Non ascolta a tre anni

Buongiorno Dottoressa,

sono la mamma di un bambino di quasi 3 anni (fine Aprile) e le scrivo in merito a quello che per me rappresenta un problema: mio figlio non mi ascolta.
Quello che mi spinge a chiedere il suo consiglio non è tanto il fatto che a volte disobbedisce a quello che gli chiedo di fare (cosa normale per un bambino della sua età) quanto alla mia sensazione che non tenga minimamente conto di quello che gli dico. Per farle un esempio, se gli dico “non toccare la pentola che scotta” lui va dritto a poggiarci le mani e questo è successo più di una volta! Oppure sta giocando e gli dico che vado in bagno, dopo tre secondi comincia a chiamarmi piangendo perché dice di non sapere dov’ero andata. Mi rendo conto che tende ad estraniarsi dal mondo esterno (ancor più quando gioca da solo) e conoscendo questa sua caratteristica, quando devo comunicargli qualcosa mi avvicino, gli prendo le mani, mi abbasso al suo livello e gli parlo guardandolo negli occhi. Lui di rimando mi dice “Sì” per farmi contenta, ma capisco che non mi sta ascoltando perché magari mi interrompe per dirmi qualcosa che non ha niente a che fare con quello di cui sto parlando io. Oppure mentre gli parlo mi guarda i capelli o gli orecchini o qualcosa alle mi spalle. Cerco di richiamare la sua attenzione ma non sempre ci riesco, a volte addirittura si gira e torna al suo gioco lasciandomi lì impalata.

Quando giochiamo insieme invece, non ascolta le mie richieste magari di passargli un pezzo delle costruzioni che ha lì vicino o il libro che ha in mano così da poterglielo leggere: guarda l’oggetto, guarda me e poi continua con le sue cose. A questo proposito volevo sottolineare il fatto che io lavoro solo la mattina mentre lui va all’asilo e poi stiamo insieme tutto il resto della giornata: in genere mi dedico alle faccende di casa mentre lui dorme  poi quando si sveglia mi sono imposta almeno 1 ora da dedicare interamente ed esclusivamente a giocare con lui, il resto del pomeriggio cerco di coinvolgerlo nelle altre cose da fare come preparare la cena o andare a fare la spesa.
Ho pensato anche che i bambini copiano il comportamento dei genitori e che quindi forse lui stesso non si sente ascoltato da noi, ma se è così sto veramente sbagliando senza avere la minima idea di dove o come, perché francamente non mi sembra proprio di ignorarlo, oltretutto non abbiamo neanche problemi di comprensione perché parla e si esprime benissimo.
Devo dire che comunque Daniel è sempre stato un bambino molto curioso, autonomo e determinato e forse quello che un po’ lo contraddistingue dagli altri bambini della sua età è il suo carattere già piuttosto strutturato con le sue idee e i suoi gusti. Tutto questo rappresenta per me non poche difficoltà nel momento in cui si mette in testa di fare una cosa e diventa oltremodo capriccioso pur di ottenerla, ma cerco sempre di essere irremovibile sulle mie decisioni: sì è sì, no è no, per quanto tenti di farmi cambiare idea.
Spero di essere stata abbastanza chiara e di averle fornito le indicazioni necessarie a farsi un’idea generale della situazione, aspetto con ansia qualche consiglio o indicazione su quanto posso fare in merito.
La ringrazio fin da ora per la disponibilità e le auguro una buona giornata.
Fanny

Carissima Fanny
 
La ringrazio per la sua dettagliata e attenta descrizione.
 
Per cercare di comprendere e migliorare l’atteggiamento del bambino è importante considerare i vissuti familiari (ma in questo caso l’atteggiamento che ha nei confronti di suo figlio, sembra molto attento e corretto), le caratteristiche personali (ci sono bambini che tendono a prestare maggior attenzione a ciò che vedono, altri a ciò che sentono e quindi hanno una maggior facilità di ascolto); e l’età:i bambini di due, tre anni, vivono una fase egocentrica dove si concentrano principalmente su loro stessi; su quello che vedono… ( infatti quando le parla tende ad osservare capelli, orecchini ecc…), su quello che sentono di nuovo e ciò che può incuriosirli; sui loro giochi e spesso l’ascolto viene meno.
 
Tuttavia ritengo che le modalità comunicative verbali verso il bambino possano influenzare molto la sua reazione; le consiglio di continuare a guardarlo negli occhi cercando di stabilire una buona comunicazione non verbale per facilitare l’ascolto… ma è anche importante assicurarsi che il bambino abbia recepito ciò che gli viene detto, quindi può essere utile far ripetere al bambino ciò che ha capito. "Che cosa ha detto la mamma?"… "Dove sta andando la mamma?" "Che cosa devi fare?"… è insomma importante avere dei feedback da parte del bimbo prima di proseguire la comunicazione.
Può essere inoltre utile abituarlo all’ascolto con la lettura di storie dove si pongono domande e scelte… magari dove è lui che deve scegliere il finale .
Altre letture utili sono quelle dove il bambino può identificarsi con un personaggio che ha le sue caratteristiche: "ha difficoltà ad ascoltare la mamma" e riflettere sulle conseguenze del non ascolto… che può diventare in alcuni casi anche pericoloso.
 
Carissimi saluti
Monica Balli

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