Timore dei bambini all’asilo e notti agitate

 

Gentile dottoressa,

Sono 3 giorni che mio figlio di 28 mesi è piuttosto strano e soprattutto la notte si sveglia ogni ora mi chiama oppure piange molto (credo faccia dei brutti sogni rivivendo le cose negative della giornata) e la mattina non vuole svegliarsi e non vuole andare al nido.

Credo di aver individuato il problema, le educatrici mi hanno detto che mio figlio è un bimbo che nel grande gruppo subisce soprattutto perché è il più piccolo, mentre nel piccolo gruppo è lui ad essere un po’ dispettoso… Siccome ultimamente sono stati raggruppati tutti i bimbi della sezione (circa 20) sicuramente lui avrà subito i bimbi più prepotenti (…e ce ne sono diversi ! )

L’educatrice mi ha suggerito di fargli fare ogni tanto una vacanza dall’asilo e farlo stare con me.

Io non so se assecondare una suo timore tenendolo lontano dall’asilo un giorno sia giusto o sbagliato, però forse farlo stare di più con i genitori rafforza le sue sicurezze? Non vorrei provocare l’effetto contrario magari gli piace molto di più stare con noi e comincia a diventare un problema mandarlo all’asilo.

Non so che fare, devo andare a fondo per capire di chi ha timore ?

Devo lasciar andare le cose così perché è normale fargliele affrontare ?

Ancora il bimbo non mi racconta nulla…

Cosa fare per capire meglio e per fargli capire come affrontare questi timori ?

Mi rivolgo a lei perché mi sono sempre trovate in accordo con le sue risposte anche quelle non relative alla salute dei bimbi e devo dire che i suoi insegnamenti sono sempre stati efficaci

Grazie

Stefania

Se il bimbo va volentieri all’asilo, indipendentemente da come elabora presumibilmente le esperienze che vi fa, credo che non sia la migliore soluzione quella di allontanarlo dall’asilo, specialmente in modo così discontinuo. Per fare ciò basteranno le inevitabili piccole malattie infettive che prima o poi dovrà superare. Se il bimbo è ancora figlio unico io cercherei di abituarlo a stare con i coetanei organizzando occasioni di incontro con altri amichetti, meglio se dell’asilo stesso e del suo reparto, sia a casa tua che in altro luogo, magari al parco in un pomeriggio di bel tempo o la domenica a casa. In questo modo potranno rinsaldarsi le amicizie, importanti anche a questa età e il bimbo imparerà a vivere come esperienza familiare la convivenza e il gioco condiviso in un piccolo gruppo – basta anche solo essere in tre.

Una volta che il bimbo imparerà ad essere più sicuro di sé, forte del legame privilegiato che potrebbe crearsi con un altro bambino del suo reparto, riuscirà anche ad affrontare meglio un gruppo più grande.

L’acquisizione di un linguaggio più completo, poi, gli permetterà, mese dopo mese, di comunicare sempre meglio anche in mezzo a bambini più grandi. La rielaborazione notturna dei vissuti non sempre piacevoli del giorno, in fondo, è positiva. Il bambino non va lasciato solo in quei momenti, è ovvio, però a mio avviso è buona cosa che esprima il suo disagio anche in questo modo. Se, invece, il bimbo mostrasse di non andare volentieri all’asilo e i suoi sonni agitati non fossero tali per le ipotesi fatte prima ma bensì per la paura di tornare a scuola il giorno dopo, qualche giorno di riposo per permettergli di rilassarsi un po’ potrebbero essere opportuni così come una riflessione assieme alle educatrici che vedono quotidianamente il comportamento del piccolo. In fondo la frequentazione quotidiana di un reparto pieno di altri bambini, specie se a tempo pieno, per un bimbo di poco più di due anni, a lungo andare può essere stressante e un po di riposo ogni tanto non si dovrebbe negare a nessuno.

Un caro saluto, Daniela

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