Modelli alimentari individuali

Buongiorno,

Tommaso ha 28 mesi e da quando ne ha 6 non beve più latte, né altri liquidi, solo acqua.

Alimentarlo è un tormento, mangia sempre le stesse cose di quando ha iniziato lo svezzamento e l’unica cosa che mastica è il pane, carne solo pollo e solo se frullata, la pasta piccola per ingerire senza masticare, la minestra sì perché non si mastica…non accetta di mangiare niente altro.

In più, poiché l’interesse per il cibo e soprattutto le novità è nullo, non vuole nemmeno mangiare da solo per cui va imboccato. Non gli interessa se la sorella o altri bimbi mangiano di tutto, dice che non vuole, mette le mani davanti al viso e se ne va.

La pediatra dice che mangerà ma a me sembra ormai grande, anche portarlo fuori è impossibile. Non mangia nulla che mangino gli altri, nemmeno assaggia e quindi non può sapere se non gli piacerà, è diffidente. Come fare?

Grazie

Cordiali saluti.

Paola

Cara Paola,

se la pediatra ha valutato che lo sviluppo fisico del tuo bambino è adeguato e che gli elementi nutrizionali che la sua dieta gli apporta sono equilibrati, le ipotesi che possiamo fare sono di diverso tipo: un’immaturità del sistema nervoso e muscolare che coinvolge l’apparato orofaringeo e fa preferire cibi morbido e sminuzzati (il tuo piccolo potrebbe avere problemi di deglutizione ad esempio).

In questo caso le scelte alimentari di tuo figlio potrebbero essere ottime per lui e non ha senso forzarlo a mangiare cibi diversi. informati in questo senso per escludere il problema, che potrebbe però anche risolversi spontaneamente vista l’età del bambino.

Un altro fattore potrebbe essere quello di una globale immaturità del bambino anche da altri punti di vista, per cui egli deve ancora giungere a determinate fasi dello sviluppo: questa condizione è facilmente verificabile osservando gli aspetti più pregnanti come il gioco con altri bambini, la relativa indipendenza dalla mamma, l’abbandono del pannolino, l’acquisizione del linguaggio.

Un ultimo fattore, forse il più probabile, potrebbe essere quello legato alle caratteristiche individuali di tuo figlio, che preferisce semplicemente quel tipo di alimentazione.

Il problema resta il tuo, a questo punto, ma da persona adulta credo che riuscirai a trovare soluzioni che rispettino tuo figlio per portarlo a pranzo fuori o per non fare paragoni con i modelli alimentari di altri bambini. Ogni bambino è a sè -diffidenza alimentare compresa-, e va rispettato (in assenza di patologie ovviamente, che invece vanno curate) per com’è e per le sue scelte, se queste non ne compromettono lo sviluppo psicofisico.

Saluti,

Chiara Rizzello

 

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