento, ma sempre utile a proteggere dagli agenti patogeni, aiutare la digestione, regolarizzare la funzionalità intestinale, fornire nutrienti.

Studi recenti hanno riconosciuto come particolarmente benefiche alcune specie di batteri, in particolare quelle appartenenti al gruppo dei lattobacilli e dei bifidobatteri. Anche gli effetti positivi derivanti da un corretto equilibrio nella flora batterica intestinale sono oggetto di studio e, a quanto pare, sarebbero più vasti di quanto ipotizzato in precedenza (ad esempio stimolazione del sistema immunitario, prevenzione dell’ipercolesterolemia e dell’infiammazione allergica delle vie aeree).

Fatta questa doverosa introduzione, veniamo alle definizioni.

Probiotici (conosciuti anche come “fermenti lattici”)
Sono definiti “probiotici” microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute dell’ospite quando consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento o di un integratore.
I probiotici devono quindi superare, almeno parzialmente, la barriera costituita dai succhi gastrici e dagli enzimi dell’intestino tenue, per poter esplicare il proprio ruolo. Ecco perché alcuni supplementi probiotici risultano più efficaci di altri.

Prebiotici
Prebiotico è una sostanza di origine alimentare non digeribile che, se somministrata in quantità adeguata, porta beneficio al consumatore grazie alla promozione selettiva della crescita e/o dell’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale o assunti contestualmente al prebiotico.
I più conosciuti prebiotici sono: oligofruttosio, inulina, galatto-oligosaccaridi, lattulosio.
Si è scoperto che il latte materno contiene, tra le altre cose, fibre prebiotiche e alcune ditte di alimenti per l’infanzia hanno iniziato ad aggiungerne nei loro prodotti.

Simbiotici
L’alimento/integratore con simbiotico contiene, contemporaneamente, il probiotico e le sostanze prebiotiche che ne consentono la crescita e proliferazione.

Evidenze sull’utilità dell’utilizzo di probiotici (o prebiotici, quando specificato)*:

  • prevenzione e trattamento della diarrea acuta, diarrea da antibiotici, infezioni contratte in ospedale, nei bambini e negli adulti
  • riduzione delle coliche del lattante
  • aiuto nella terapia per l’eradicazione dell’H. pylori
  • riduzione dei sintomi associati alla mal digestione del lattosio
  • riduzione dei sintomi nella sindrome dell’intestino irritabile
  • terapia di mantenimento nelle malattie infiammatorie intestinali
  • trattamento della stipsi (lattulosio e oligofruttosio)
  • trattamento dell’encefalopatia epatica (lattulosio)

Altri potenziali benefici

  • rafforzamento del sistema immunitario
  • riduzione di alcune reazioni allergiche
  • trattamento e prevenzione delle infezioni respiratorie, specialmente nei bambini
  • prevenzione della recidiva del cancro intestinale superficiale
  • diminuzione dell’espressione di marker tumorali in pazienti a rischio di cancro colon-rettale
  • ripristino del corretto equilibrio nella flora intestinale dopo stress, trattamento antibiotico, uso di alcol e chemioterapia
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Quando è utile assumere questi supplementi?
La grande diffusione delle notizie riguardanti i benefici di prebiotici e probiotici ha indubbiamente una forte base pubblicitaria, negli interessi economici di chi li produce. Benché gli studi scientifici stiano effettivamente dimostrando che tali benefici esistono, la scelta del tipo di microrganismo deve essere mirata poiché anche specie strettamente correlate possono avere effetti differenti.
Non dimentichiamo che un organismo sano non ha bisogno di altro che di un’alimentazione equilibrata per mantenere un corretto equilibrio nella propria flora batterica intestinale.
Per quanto riguarda i cibi contenenti probiotici, le evidenze riguardanti la sopravvivenza dei batteri contenuti sono ancora limitate, inoltre non sempre i batteri sono presenti nelle quantità indicate come necessarie per ottenere l’effetto desiderato (come dimostra una ricerca di Altroconsumo effettuata nel 2006 fra le marche più note di “latti fermentati” commercializzate in Italia).
Fibre prebiotiche (oligofruttosio e inulina) si trovano naturalmente in vari cibi come avena, porri, cipolle, aglio, carciofi, asparagi, banane, fagioli, grano, soia, pomodoro, barbabietole. I galatto-oligosaccaridi sono presenti nel latte di mucca. Una eccessiva ingestione di prebiotici può dare origine a disturbi intestinali, flatulenza, diarrea.
Nei casi particolari in cui ci sono evidenze scientifiche circa l’utilità dell’assunzione di supplementi probiotici o prebiotici sarà il medico stesso a consigliare tipo e dosi.
Si tratta, comunque, di un ambito in cui l’automedicazione (nelle dosi consigliate) è meno pericolosa che in altri casi, in quanto questi preparati risultano privi di effetti collaterali.

* Per maggiori informazioni sui tipi di microrganismo che si sono rivelati utili nei singoli casi e per una review completa, vedi qui)

Per altre informazioni
http://www.who.int/foodsafety/fs_man…guidelines.pdf

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