Difficile inizio in prima elementare

Buongiorno,

Davide, sei anni il prossimo primo febbraio, quest’anno ha iniziato le elementari. Dopo moltissimi dubbi, abbiamo deciso che forse fare il quarto anno di materna non era corretto.

Lunedì mi convocano le maestre per dirmi che non è pronto. Non segue, si alza, si rifiuta di fare gli esercizi. A casa è "isterico", lagnoso… Ora non so come comportarmi. Ormai siamo in ballo, ma non so come ballare.

Capisco che dobbiamo seguirlo un po’ di più, ma se lui si rifiuta, come devo comportarmi? Non vorrei fargli nascere un odio per la scuola, ma lo devo mettere in castigo se sbaglia e al contrario premiarlo se fa bene.

Cerco di fargli capire i lati positivi: scriverà da solo la letterina a Babo Natale e simili. Lì per lì dice che va bene, ma poi credo sia più forte di lui. Mi rendo conto che sta vivendo proprio male questo periodo.

Grazie


Cara Roberta,

felice o meno che si sia rivelata, sulle prime battute, la scelta di iscrivere Davide alla prima elementare quest’anno e non il prossimo, l’avete compiuta sicuramente a ragion veduta in base alla valutazione della crescita globale dell’anno scorso.

Tra i due tipi di scuola esiste un divario abbastanza accentuato e non è raro che bambini, "maturi" per restare alla scuola materna, si ritrovino un po’ in difficoltà i primi mesi della primaria; ciò vale in special modo per chi, come Davide, è nato all’inizio dell’anno, ma non solo per lui.

L’impatto con un nuovo ambiente, nuovi insegnanti, regole più marcate e l’attenzione al compito didattico, va affrontato con tanta calma, pazienza e serenità da tutta la famiglia.

Potrebbero passare mesi finché non sia "rodato", mesi di relativa crisi, di momenti di sconforto se vuoi. Il bambino va sostenuto, motivato, mai criticato o colpevolizzato. Ne vanno sottolineate le capacità, le attitudini, le materie in cui riesce meglio. Gli va ricordato che tutti, ma proprio tutti, grandi e piccini, abbiamo difficoltà a scuola e sul lavoro, periodi in cui non ne abbiamo voglia o non capiamo cosa fare.

Ma per fortuna passano, e si imparano sempre cose nuove. Tu non forzarlo in nulla se non nell’andare a scuola; alla didattica penseranno le maestre, che se sono competenti sapranno di certo come operare con bambini un po’ meno pronti senza delegare alla famiglia. Gratifica e coccola tanto il tuo piccolo grande uomo.

Chiara Rizzello

 

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