Un grido d’aiuto

 

Gentile dottoressa,


le scrivo sotto indicazione delle ragazze del forum. Le copio esattamente quello che ho scritto lì, la prego mi aiuti.


"Leggo i tanti problemi di noi mamme, diversi e simili.


Ho bisogno di parlarne con qualcuno, ho bisogno di aiuto.


Il mio bambino, ormai lo sanno anche al Vaticano e alla Casa Bianca, non dorme. E per non dormire non intendo i 2 o 3 risvegli per notte. Sto parlando di 10 e più risvegli, un inferno che dura da 2 anni.


La privazione di sonno è una fine tortura che ti priva della forza, della lucidità e della ragione. A me ormai ha anche tolto la gioia di essere madre.


Ho voglia di sbatterlo al muro, di fargli del male.


Perché non dormi? Gli grido ogni notte. Per poi sentirmi una madre orribile.


E poi è stanco, distrutto (perché anche lui ha sonno, ma non ci riesce a dormire) e mi tortura anche di giorno con capricci, con lagne isteriche.


Ed ho ancora voglia di pestarlo sotto i piedi.


Ma chi mi aiuta? Nessuno. "Gliele leggi le favole la sera?" Ti chiedono i pediatri.


Ma nessuno pensa a me e a questo odio che ormai provo per un essere che mi ha privato della dignità e della vita.


Ma non lo capisce nessuno che ho bisogno di aiuto?


Non sapete quanto sto piangendo, adesso. Che non riesco nemmeno a vedere il monitor.


Per prima cosa ringrazio tutte, che mi avete dato questo abbraccio e mi sento un po’ meno sola.


Purtroppo i miei genitori sono lontani e per vari problemi raramente possono venirmi a trovare.


L’ultima volta è stato 2 anni fa, per la nascita del bambino.


Dimenticavo, io vivo a Roma.


I genitori di lui sono presso ché inesistenti.


Mio marito cerca di aiutarmi ma lui la notte vuole solo me…e comunque anche mio marito è distrutto. Solo che lui la mattina va via, così lo stress di sopportare il bambino che si lagna tutto il giorno tocca solo a me.


Per quanto riguarda il Nopron lo abbiamo utilizzato per molto tempo di seguito (circa un anno!!) ma senza molti risultati.


In questo periodo stiamo usando il Sedibimbi per farlo tranquillizzare un po’, ma per lui è acqua fresca.


Dopo molte insistenze col mio pediatra sono riuscita a farmi fare una richiesta per una visita specialistica (credo si tratti di neuropsichiatria), ma sapete quando mi hanno dato l’appuntamento? A settembre!


Purtroppo di specialisti che lavorino nel privato non ne conosco e non riesco a trovare nessuno che mi indirizzi. Continuo le mie ricerche, se ne trovo uno a costo di accendere un mutuo devo andarci prima.


Mi sento vecchia…stanca, una vita senza un senso.


Grazie di cuore a tutti"



 

 

Prima di tutto mi corre l’obbligo di farti capire che nessuno al mondo è veramente solo: lo può essere soggettivamente, lo può essere anche oggettivamente se appartiene ad un nucleo familiare che non sostiene, che non aiuta, che forse non capisce il momento di difficoltà che si sta vivendo, ma non lo è nella realtà.

 

E non lo è sia perché non è il solo a vivere questi momenti di difficoltà che appartengono, invece, a migliaia di altre mamme di bimbi piccoli spesso lontane dalle loro famiglie di origine, sia perché è fortemente probabile se non certo che dietro l’angolo, in ogni quartiere, in ogni asl di appartenenza, in ogni consultorio familiare, in ogni ospedale pediatrico, in ogni poliambulatorio di specialisti in varie discipline pediatriche è prevista la figura dello psicologo, del neuropsichiatra infantile, del neurologo e via discorrendo.

 

Non è solo perché spesso per i casi come il tuo, per gli stati d’animo come il tuo, non è detto che sia necessaria per forza la presenza di un medico, di uno specialista, di un luminare della scienza, ma potrebbe bastare la presenza amorevole e rasserenante di un’amica, di una ostetrica, anche di una vicina di casa o di una condomina abitante nello stesso palazzo: qualcuno che avesse la sensibilità, la disponibilità, la generosità di dirti "ora è tempo che tu ti riposi.

 

Lascia che mi occupi io del bimbo e tu vai a riposarti un po’; vai dove vuoi, a letto, dal parrucchiere, a fare una passeggiata, al cinema, a farti fare un massaggio rilassante, al mare. Insomma, stacca la spina e fallo con piena fiducia perché saprò badare al tuo bimbo con lo stesso amore e con le stesse premure che potresti avere tu." A te non serve altro che questo: un’amica, una sorella. Se non la trovi facilmente perché non prepari una mini ‘valigia e non vai tu dai tuoi genitori per un po di tempo assieme al tuo bimbo? E se nemmeno questa soluzione ti sembra attuabile, perché non chiedi in giro, al tuo medico, alla vicina, all’amica, al salumiere, insomma a chiunque ti sembri in grado di darti una risposta, il nome di un medico o di uno psicologo al quale affidare le tue pene? Sappi, però, che non ti basterà e che molto di più e più velocemente potrà fare una soluzione pratica e semplice come un aiuto regolare, anche tutti i giorni, almeno per mezza giornata.

