Violenza per 3 donne su 10

ViolenzadonneUna donna in metrò, un occhio tumefatto, malamente mascherato da una dose abbondante di trucco e un paio di occhiali scuri. Nella mente, la ricerca precipitosa di una scusante: ho inciampato, ho sbattuto, sono caduta.
La violenza domestica sulle donne: un pugno che parte all’improvviso, senza una ragione particolare, magari la pasta un po’ scotta. Poi il dolore, la vergogna. Sì, anche quella, perché spesso questi delitti, perché di delitti si deve parlare, restano impuniti perché la vittima si vergogna di andare a denunciare chi in teoria dovrebbe amarla e invece la usa come sacco da pugilato.
Quasi pensando che, sotto sotto, se l’è pure meritato.

A partire dagli anni Settanta, anni di grandi cambiamenti per “l’altra metà del cielo”, il movimento femminista iniziò a mobilitarsi contro la violenza, i maltrattamenti tra le mura domestiche e lo stupro. Le donne, stanche di subire il ruolo del Maschio dominante, padre-padrone, lo mettono in discussione, iniziando dalle forme di violenza, fisiche e sessuali, perpetrate tra le mura domestiche, che restano ancora uno dei fenomeni sociali più nascosti.

In tutto il mondo viene praticata violenza sulle donne, sino agli omicidi, spesso condannati come reati minori, considerati delitti d’onore.
Non dimentichiamo che in alcuni paesi africani esiste la mutilazione sessuale per le donne.

Le donne sono da sempre esposte sui luoghi di lavoro a molestie di carattere sessuale, costrette spesso a prostituirsi o a matrimoni combinati. In paesi come l’India e la Cina vengono indotte all’aborto selettivo, viene loro concesso di partorire solo in caso di gravidanza di figli maschi, individui socialmente accettati! Bambine e ragazze adolescenti sono costrette a subire incesti.

Già dagli anni Settanta, il movimento femminista ha iniziato a costituire le prime Case Famiglia, dove le donne vittime di soprusi potevano trovare rifugio per sé e per i propri figli.
I primi Centri Antiviolenza nascono negli anni Novanta, a opera di donne provenienti da movimenti femministi, tra cui la “Casa per non subire violenza” di Bologna e la “Casa delle donne maltrattate” di Milano.
Spesso, più di quanto si possa pensare o credere, donne maltrattate perdono la vita per mano dei propri partner.

Anche Amnesty International da anni si batte contro la violenza e quest’anno, in occasione dell’8 marzo, ha presentato ai governi di vari paesi un piano di 14 punti di prevenzione e difesa, che prevede, oltre a leggi più severe, un piano di informazione su larga scala, passando da spot televisivi (in Italia ne circola uno in questi giorni, dove esiste un numero da chiamare: il 1522, per sporgere denuncia, sia che si subisca, sia che se ne sia a conoscenza) all’informazione nelle scuole, ma soprattutto, punto essenziale, far conoscere alle donne i propri diritti.

Nel 2006 sono state 74.000 le donne che hanno subito violenza, con una media del 6,5% di età inferiore ai 16 anni. Il 36% ha subito violenza psicologia da parte del partner. Il 90% non denuncia lo stupro (dati ISTAT). Sono cifre da capogiro: tre donne su dieci hanno subito violenza e si sono tenute tutto dentro.
Tra tutte le violenze fisiche rilevate è frequente: l’essere spinta, strattonata, aver avuto i capelli tirati (56,7%), l’essere minacciata di essere colpita (85,2%), schiaffeggiata, presa a pugni, a calci o a morsi (36,1%). Tra la violenza sessuale, la più diffusa è la molestia fisica, ossia essere stata toccata sessualmente contro la propria volontà (79,5%), l’aver avuto rapporti sessuali non desiderati accettati per paura (19%), il tentato stupro (14%), lo stupro (9,6%) e i rapporti sessuali degradanti e umilianti (6,1%). La violenza psicologica: questo tipo di violenza si esprime con l’isolamento o il tentativo di isolamento (46,7%), il controllo (40,7%), la violenza economica (30,7%), la svalorizzazione (23,8%), le intimidazioni (7,8%).
“I dati confermano che nella fascia di età 16-50 anni, le donne muoiono più per violenza che per malattia o incidenti stradali. La violenza sulle donne è un dramma rimosso”, ha commentato il Ministro dei Diritti e delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini.

Bisogna fermare tutto questo. La violenza sulle donne non deve più essere tollerata, né scusata, né coperta, ma denunciata.

Basta con la paura!

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