Vaccino contro l’influenza

Gentile dottoressa,
la mia pediatra mi ha consigliato di far vaccinare contro l’influenza il mio bambino più grande (due anni e mezzo) più che altro per tutelare il suo fratellino che non ha ancora due mesi. E’ davvero necessario? Ci sono controindicazioni?
Grazie,
Cinzia

Cara Cinzia, i bambini sani, ben nutriti e che vivono in ambienti salubri e igienicamente idonei, cioè non in brefotrofi, in un campo rom e via discorrendo, quando hanno già compiuto i sei mesi di vita, non devono essere considerati particolarmente a rischio per quanto riguarda l’influenza. Cioè, intendiamoci: i bambini, in periodo epidemico, si ammalano più e soprattutto prima degli adulti di influenza. Per questo motivo sono considerati il maggior serbatoio di virus. Sono loro che, iniziando ad ammalarsi per primi e in massa, visto che di solito frequentano un ambiente comunitario per varie ore al giorno, trasmettono e diffondono per primi l’influenza sia agli adulti che ai fratelli conviventi. Per questo si sta diffondendo l’abitudine di vaccinarli. Si tratta di un impegno, un dovere diciamo così, sociale, più che una necessità personale.
Altra cosa sarebbe se fossero affetti da una malattia cronica sia polmonare che cardiaca o renale, se fossero nati molto prematuri (anche se ormai il tuo è grandicello e non particolarmente a rischio anche qualora fosse nato prematuro), se fossero in terapia con farmaci che deprimono il sistema immunitario come i farmaci antitumorali, oppure se avessero una malattia neurologica in fase acuta o evolutiva, un’anemia congenita o fossero in cura con acido salicilico e non potessero sospendere il farmaco, se fossero diabetici o se si preventivasse per loro un ricovero ospedaliero, cioè in una comunità, per il periodo di epidemia influenzale. In tutti questi casi, l’influenza potrebbe diventare una malattia pericolosa, quindi è altamente consigliata la vaccinazione.
C’è da dire, comunque, che negli ultimi anni la vaccinazione antinfluenzale sta prendendo sempre più piede anche tra i bambini sani: le mamme e le nonne lavorano e, per loro, il rischio di dover rimanere a casa comporterebbe difficoltà. C’è poi la paura dell’epidemia di influenza aviaria, alla quale andrebbero più soggetti i malati di influenza piuttosto che i sani e altre considderazioni a volte dettate più da convenienze e calcoli di profitti commerciali che da reali obiettività. Quindi, pur non essendo il tuo bambino un soggetto particolarmente a rischio di complicazioni nel caso si ammalasse di influenza, io, in realtà, appoggio quanto consigliato dalla tua pediatra: il tuo secondogenito è ancora molto piccolino, per lui l’influenza può essere pericolosa e, per lui si, a rischio di complicanze. Ma allora anche tutti gli altri membri della famiglia dovrebbero vaccinarsi, non solo il fratello maggiore. Almeno a rigor di logica.
Le controindicazioni alla vaccinazione antinfluenzale sono veramente poche: a parte qualche possibile irritazione nel punto di inoculazione del vaccino e, raramente, due o tre giorni di lieve malessere o inappetenza con dolori muscolari, come una lievissima forma influenzale, non c’è altro da temere a meno che non vi siano state, in passato, gravi reazioni allergiche di tipo anafilattico dopo ingestione di uovo o carne di pollo. Un’altra controindicazione temporanea alla vaccinazione è, ovviamente, una malattia acuta febbrile, ma solo se la febbre è alta e la malattia di una certa entità: un raffreddore o un po di catarro senza febbre non controindicano la vaccinazione in quel momento.
Fino a tre anni se ne somministra mezza dose, dai tre anni in su, una dose intera. I vaccini sono di vari tipi ma nei bambini sono consigliati quelli split, preparati con sub-unità virali (virus frantumati e inattivi, per intenderci).
Alcune polemiche riguardo alla presenza, nel vaccino, di sostanze stabilizzanti a base di mercurio si stanno ridimensionando visto che i vaccini nuovi ne contengono quantità veramente minime.
Un caro saluto,
Daniela

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