Ancora sull’affidamento del figlio naturale

 

Buongiorno avvocato,

sono una ragazza di 26 anni e sette mesi fa ho avuto un bambino fuori dal matrimonio. Dopo la nascita del bambino il padre mi ha lasciata e sono tornata a vivere con i miei genitori. Per i primi quattro mesi l’ho fatto passare da casa nostra tutti i giorni a qualunque orario, ma nascevano sempre delle discussioni perché trovava il bambino a dormire o mangiare durante le sue visite.

Finché un giorno mi ha mandato una lettera dell’avvocato per l’affidamento. Inoltre sono due mesi e mezzo che è sparito, che non viene a vedere il figlio e non chiama per sapere come sta. Io più volte gli ho scritto che poteva venire a trovare il bambino, ma a tutt’oggi non ho avuto alcuna risposta.

Cosa prevede la legge in questi casi? Sono molto preoccupata perché mio figlio non lo conosce per niente. Pensare che da un momento all’altro si possa ritrovare per delle ore con persone a lui estranee mi fa male. Ho parlato anche con il pediatra e una psicologa, e mi dicono che per il bambino può essere un trauma. Io non voglio negare il papà a mio figlio, ma vorrei che prima lui si facesse conoscere, e imparasse a stare con lui in mia presenza per non fargli del male.

La ringrazio in anticipo per la risposta.

Cara giovane mamma,

quando i minori sono in così tenera età quale è quella di tuo figlio, i Tribunali chiamati a decidere sull’affidamento e sulle modalità concrete di attuazione dello stesso difficilmente dispongono che i minori passino più di qualche ora lontano dalla madre. E ciò a maggior ragione se il rapporto padre-figlio non è stato continuativo, e quindi se non si è ancora creato quel legame affettivo e non si è radicato un rapporto che consenta al piccolo di trascorrere il tempo lontano dalla madre con una persona che gli è familiare e di cui si fidi.

Nel tuo caso, le sporadiche frequentazioni tra padre e figlio indurranno sicuramente il Tribunale a valutare modalità concrete di attuazione dell’affidamento che siano graduali e che garantiscano la tranquillità del minore e la sua serena crescita psico-fisica, pur nell’ottica di favorire la ripresa del rapporto con il padre.

Se e quando il tuo compagno ti farà notificare l’atto di instaurazione del giudizio per l’affidamento di vostro figlio, potrai "difenderti" in Tribunale, facendo presente ai giudici i fatti, e vedrai che il Tribunale prevedrà delle modalità di affidamento compatibili con l’età di tuo figlio e con tutte le circostanze di fatto relative al rapporto con suo padre.

Buona fortuna.

Avv. Chiara Donadon

 
 

 

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