Ansia da separazione

 

Ciao,

sono la mamma di Chiara, bimba gioiosa di quasi 8 mesi. Da circa 15 giorni mio marito ed io stiamo provando a lasciarla con i nonni che finora ha visto saltuariamente, ma sempre serenamente in nostra compagnia. Non appena ci allontaniamo Chiara impazzisce, comincia a strillare senza sosta fino al nostro ritorno. Non importa che sia una o quattro ore, lei non si calma minimamente.

La prima volta che l’abbiamo lasciata siamo stati un po’ lì con lei mentre giocava con la nonna e dopo averla salutata, siamo usciti sorridendo… la seconda volta siamo "scappati" dalla finestra, ma niente, non c’è verso.

Lunedì io devo tornare al lavoro e non abbiamo alternativa che lasciarla a loro. Come possiamo renderle la cosa meno traumatica?

Abbiamo bisogno di aiuto! Grazie

Ciao mamma,

purtroppo il periodo di sviluppo in cui si trova tua figlia Chiara non la agevola nell’accondiscendere di buon grado a separarsi da te e stare con altre persone, che siano nonne o altri adulti.

L’ottavo mese è stato identificato da Spitz proprio come quello fondamentale per l’evidenziarsi dell’ansia da separazione materna e conseguente "paura dell’estraneo": il neonato nel corso dei primi mesi di vita esce dallo stato di simbiosi con la madre, si separa da lei ed inizia ad identificarsi come essere a sé stante, riconoscendola contemporaneamente come oggetto del suo amore.

Successivamente a questo lungo processo si rende perciò conto che non sempre la madre è immediatamente disponibile, da ciò l’ansia per l’abbandono (che il bambino vive ancora come assoluto e definitivo) e il timore di stare con altre persone.

Ovviamente ogni bambino ha reazioni più o meno forti a questo distacco, ma vorrei tranquillizzarti dicendoti che parecchi bambini reagiscono con pianti prolungati. Ci vorranno un po’ di mesi affinché Chiara impari a rappresentarsi la mamma anche in sua assenza e pian piano diventi consapevole che ella torna e che non la perde per sempre.

Purtroppo le esigenze lavorative spesso mal si conciliano con un processo che dovrebbe essere graduale e molte mamme si ritrovano a dover tornare al proprio impiego affidando in mani sicure bambini che però tollerano poco la separazione.

Ti comprendo anche a livello personale, avendo avuto la stessa straziante esperienza con il mio primo figlio. Ciò che posso dirti è che, col tempo, la situazione migliora e che i bambini sono molto adattivi nei confronti dei cambiamenti. Di solito dopo il pianto al momento del distacco, se ben distratti da nonni competenti, tendono a dimenticare la mamma e trascorrono ore serene, per poi tornare a piangere una volta che lei torna a casa, comportamento abbastanza tipico di richiesta di attenzioni.

Non è facile lasciare il proprio figlio sapendolo in preda ad una crisi di pianto, ma se è indispensabile farlo dobbiamo solo avere fiducia nel tempo che passa e nella crescita delle capacità del bambino.

Un consiglio pratico: meglio che le nonne non ti nominino né mostrino a Chiara le tue foto, una volta che la bambina è tranquilla in loro compagnia, questo per non ridestare il lei il tuo ricordo in un momento in cui non sei ancora disponibile.

Cordiali saluti,

Chiara Rizzello

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