Inserimento difficile

Gent. Dottoressa,

mia figlia Claudia ha 3 anni e frequenta da settembre scorso il primo anno di scuola materna. Non è andata all’asilo nido. Io infatti ho dovuto lasciare il lavoro dopo la sua nascita e ho preferito rimandare gli impegni lavorativi. Claudia è una bambina tranquilla affettuosa e chiacchierona. È figlia unica e in famiglia non ci sono cuginetti. Non ha problemi a relazionarsi con gli adulti mentre coi bambini è più timorosa e timida. Intuendo la sua indole ho sempre cercato di creare occasioni di incontro con gli altri bambini frequentando parchi o ludoteche. Ha un amichetto preferito che cerca ed invita volentieri a casa.

Ora il problema è la scuola materna, non riesco ad essere obiettiva e le chiedo consiglio. Ovviamente l’inizio è stato duro, dopo 2 settimane di entusiasmo, sono iniziati i problemi. Non ha mai fatto capricci a casa, ma al momento del distacco ha quasi sempre pianto. All’inizio non voleva mangiare, non voleva sedersi ai banchi e non partecipava a nessuna attività.
Poi piano piano ha smesso di fare lo sciopero della fame ed ha iniziato a fare i lavoretti insieme agli altri. Non si è mai veramente inserita, infatti non gioca coi bambini, ma per un certo periodo non piangeva più al distacco.  Ho invitato una sua compagna a casa per farle fare amicizia e farle trovare un volto amico a scuola. Qui hanno giocato e si sono divertite; ma a scuola non la guarda neanche.

Dopo Natale la situazione è precipitata, è arrivata una bambina nuova, il terrore di mia figlia. È una bambina problematica, non parla ancora bene, e fa un sacco di dispetti, fa sgambetti ed ha "preso di mira" mia figlia in modo particolare. Claudia è letteralmente terrorizzata, ora alla mattina si sveglia con l’incubo della scuola e piange già a casa. Mi sono fermata alla mattina qualche minuto per osservarla e appena le maestre mettono a terra la sua compagna (spesso è tenuta in braccio), questa bambina si fionda verso mia figlia che inizia a piangere.

Non so più cosa dire a Claudia e come aiutarla a superare questa situazione.  Cerco, come sempre, di farle vedere i lati positivi della scuola e le dico che ci sono le maestre ad aiutarla. Le ho anche detto di difendersi; ma per lei è difficile non è una bambina aggressiva. Ora Claudia si limita e non fa neanche più le attività di gruppo in cui è presente questa bambina. Insomma sembra essere tornata indietro.

Iniziano a venirmi dei dubbi sulle maestre e su come è organizzata questa scuola. Certo mia figlia non sa difendersi ed è timida coi bimbi, ma non mi sembra una bambina particolarmente difficile. Mi chiedo come sia possibile che ad oggi non siano riusciti ad inserirla con gli altri bambini ma soprattutto non sappiano gestire la presenza di questa bambina nuova così aggressiva. Ho chiesto un colloquio per parlare con la maestra e capire, ma ad oggi non si sono ancora fatti.

Le chiedo un consiglio su cosa dire a Claudia per aiutarla ad affrontare serenamente la scuola e soprattutto questa bambina. Vorrei che finisse l’anno, ormai siamo ad aprile, ma la vedo molto in difficoltà.

Grazie. 

Carissima mamma,
 
maestre e genitori si dovrebbero unire nel compito di educare, cioè nel compito di tirar fuori le risorse che la bambina possiede, per far fronte alle situazioni difficili e per stimolarla a superare la sua timidezza.
La comunicazione , il dialogo e la collaborazione con le maestre è il primo passo per potersi dare obiettivi costruttivi e per poter aiutare Claudia rendendola più serena.
 
Sicuramente per una bambina con un carattere timido, l’ambiente scolastico è un ambiente che mette a dura prova; percepisce la pesantezza del giudizio degli altri e si trova in difficoltà nel far emergere le sue risorse.
È importante che la bimba si senta tutelata dalle insegnanti, che si senta stimolata ma anche protetta, visto che sta vivendo una situazione di disagio, è quindi necessario:

  • impedire atti aggressivi nei suoi confronti;
  • evitare situazioni dove si sente giudicata dai compagni;
  • lavorare in piccoli gruppi;
  • assegnarle ruoli di responsabilità soltanto se si trova in piccolo gruppo (non nel grande gruppo);
  • lavorare sulle emozioni (conoscenza emotiva, espressione delle emozioni e gestione emotiva) con l’intera classe.

Ad esempio può essere utile utilizzare il disegno per permettere di rappresentare le emozioni, gioia, rabbia, disagio, imbarazzo e valorizzare le abilità che possiede per gratificarla.

In ambito familiare sarà importante tranquillizzare la bambina evitando giudizi sulle sue modalità di reazione (evitare di dirle ad esempio cerca di reagire… in quanto sicuramente desidererebbe farlo ma non riesce, quindi per lei è frustrante), farle capire che noi apprezziamo le sue modalità di reazione gratificandola ogni volta che raggiunge piccoli successi personali.
Per qualsiasi chiarimento o approfondimento rimango a sua disposizione.

Cari saluti
Monica Balli

 

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