Vaccino meningococco b e reazioni avverse

Gentile Dott.ssa le ho già scritto in merito all’argomento ma in quel momento il vaccino era appena uscito e lei giustamente non aveva molte informazioni.
Sono molto combattuta se fare o no a mia figlia (6 anni) il vaccino, vorrei farlo ma ho tanta paura delle reazioni avverse.
Lei che informazioni ha in merito, la pediatra mi ha suggerito di farlo a breve.
Saluti e tante grazie
Alessandra

Il ceppo di meningococco più diffuso nel nostro paese è il B – 60% e più dei casi di meningite nel nostro paese è dovuto al meningococco B e circa il restante 40% è causato dal meningococco C – si parla comunque sempre di meningiti batteriche, ma esistono anche quelle virali, ecc. Ora finalmente esiste il vaccino che non è stato facile realizzare a causa del grande numero di siti antigenici di cui è composto il batterio che ha reso difficile l’individuazione di quelli, in particolare, maggiormente capaci di provocare la sintesi di anticorpi specifici nel soggetto che si va a vaccinare e nello stesso tempo meno capaci di provocare reazioni avverse. Si tratta di un vaccino valido che è stato ben valutato da numerosi studi accreditati. E’ allo stesso livello del vaccino antimeningococco C già conosciuto e somministrato da molti anni ormai. Le probabilità che un bambino di 6 anni contragga la meningite non sono altissime, sia perché i meningococchi, nel nostro paese, difficilmente si diffondono sotto forma di epidemie come potrebbe essere l’influenza, sia perché le fasce di età maggiormente a rischio, statisticamente, sono da 0 a 3 anni con picco a 2 anni e dalla pubertà ai 25-30 anni: mi riferisco, naturalmente, ad una popolazione di soggetti sani senza problemi cronici gravi di salute o deficit immunitari. Però la malattia esiste e, a volte, può venire in forma talmente grave e ad evoluzione veloce – si chiama per questo fulminante – da non dare il tempo, non solo di formulare una diagnosi, ma di iniziare una terapia antibiotica, che pure esiste e può essere efficace. I primi sintomi possono essere sovrapponibili ad una banale influenza e quando il soggetto si aggrava e sviluppa i sintomi specifici che permettono una diagnosi certa, può essere tardi per la terapia! I mesi freddi sono quelli maggiormente a rischio. Cosa consigliare, quindi? La malattia non è frequente e non è quasi mai epidemica, la bambina non è nella fascia di età particolarmente a rischio; d’altra parte il vaccino ormai esiste e i suoi effetti collaterali, quando presenti, non devono preoccupare. Se si dovesse ammalare perché non vaccinata come la metteremmo con i sensi di colpa? E’ il solito dilemma che si presenta ad ogni vaccinazione quando il problema viene visto individualmente. I genitori pensano che forse la bimba non sarebbe destinata ad ammalarsi perché, ovviamente, lo sperano con tutte le loro forze, ma chi può assicurarli che sia realmente così? Io che Le scrivo sono ormai in là con gli anni ed ho vissuto, da bambina, sia gli anni dove nemmeno la vaccinazione antipolio era obbligatoria e da pediatra dove la vaccinazione antimorbillo non esisteva, per non parlare delle più recenti! Le posso assicurare che ho vissuto molta più sofferenza infantile dovuta alle malattie di quanto non si veda ora. Per questo motivo sono diventata una vaccinatrice convinta nonostante sappia immedesimarmi nei dubbi che possono avere i genitori. Compiendo un passo indietro rispetto al singolo caso, si vede la storia nel suo complesso e si dice si alle vaccinazioni, obbligatorie o meno che siano. E per fare questo passo indietro non servono gli anni che ho io: basta fare un saltino breve in un paese sottosviluppato per capire cosa succedeva anche da noi ai bambini ancor meno di un secolo fa. Quindi io la penso come la sua pediatra, ricordandole di non trascurare la vaccinazione antimeningococco C qualora la sua bimba non l’avesse già praticata.

 

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