Capricci a quattro anni

 

Buon pomeriggio.

Il problema che ho con mio figlio unico di quattro anni è che non mi ascolta. Non ci pensa proprio, anzi, si ribella. Non so come comportarmi. A volte mi passa la pazienza e vola qualche schiaffetto sul culetto ma a niente serve.

Forse occorrono altre informazioni sulla nostra famiglia e sulle abitudini di mio figlio:

al mattino si esce alle 9 per andare noi in ufficio ed il bambino all’asilo. All’una lo vado a riprendere e saliamo a casa dove pranziamo e poi lo faccio riposare. Rientro alle 18:00 (pensi che lui a volte ancora dorme), lui fa merenda e, adesso che si può stare all’aperto, scendiamo per farlo giocare… e non le dico cosa combina, vuole stare con i più grandi e fa cose anche non adatte alla sua età. Il rientro a casa verso le 20.30 è sempre una tragedia, risaliamo sempre con lui che piange e sono inutili tutte le spiegazioni sul fatto che è tardi e che bisogna rincasare, lavarsi e cenare…

Mi aiuti lei. Grazie.

Gentile mamma,

in effetti le pattine sul sederino non servono a nulla, anche se possono scappare a volte. Forse bloccano un comportamento sbagliato in un emergenza, ma di certo non aiutano a far comprendere ai bambini i concetti fondamentali ed importanti secondo cui dirigere i propri comportamenti.

Aver a che fare con bimbi poco obbedienti non è facile, ma a volte con piccole accortezze si può pian piano modificare una relazione basata su regole non rispettate.

La cosa che mi salta subito all’occhio della vostra routine giornaliera è l’eccessiva quantità di ore dedicate al riposo pomeridiano: un bambino di quattro anni che lo prolunga sino alle 18.30, ovviamente alle 20.30 ha ancora troppe energie da scaricare per poter tornare in casa a cena. Provi senz’altro a svegliare suo figlio per le 16/16.30 al massimo, facendolo giocare da quell’ora in poi, in modo che sia stanco prima. Inoltre è già abbastanza grandicello per poter fare dei patti con lui, rispetto all’orario di rientro in casa.

Non so su quali altri aspetti il bambino tenda ad essere oppositivo, ma in qualsiasi caso funziona abbastanza bene spiegare con largo anticipo le cose, facendo dei patti che entrambi rispetterete e perché no, dando piccole ricompense per l’impegno dimostrato.

Chieda anche a lui, direttamente, cosa vuole, come si sente quando la mamma dice di no… lo faccia parlare molto su queste cose: lo aiuterà ad esprimere ciò che ha dentro, con le parole di un bimbo di quattro anni, e dunque ad esternarlo in modo diverso che con i capricci.

Cordiali saluti, Chiara Rizzello

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