Timidezza improvvisa: e se fosse autismo?

 

Gentilissima dottoressa,

ho un grosso timore. Emma, 2 anni e mezzo, da qualche tempo ha cominciato ad avere atteggiamenti strani: episodi di timidezza improvvisa (chiude addirittura gli occhi), non solo in situazioni nuove (negozi, estranei che salutano per strada), ma anche con i familiari; enorme difficoltà a staccarsi da me, con crisi di pianto; al nido mi riferiscono stare spesso in disparte sola ad osservare.

A gennaio ha subito intervento di adenotonsillectomia e da allora sono iniziati questi cambiamenti comportamentali, solo che non so se definirli solo tali. Questi suoi sbalzi, questo suo funzionare a corrente alternata mi spiazza e mi spaventa e non so cosa pensare… e se fosse autismo? Come potrei riconoscerlo senza per forza portare la bambina da un medico (per non aggravare questo suo periodo di insicurezze)?

Grazie per l’attenzione. Cordiali saluti, Laura

I bambini autistici possono, certo, avere crisi di pianto e di irritabilità, ma l’autismo è per definizione l’incapacità di relazionarsi con gli altri e i bambini autistici sono spesso anaffettivi, apparentemente indifferenti a quanto li circonda, chiusi in un mondo tutto loro. Passano il tempo a tormentare oggetti in modo afinalistico con gesti stereotipati, guardano spesso senza espressione particolare quanto li circonda e questo è esattamente l’opposto delle crisi di timidezza.

Lo stress dell’intervento può avere creato nella bimba un senso di insicurezza, il bisogno di maggiore protezione e così via, ma non certo tendenze autistiche. Cerca di favorire momenti di comunicazione e di gioco con altri bambini e parla anche con le maestre affinché si impegnino particolarmente con la bimba per un po’ di tempo.

Cerca di individuare una bimba, o anche un bimbo, di pari età che la piccola possa frequentare anche al di fuori dell’orario di asilo e a tu per tu per favorire una confidenza che al nido sembra non riuscire a trovare.

Se ci sono nella piccola comportamenti che possono fare pensare alla depressione, parlane con uno psicologo per capire un po’ meglio e cerca di favorire il più possibile l’autostima e l’autonomia della piccola incoraggiandola e lodandola ogni volta che fa qualcosa correttamente oppure ogni volta che impara una nuova acquisizione.

Visto che fa caldo e che non ha più lo spauracchio delle infezioni tonsillari, prova ad avviarla all’acquaticità, magari più al mare che in piscina, facendo l’esperienza assieme a lei e ad altri bambini. Vedrai che dopo l’estate andrà sicuramente meglio, specie se avrà imparato a parlare meglio di ora. Un grosso aiuto potrebbe essere anche la pet therapy con un animale: cane, gatto, coniglio, cavallo, delfini, ecc.

Un caro saluto, Daniela

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