Non vuole andare all’asilo

Buongiorno,

mio figlio, 5 anni ad aprile, non vuole più andare all’asilo. Dopo una pausa di 25 gg. (festività natalizie), la mattina piange come un disperato e non vuole proprio andarci. Noi lo portiamo lo stesso, però è uno strazio. Comunque, appena andiamo via noi, lui incomincia a giocare e ride e scherza come sempre (me lo ha riferito una mia amica che proprio stamattina è arrivata dopo 5 minuti che io avevo accompagnato mio figlio e lui stava giocando tranquillamente). Non si comportava così ormai da quando era veramente piccolo. A me dispiace molto e non so come fare per evitare lo strazio tutte le mattine.

In questi 25 gg. di festività siamo stati più insieme, poi ha ricevuto molti giocattoli e gli è arrivata la sua cameretta: la maestra dice che è per questo che non vorrebbe uscire (ma la maestra a volte fa psicologia spicciola che non le si addice). Infatti, dice anche che dovrei farlo rimanere a scuola fino alle 15.30 io invece vado a riprenderlo alle 13:00, che lui è molto legato a me; che dovrei lasciarlo di più.

Dottoressa, si figuri che io lavoro full time: la mattina lui va all’asilo ed io in ufficio, al pomeriggio dalle 14.30 alle 18:00 io lavoro e lui resta a casa o con sua zia o con il papà, oppure lo accompagno dai miei, a volte lo porto con me in ufficio. Già questo mi pesa molto perchè vorrei dedicarmi a lui completamente.

La maestra dice che lo tratto come un neonato (solo perché mi ha visto imboccarlo). Ma!

Però mio figlio, nonostante io sia una mamma semplicemente presente, è molto autonomo è pronto per andare alle elementari l’anno prox a 5 anni e neanche 5 mesi (secondo il parere della sua insegnante, di una maestra in pensione mia conoscente, secondo noi, ed anche secondo lei dottoressa perché l’ho già contattata per questo).

Pensi, cara dottoressa, che lui si fa la doccia da solo, usa il pc come lo usiamo noi, compreso di istallazione e disistallazioni, formattazioni etc… fa discorsi precisi, riconosce le strade tutte, etc… non è un bambino rincretinito da una mamma apprensiva, glielo garantisco.

Semplicemente io non sono una mamma che direbbe: meglio lasciarlo all’asilo fino alle 15.30 così me lo tolgo dai piedi, no, no! Oppure se hai fame mangi se no è lo stesso… io non sono così.

Ma, mi consiglia lei se effettivamente sbaglio in qualcosa? Forse non capisco come devo comportarmi quando mio figlio fa i capricci.

Grazie

Saluti.
Angela

Carissima Angela, 

tenendo presente che non ho una conoscenza di suo figlio, né una valutazione precisa sulla quale potermi basare, posso soltanto fare alcune considerazioni in relazione alla mia esperienza professionale e alle informazioni che mi ha fornito al riguardo .
I suoi orari di lavoro e i tempi che trascorre con suo figlio, sono tempi comuni a molte famiglie; cambia, tuttavia, la modalità di percepire l’assenza e la presenza delle figure di riferimento da parte dei bambini. Ogni persona elabora le esperienze vissute in modo diverso, in relazione alle caratteristiche personali (carattere, temperamento ecc..) ed esperenziali (vissuti precedenti).

Il quadro da lei descritto è di un bambino molto attento, capace di valutare e riflettere.
Probabilmente durante le vacanze natalizie ha vissuto un clima molto sereno e piacevole che gli ha dato un senso di sicurezza. È, quindi, del tutto comprensibile, e molto frequente, la reazione che ha avuto al rientro all’asilo.
Con il pianto comunica il desiderio di stare con voi, vi mette alla prova, osserva la vostra reazione. Quando vi allontanate non ha più bisogno di dimostrarvi niente e, quindi, si concentra sul presente relazionandosi con i compagni e dedicandosi alle attività proposte.
Non si tratta di un atteggiamento immaturo, l’attaccamento con la figura materna è buono (in quanto riesce ad auto consolarsi) e questo fa pensare ad una percezione positiva della figura materna.

Ci sono alcuni suggerimenti che mi sento di darle per vivere questo momento in modo più sereno:

  • progettare con il bambino alcuni momenti da trascorrere insieme (luoghi da visitare);
  • progettare alcune attività da fare insieme (es: oggetti da costruire, attività in cucina ecc.);
  • valorizzare le attività che svolge all’asilo; 
  • le mamme che lavorano e non possono trascorrere molto tempo con i loro bambini, si sentono spesso in colpa, è importante, tuttavia, mostrare al bambino sicurezza e convinzione,  concentrandosi sulla qualità dei momenti che trascorrete insieme; 
  • premiarlo se riesce ad affrontare la separazione dalla madre in modo positivo;
  • dategli qualcosa di voi da portare all’asilo ( un piccolo oggetto, un libro che avete acquistato insieme ecc..);
  • parlate con il bambino di cosa può fare all’asilo, sperimentare alcuni giochi da proporre ai compagni, in modo che abbia un obiettivo che gli permetterà di aumentare la propria autostima;
  • leggere alcune favole significative (una favola, ad esempio, che ha come protagonista un bambino che non vuole andare all’asilo e piange, ma impara che la sua mamma torna sempre e, quindi, sostituisce al pianto ed ai pensieri negativi "rimango solo! Vorrei stare con la mia mamma!” i pensieri positivi "quando la mia mamma verrà a prendermi faremo insieme un gioco bellissimo").
  •  

    Il mestiere di genitore non è semplice, ma sono i genitori come lei che si mettono in gioco, cercano di capire, osservano e ascoltano i loro figli, che ottengono risultati migliori.

    La saluto augurandole buona fortuna e tanti momenti di gioia.

    Monica Balli
     

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