Clandestini e cure mediche

clandestini e cure medicheIl 5 febbraio il Senato ha approvato l’emendamento presentato dalla Lega al Testo Unico sull’Immigrazione (286/1998), che annulla il divieto per il medico di denunciare un immigrato clandestino che si presenti per richiedere cure mediche.
Il paragrafo interessato recita: “L’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano” (ovvero qualora si tratti di persone che hanno commesso un crimine, italiani o stranieri che siano).
Con la sua cancellazione si nega di fatto l’accesso alle cure a un numero elevato di persone perché, certo, il medico non è obbligato a denunciare, ma la paura che ciò possa avvenire farà sì che molte persone che hanno bisogno di cure si terranno comunque alla larga dagli ospedali.

Le principali conseguenze di questa legge saranno due, entrambe estremamente pericolose per l’intera società italiana:

  • Si svilupperà un’offerta di servizi sanitari clandestini, con aborti illegali eseguiti in strutture non idonee, persone che moriranno perché curate in modo insufficiente o inadeguato, neonati abbandonati per strada e non in ospedale (verrebbe ovviamente meno anche il diritto a un parto anonimo).
  • Aumenterà il rischio di diffusione epidemica di malattie infettive (basti pensare a un focolaio di meningite o di tubercolosi non segnalato alle autorità e non fermato per tempo), così come i rischi per i bambini figli di migranti illegali che non verranno vaccinati (il morbillo può essere una malattia mortale).

Tutte le associazioni di medici, infermieri e operatori sanitari hanno espresso la loro contrarietà alla modifica di legge, che trasforma di fatto il medico in un delatore, minando gravemente il rapporto di fiducia che dovrebbe esistere tra medico e paziente.
Denunciando uno straniero irregolare inoltre il medico si troverebbe a violare il segreto professionale, e a rinnegare il giuramento di Ippocrate che impone di “curare tutti i pazienti con eguale scrupolo e impegno prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità,condizione sociale e ideologia politica”.

Questa legge inoltre non tiene conto nemmeno di quanto sancito dalla Costituzione italiana,che all’articolo 32 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”, mettendo al primo posto la tutela dell’essere umano.

Con lo slogan “Siamo medici e infermieri. Non siamo spie”, Medici senza Frontiere, insieme a SIMM, ASGI e OISG, ha lanciato la campagna Divieto di segnalazione, e ora chiede alla Camera di rivedere la decisione del Senato.

Molti medici, la maggioranza sicuramente, resteranno fedeli alla propria etica professionale e continueranno a lavorare come sempre, ma saranno lo stesso molti i migranti irregolari che rinunceranno a curarsi per paura di essere denunciati. Alcuni ci rimetteranno la vita, e fra questi dei bambini.

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