Aiutiamo una mamma

Dal Blog di Beppe Grillo, la lettera sconcertante di una mamma speciale. Mamma Ida, ci stringiamo intorno a te.

 

Mi chiamo Ida,ho 36 anni. Scrivo questa lettera per chiedere una cosa molto semplice:attenzione da parte dello Stato in cui vivo e del Governo che voto.Attenzione in nome delle leggi che rispetto e delle tasse che pago. Conquesta lettera non voglio commuovere qualcuno, perchè non ho bisogno dicompassione. Voglio una risposta a dei "perché". Per quanto banalepossa apparire, io sono nata in una famiglia umile, ma di saniprincipi. Mia madre operaia, mio padre decoratore. Ma non mi hanno maifatto mancare nulla, né a me, né ai miei fratelli, educandoci con ivalori di rispetto e correttezza. Decisi presto di interrompere glistudi per aiutare il bilancio della mia famiglia, trovando un lavoro.Per anni ho lavorato ed infine mi sono sposata con l’uomo che nel 2000mi ha donato la luce dei miei occhi, mia figlia Kristal.
Diventando mamma realizzo il mio sogno più grande, credendo di nonpoter chiedere di più a Dio.Quando Kristal compie 18 mesi io e miomarito la portiamo in ospedale perché ancora non cammina. Non losapevo, ma quel giorno mi sarebbe caduto il mondo addosso. Il responsodei medici fu "tumore alla testa in fossa posteriore con conseguenza diidrocefalia", ovvero accumulo anomalo di fluido cerebrospinale nelcervello.
Fu il giorno più terribile della mia vita.Per due anni io eKristal vivemmo ininterrottamente in ospedale. In quel periodo di tempola mia piccola ha subito sei interventi. Questi interventi riescono abloccare momentaneamente la crescita del tumore ed innestanointernamente quello che si chiama "shunt", o per meglio dire unavalvolva che aiuta lo spurgo – per via intestinale – del liquido cheristagna a causa del tumore.
All’inizio non è stato facile accettare la sentenza, ma col tempoho imparato. Ho imparato ad alleviare la sofferenza di mia figlia e lamia, ho abbandonato tutto quello che mi circondava. Purtroppo cosìfacendo ho perso il lavoro e ho perso anche mio marito.
Oggi Kristal ha sette anni. Ha subito altri interventi senza esitopositivo e pur avendo un dottore che reputo formidabile, lei camminaappoggiandosi con la mano. Non pattina, non corre, non riesce amantenere l’equilibrio, non va in bagno autonomamente ed ha due maestredi sostegno. Tutto questo non le permette di vivere una vita normale,come quella dei bambini della sua età. Stiamo crescendo da sole, conproblemi continui.Lo Stato, il nostro Stato, mi penalizza, perché a 36anni la società di cui esso è responsabile non mi permette di rientrare- e sottolineo rientrare – nel mondo del lavoro. Oltre al problemadella mia età, vengo rifiutata perché sono tutelata dalla legge 104,essendo mia figlia diversamente abile al 100%.
Qualche tempo fa un lavoro l’avevo trovato, come commessa disupermercato.Al momento in cui compilavo i moduli necessariall’assunzione, ho dovuto dichiarare che avevo a carico una bimbainabile e dal quel momento in poi hanno inventato tutta una serie distorie per non assumermi più e alla fine mi hanno lasciato a casa
Con le 450 euro mensili che prende di accompagnamento, lo Stato,il nostro Stato, mi dice che dobbiamo vivere.Io ho fatto di tutto pertrovare lavoro, mi sono iscritta a tutte le agenzie interinali, tutti isiti che offrono lavoro, ho bussato a tutte le porte del mio paese,parlando con tutte le istituzioni e ricevendo sempre false promesse.
Guardo il mio angelo, sorrido e le dico che mamma, prima o poi, lirealizzerà i suoi desideri. Anche a costo di andare fino a Romaincatenata, perché tra poco non mi resterà altro da fare.
Io chiedo perché tutto questo accade in un Paese evoluto come ilnostro. Perché questo Stato che spreca ovunque, mi lascia in questecondizioni. Perché questo grido di dolore diventa un sussurro alleorecchie delle autorità. Perché i deboli, i bambini, vengonoabbandonati dal Paese in cui sono nati.
Io chiedo di potere lavorare. Io chiedo semplicemente di potereaiutare mia figlia, di poter farle vivere quei sogni che da troppotempo sono costretta a negarle.
Mi auguro solo che ci sia qualcuno, da qualche parte, che riesca asentire questo mio grido disperato, di una mamma che vuole aiutare lapropria figlia.
Ida e Kristal

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Causale: Ida e Kristal
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CIN B
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