Insegnare a gestire la rabbia

Buongiorno,

il mio bimbo ha 20 mesi. È sempre stato un bambino tranquillo, non ci ha mai dato problemi né con il sonno né con il cibo. In questi ultimi mesi ha cominciato la fase dei capricci. Per il momento i capricci non sono tanto legati ad una ricerca di autonomia nel fare le cose, quanto piuttosto a delle frustrazioni per delle cose che gli vengono negate, ad esempio quando non vuole giocare da solo e mi si attacca alle gambe, oppure vuole un biscotto ma non è ora di fare merenda, oppure quando è ora di cena ma io sto ancora preparando la pappa. Lui inizia a strillare (e certo che lo capisco!) e noi spesso, dopo avergli tentato di spiegare che non c’è bisogno che faccia così e che basta aspettare un pochino che poi viene pronto, perdiamo la pazienza e o mettiamo il broncio e lo ignoriamo, o gli urliamo "basta" e poi magari lo mettiamo in castigo.
Ho letto di quanto sia importante insegnare al bambino ad esprimere i propri sentimenti ed insegnargli a gestire la rabbia, ma io e mio marito per primi non ne siamo particolarmente capaci evidentemene. Le chiedo quindi se può darmi qualche consiglio su cosa è importante fare affinché anche lui non impari delle brutte abitudini e da grande possa essere meglio di noi in queste (ed altre) situazioni.
Che cosa significa esattamente "capacità di gestire la rabbia"? Se il bimbo si sfoga piangendo, urlando, oppure picchiando un giocattolo, oppure picchiando le mani sulla tavola, è un modo corretto?

Se posso, vorrei sottoporle un’altra questione.
Vedo ancora il mio piccolino come un essere indifeso e da proteggere, ma forse ci sono dei confini che non dovrei superare, ed in questo sono ancora alle prime armi.
Reduce da un inverno piuttosto malaticcio, sta iniziando a fare le sue prime uscite al parco proprio in questi giorni (premetto che va al nido da quando aveva 10 mesi ed esce alle 4).
Ieri ha incontrato dei compagni di gioco più grandi (in particolare una di 3 e uno di 4 anni) che però lo hanno accolto con arroganza e quasi violenza. La bimba ha iniziato a dire "questo è mio, questo non lo tocchi, vai via di lì, questo spazio è mio" e il bimbo gli si poneva davanti, gli faceva le smorfie di sfida, lo spalleggiava… insomma ho temuto che gli facesse fisicamente del male. Mio figlio in realtà era tranquillo e se ne stava fermo ad osservare la situazione con un sorriso, io invece ero terrorizzata che potesse sentirsi ferito e l’ho trascinato via.
Preferirei che situazioni del genere le affrontasse l’anno prossimo al nido, sotto la supervisione delle maestre e con i suoi coetanei. Sbaglio? Dovevo forse tirarmi da parte e lasciare che imparasse a difendersi da solo? Mio figlio ha solo 20 mesi e non sa neppure correre, tantomeno parlare…

La ringrazio molto e scusi se le ho sottoposto alcune paranoie di una mamma forse troppo apprensiva.
grazie

Monia

Carissima Monia,
 
le sue non sono paranoie di una mamma troppo apprensiva, ma sono riflessioni di una mamma attenta e consapevole dell’importanza di osservare il proprio bambino e di trovare le strategie migliori per educarlo più efficacemente possibile.
Il bambino si trova in piena fase di esplorazione, gioca ad esprimere la propria rabbia, osserva ed esplora le reazioni dei genitori e dei compagni e accoglie le manifestazioni aggressive con stupore, talvolta con divertimento (come nel caso dei bimbi incontrati al parco).
 
È importante che l’esplorazione sia libera, ma è ugualmente importante che vi sia un genitore il grado di offrire spiegazioni ed una base sicura, riferendosi ai bambini incontrati al parco, può essere utile cogliere l’occasione per spiegare al bambino che il comportamento dei bimbi non era corretto, è importante tutelare il bambino che non si può difendere; permettergli di osservare e sperimentare le relazioni al parco giochi, intervenendo quando i bimbi più grandi hanno atteggiamenti eccessivamente aggressivi.
 
È del tutto normale che il bambino esprima la rabbia e reagisca alla frustrazioni con pianti, urla ecc.. quando esprime la rabbia può essere utile cercare di verbalizzare le sue emozioni… ti senti arrabbiato… vediamo cosa possiamo fare…
 
È importante:

– dare siegazioni riguardanti i comportamenti scorretti… se ti comporti così accade che…;
– comunicare guardandolo negli occhi, mostrando determinazione;
– esprimere le proprie emozioni… la mamma si sente arrabbiata… la mamma si sente triste;
– offrire delle alternative cercando di distrarlo… il bambino è ancora piccolo per comprendere tutte le spiegazioni che gli vengono date.
 
Cari saluti
Monica Balli

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