Attaccamento morboso bambina-mamma

Dott.ssa buongiorno,

ho una figlia di 3 anni e mezzo morbosamente attaccata a me.

Non ha mai dormito fuori casa. Soffre, come tutti i bambini, del resto, del fatto che mamma debba lavorare e/o debba sbrigare altre faccende che non siano giocare con lei. Il nostro è un rapporto insano, lo so. Lei mi cerca e io scappo da lei perché lei non ne ha mai abbastanza di me.

Questa premessa solo per chiederle: se io dovessi andar via per un weekend, lasciandola alla nonna che la accudisce da quando aveva nove mesi subirebbe qualche trauma?

Glielo chiedo perché da piccola ero cozza come mia figlia e so quello che lei vive. Sicuramente le ho passato involontariamente un fantasma che girava intorno alla mia culla e che adesso gira intorno alla sua.

Grazie se vorrà/potrà rispondermi.


Gentile mamma,

la sua lettera mi comunica un momento di difficoltà e di incertezza: ci sono emozioni e pensieri alcune volte in contrasto tra loro, come se lei fosse divisa tra l’idea di fare una cosa e la paura di non saperne gestire le conseguenze.

È come se le decisioni fossero difficili da prendere e fosse difficile sentirsi liberi di decidere, in un senso o nell’altro, e poi vedere cosa accade. Anche per paura di far provare a sua figlia emozioni negative che lei conosce molto bene. Questa cosa credo, da sola, le basta per avere una risposta alla sua domanda, riflettere su quanto lei ha sofferto, e cercare un modo diverso di affrontare il distacco, senza dover passare da tutto quel dolore, che lei ben descrive parlando del fantasma nella culla…

Il problema che mi porta è un problema di relazione genitore figlio che si chiama attaccamento. L’attaccamento genitore bambino, risponde a precise regole che sono dettate dal reciproco legame che si instaura nei primi tre anni di vita: questo legame dipende in larga parte dal genitore, dalle sue storie di attaccamento passate (e quindi dal suo attaccamento con i suoi genitori), dal contesto in cui il genitore ed il bambino stanno insieme (situazioni di vita stabili e serene, contesti difficili, etc) e dalle risposte del bambino (che ovviamente, osserva e risponde).

Ogni tipo di attaccamento è piuttosto flessibile all’inizio, ma va strutturandosi nei primi 3-4 anni di vita, per poi restare di quel tipo per tutta la vita, se non si interviene con una buona terapia.

Si riconoscono attaccamenti di tipo sicuro e attaccamenti di tipo insicuro, con diversi livelli di gravità. Gli attaccamenti peggiori sono frequentemente associati a sviluppo di patologia psichica in adolescenza o in età adulta: è per questo che si tende a curare molto la relazione e a cercare di offrire ad ogni persona la possibilità di recuperare un attaccamento che sia il più sicuro possibile.

Fare la cozza, come lei dice, esprime comunque un disagio, disagio che la sua bambina (e se non ho capito male lei, a suo tempo), sa esprimere solo in questo modo.

Imparare a prendere i propri spazi, imparando che nessunno scapperà per questo, può essere un percorso lento e un po’ in salita, spesso da fare accompagnati da una guida.

Nella sua lettera si percepisce una punta di fastidio e una difficoltà nel gestire questa situazione che va colta e deve essere superata, per evitare problemi futuri.

Credo che sarebbe consigliabile chiedere aiuto ad un esperto di genitorialità e di età evolutiva, che possa aiutare lei e sua figlia a tollerare le reciproche necessità (ognuno di voi le ha, e spetta a lei il compito di prendersi cura di quelle di sua figlia) trovando un compromesso tra le vostre esigenze.

Molti auguri.

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