Lavoro in cantiere navale e allattamento al seno

 

Buongiorno dottore,

ho un bambino di sette mesi e mezzo che allatto ancora anche se ho già cominciato lo svezzamento. Da tre giorni sono tornata al lavoro. Sono impiegata tecnica in un cantiere navale.

Mi è stato chiesto di recarmi a bordo di una nave in costruzione a monitorare le attività. So bene che la legge mi tutela e che quindi posso rifiutarmi perché l’ambiente è nocivo e incompatibile con l’allattamento ma, se il problema fosse solo normativo, seguire le attività di bordo non mi dispiacerebbe.

Dopo un primo sopralluogo fatto oggi ho, però, delle perplessità. Lo stadio di allestimento è molto più indietro di quanto non credessi: saldature, verniciature, taglio di materiali friabili (pannelli in fibra di vetro, lana di roccia, ecc), attività che prevedono polveri di legno e marmo e uso di colle e solventi. 

Mi domando se c’è il rischio effettivo di passaggio di sostanze nocive nel latte, oppure con una esposizione moderata (limitando ad alcune ore al giorno e non tutti i giorni) e utilizzando la mascherina protettiva posso svolgere questo lavoro in tranquillità e sicurezza per il mio bambino.

Ringraziandola anticipatamente,
cordiali saluti.

 

Per rispondere completamente a questa domanda occorrerebbero studi appositi che non ho trovato su Internet.
Comunque mi sento di poter dire che in generale se lei sta non a diretto contatto con chi utilizza detti prodotti il rischio è ridotto: non credo che lei debba per forza stare a meno di tre metri dall’operatore…
Tra tutti i prodotti che ha citato i solventi (vastissima categoria) sono i prodotti che hanno la più alta probabilità di entrare nel latte materno (per la loro alta liposolubilità), e qui ho trovato una pagina web in inglese:
 
http://www.nrdc.org/breastmilk "Healthy Milk, Healthy Baby Chemical Pollution and Mother’s Milk"
 
e cliccare su "chemicals solvents".
 
Non per impressionarla ma le riporto questo caso:
"The mother reported visiting her husband daily at lunch time at his job with a dry cleaning firm. Monitoring of the woman’s breast milk found that she had extremely high levels of perchloroethylene in her milk, probably due to exposure in the shop. Because her exposure was repeated every day, the elimination of perchloroethylene from her body became saturated and as a result, high levels built up in her breast milk"
 
vale a dire che furono trovati alti livelli di percloroetilene nel latte materno di una donna che all’ora di pranzo andava a trovare il marito, dipendente di una ditta di pulizie.

"Mi domando se c’è il rischio effettivo di passaggio di sostanze nocive nel latte oppure con una esposizione moderata (limitando ad alcune ore al giorno e non tutti i giorni) e utilizzando la mascherina protettiva posso svolgere questo lavoro in tranquillità e sicurezza per il mio bambino".
A mio parere, ove vi fosse presenza di questi solventi (quelli clorurati, nonché toluolo e xilolo) è opportuno che lei sia distante dal luogo di utilizzo, che si limiti ad una mezz’oretta di esposizione e che utilizzi mascherine apposite con filtri.

Per gli altri prodotti  il passaggio nel latte è poco probabile, e a riprova di ciò ho trovato scarso materiale sull’argomento.

Saluti.

 

 

 

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