 

Dalla tua lettera deduco che il bimbo non è inserito all’asilo, che sarebbe stato per te di un certo aiuto anche se il problema grosso è quello di far dormire il bimbo di notte. Allora ti consiglio alcune vie, visto che anch’io vivo a Roma. Cerca un appuntamento anche in regime di intramoenia, cioè una visita ambulatoriale ospedaliera ma a pagamento – probabilmente ti verrà dato un appuntamento più velocemente – nello stesso centro di neuropsichiatria infantile dove ti sei già rivolta, che sia al Policlinico Umberto I° a via dei Sabelli, che sia al Bambin Gesù, che sia alla Asl della tua zona (se vuoi mi dici dove abiti e cerco di darti una mano a scegliere interpellando una mia amica psicologa).

 

In contemporanea, se hai qualche difficoltà in questi due indirizzi, potresti rivolgerti al centro per i disturbi del sonno. A questo proposito ti riporto alcuni numeri di telefono che potrebbero esserti utili: il centro per i disturbi del sonno in età evolutiva dell’università cattolica del sacro cuore, cioè del gemelli, a Roma, via Moscati 31 tel 06 3503724; il centro per i disturbi del sonno in età evolutiva dell’università la sapienza di roma via dei Sabelli 108 tel 064940401 – 44712267 e ti do anche il telefono della sede di Roma della Fondazione IDEA che si occupa in particolare proprio di sostenere le mamme che soffrono di esaurimento nervoso e depressione post partum 06 485583, perché tu hai bisogno di aiuto tanto quanto il tuo bimbo.

 

Sia al Gemelli che alla Sapienza, se ti rivolgerai lì, oltre ad occuparsi del bimbo, potranno indicarti da chi farti aiutare con alcuni colloqui riguardo alla depressione post partum perché è molto probabile se non certo che in quei centri vi siano persone preparatissime che potranno esserti sommamente utili. Se hai bisogno di ulteriori informazioni puoi scrivermi nuovamente sul sito: nei limiti del possibile cercherò di esserti utile. Q

 

Quanto a te, parla, chiedi, sfogati, ma soprattutto credi in te e nelle tue capacità di far fronte alla situazione con l’aiuto di alcune persone ben scelte che, credimi, esistono e se hanno fatto la scelta di occuparsi di determinate problematiche è logico pensare che non chiedono altro che di essere utili in questo senso, cioè di essere interpellate.

 

Si tratta, quindi, di persone che ancora non conosci ma che, in fondo, ti stanno aspettando, anche se tu non lo sai. Allora, bando alla nevrastenia e all’autocommiserazione e appena leggerai queste righe datti da fare, chiama uno di questi numeri se non ne hai avuti altri nel frattempo, pretendi un appuntamento subito o quasi subito e se non te lo danno fai un altro numero. Vai all’appuntamento che ti verrà dato e parla di tutto e soprattutto impara a chiedere aiuto, cercando, possibilmente, le persone giuste e impara a pretendere aiuto da tuo marito nel modo che tu ritieni più utile a te.

 

Parla con lui chiaramente delle tue difficoltà, non nascondergli nulla, trovate un momento per riflettere sul problema con calma, sono passati due anni da quando il bimbo è venuto al mondo, da due anni la coppia è diventata famiglia e come tale deve affrontare la quotidianità con tutto quello che comporta il fatto di fare spazio prima di tutto nel proprio cuore oltre che nella casa per un nuovo essere umano. Se questo spazio, che non può che costruirsi insieme, stenta a crearsi, tutto il sistema famiglia va in tilt, la sofferenza è tante e deflagrante e le ceneri ricadono in parti uguali su tutti i membri del nucleo familiare senza che, forse, nessuno di essi abbia veramente colpa in prima persona di quanto sta succedendo, ma soprattutto con grande disagio per i bambini che soffrono senza avere colpa alcuna con l’aggravante di non sapere codificare né giustificare né capire questa sofferenza, quindi lasciandola ingestita e incustodita, facendola diventare un male oscuro pervasivo con ripercussioni difficili da quantificare ma sicuramente importanti e condizionanti il proprio carattere, e il futuro psicologico ed educativo del bambino se non si prendono in tempo i provvedimenti necessari per arginare tutto ciò. Per avere altri chiarimenti potresti anche rivolgerti alla psicologa del sito che potrebbe indirizzarti alle persone giuste forse meglio di me che sono pediatra, soprattutto se vive anche lei a Roma.

 

Ti abbraccio confidando che saprai uscire fuori dal tunnel più presto di quanto ora credi.

 

Un suggerimento: per indurre il sonno ad un bimbo esiste anche la melatonina con la quale a volte si ottengono buoni risultati, anche se è ben chiaro che nel caso del tuo bimbo si tratta di un nervosismo che si nutre anche del tuo stato depressivo e dei messaggi ambivalenti che inevitabilmente gli trasmetti in questo periodo rendendolo insicuro ma soprattutto insicuro del tuo amore per lui.

 

Daniela

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