Ascesso gengivale

Buongiorno,

sono la mamma di Ruggero, un bimbo nato l’8 maggio 2004.

A ottobre di quest’anno ho notato un ascesso gengivale in mio figlio tra il canino e l’incisivo superiori sinistri.

La pediatra mi ha prescritto ZIMOX 8 ml ogni 8 ore per 7 giorni, con suggerimento di portarlo dalla nostra dentista pediatrica di fiducia se non regrediva.

Pochi giorni dopo, vista la non regressione, l’ho appunto fatto visitare e la dentista ha triplicato la dose di antibiotico.

L’ascesso è poi regredito.

Verso il 10 novembre però l’ascesso è ricomparso, dopo qualche giorno ho fatto visitare nuovamente Ruggero dalla dentista pediatrica, che ha osservato un inizio di regressione spontanea. Quindi non abbiamo fatto nessuna terapia.

Purtroppo l’ascesso non si è assorbito, anzi, è tuttora ben presente, e la dentista suggerisce la rimozione del dente (stupidamente non ho chiesto se l’incisivo o il canino), sostenendo che il drenaggio o gli antibiotici non risolverebbero il problema, visto che gli episodi sono stati molto ravvicinati.

Va detto che in entrambe le occasioni il bambino ha avuto episodi di febbri, diarrea,

insomma pare indebolito.

La dentista sostiene che questo è collegato, e in effetti il bimbo nei periodi in cui non

aveva ascesso godeva di ottima salute (il parere è però smentito dalla mia pediatra che dice che un piccolo ascesso non può indebolire tanto l’organismo e che si tratta di coincidenze).

La mia domanda è: ha senso insistere per ulteriori terapie
antibiotiche, drenaggi o quant’altro o effettivamente così si posticiperebbe solo l’intervento?
Grazie per il suo parere,
Lavinia

Gentile Lavinia,
per darle una risposta corretta avrei bisogno di sapere il motivo per cui il dente è andato in necrosi (carie o trauma?); sarebbe anche interessante sapere in che relazione è la zona infetta con il corrispettivo permanente (tramite radiografia). In tal modo è possibile intraprendere la terapia più adeguata. La remissione dell’ascesso senza fare altro è solo temporanea.
È necessario aprire il dente e devitalizzarlo per preservare lo spazio per il permanente.
Le cose sono molto differenti a seconda che si tratti di un canino o di un incisivo laterale, poiché i tempi di permuta differiscono di anni.
Per i denti da latte le devitalizzazioni sono diverse dai permanenti perché, dovendo cadere, non è possibile otturare i canali  radicolari con dei materiali definitivi, ma è comunque possibile effettuare adeguate terapie permettendo ai denti da latte di permanere in bocca il tempo necessario a preservare lo spazio.
Rimango a disposizione per qualunque precisazione.
Cordiali saluti,
Cristiana
     

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