Al nido non mangia, e le educatrici minimizzano: che fare?

Salve, ho un bimbo di 22 mesi che, da un mese e mezzo ha iniziato il nido (privato) e, al momento si tratta di un’esperienza infelice. Il bambino ha difficoltà a masticare e si tiene il cibo in bocca e, da tre settimane circa, me lo sto portando quasi sempre digiuno a casa. In un colloquio a tre (educatrici + Direttrice) ho esposto le mie perplessità spiegando che il bimbo non è abituato a mangiare il cibo a pezzi grossolani ma a pezzettini piccoli se unito a creme, purè o salse. Le risposte che ho ricevuto sono: ‘non facciamo trattamenti particolareggiati; una bimba come lui, per due mesi, tornava digiuna a casa finché non si è abituata; di fame non è mai morto nessuno; a casa non devi integrare…”. Viene lasciato mangiare da solo per metà del tempo, il cibo che si tiene in bocca glielo lasciano fino alla fine del pasto senza intervenire e offrirgli altro, viene forzato ad essere autonomo in così poco tempo e, l’igiene personale lascia anche un po’ a desiderare. Nonostante le nostre proposte/richieste tutto è rimasto invariato.

C’è qualcosa che posso fare è che non ho fatto o qualche associazione a cui mi posso rivolgere per avere maggiore tutela per mio figlio? Anche la sorella è iscritta nella stessa struttura, alla materna però e, al 90% non ho avuto di cui lamentarmi. Al nido, sin dall’inizio, ho visto poca cura ed attenzioni verso bimbi così piccoli sollevando il problema alla Direttrice che, fino ad ora ha preso solo le parti delle sue educatrici additando a me la colpa di essere stata troppo precipitosa nel giudicare o mettere in discussione il loro operato. Però io, da mamma, non posso stare a guardare o ignorare il fatto che non lo fanno mangiare quando a casa mi mangia senza problemi. Sono disperata e, ogni giorno sono alla ricerca di una soluzione per placare le mie angosce.

Mi tengo come ultima carta quella di cancellarlo dalla struttura ma, nel frattempo cosa posso fare affinché le mie richieste vengano ascoltate e il bimbo riceva le attenzioni di cui ha bisogno? Non è mai stato scolarizzato prima d’ora, non sa mangiare da solo e, fino a qualche tempo fa mangiava più frullato che a pezzettini. Mi sembra esagerato pretendere dal bambino, in solo due settimane un cambiamento così radicale e brusco solo perché, a sentir loro, non hanno il tempo per stare dietro a tutti i bambini se si dedicano a lui!! Oltre alla direttrice della struttura a chi altro posso rivolgermi?

Mille grazie

Buongiorno
Sicuramente la situazione descritta crea ansia e insicurezza. Che a sua volta può essere trasmessa al bambino.
I bambini hanno dei bisogni primari che devono essere soddisfatti per una crescita serena.

Hanno bisogno di gradualità nelle scoperte e nel raggiungimento dell’autonomia, e soprattutto devono essere rispettati i loro tempi. La presenza al nido deve essere piacevole e improntata sull’esplorazione e il gioco.

Nessuno mette in discussione l’operato di un educatrice fino a quando non assume un atteggiamento colpevolizzante nei confronti del genitore…è fondamentale vi sia fiducia altrimenti meglio provare un’altra struttura con altre figure.

Tuttavia il mio consiglio è quello di permettere al bambino di sperimentare altre situazioni sociali fuori dal nido e osservare se manifesta lo stesso disagio. In caso osservaste lo stesso comportamento probabilmente ha bisogno di tempi di ambientamento diversi e di instaurare un rapporto piacevole e positivo con il cibo evitando forzature e favorendo il benessere del bambino. Se invece avesse un atteggiamento positivo la causa problematica è associabile al contesto nido. In questo caso penserei a proporre situazioni educative diverse.

La saluto sperando di averle offerto un aiuto e augurandole che la situazione migliori prima possibile.
Monica Balli

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