Frustrazione dell’onnipotenza, una fase normale dello sviluppo

 

Gentile Chiaretta,

ho un bimbo di 16 mesi, molto vivace e allegro. Si è perfettamente ambientato in un nido famiglia nel quale passa dieci ore al giorno. Da un po’ di tempo a questa parte è diventato prepotente ed aggressivo: grida quando gli si nega una cosa fino a diventare viola e non vuole sentire ragioni, finché non ottiene ciò che vuole.

Grida pure con i bimbi che cercano di prendergli qualche suo giochino.

Io e mio marito cerchiamo sempre di reagire con molta calma, accarezzandolo e cercando di proporgli un’alternativa. Ma lui ha un carattere molto determinato. È una fase o sono capricci che dobbiamo gestire in modo diverso?

Grazie

Cara mamma,

probabilmente, vista l’età del bambino, è una fase di capricci la cui gestione non è facile, ma se non si pretende di eliminare il comportamento reprimendolo, bensì lo si contiene e si incanala verso forme espressive più adeguate, può essere ed è un occasione di crescita per vostro figlio.

A quest’età ogni bambino ha da poco sperimentato la gioia e l’emozione dell’autonomia motoria: spostandosi da solo tramite la deambulazione eretta, è in grado di dominare l’ambiente attraverso l’uso delle mani, può allontanarsi dall’adulto, può sperimentare in solitudine molti aspetti del reale.

Questa capacità lo pone come individuo a se stante, gli fa capire che ha una volontà autonoma rispetto all’adulto di riferimento, volontà e capacità che egli crede, inizialmente, illimitate.

In pratica bambini in questa fase si vivono come onnipotenti, perché non hanno ancora incontrato il limite, proprio o dettato dall’adulto. Ecco che allora, quando il senso di onnipotenza si scontra con il NO (necessario) dell’adulto, la reazione alla frustrazione può essere anche molto accentuata e con toni di aggressività fisica e verbale.

Sono fasi destinate ad essere superate, queste, sempre che i NO siano pochi, coerenti, fermi e non imposti con aggressività. Non lasciatevi intimorire da queste reazioni, contenetelo con amore e pazienza, lasciatelo sfogare e poi abbracciatelo per rassicurarlo: anche lui probabilmente a volte si spaventa di se stesso e delle proprie reazioni.

Dategli alternative consentite a sue richieste inaccettabili, spiegate verbalmente, con frasi semplici, perché non è possibile fare ciò che vuole, e di contro assecondatelo su richieste accettabili di autonomia. In questo modo, la fase, anche se protratta per parecchi mesi, si risolverà in modo positivo.

Cordialmente, Chiara Rizzello

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