Gentile Dottoressa,
dopo la Sua esauriente analisi, Le pongo un problema che sta condizionando la nostra vita familiare. Mio figlio di dieci mesi, è abituato sin dalla nascita a dormire nel suo lettino, con il suo oggetto transizionale, senza bisogno di essere cullato in braccio o musichette fin dalle 20:30 di sera.
Fin qui tutto bene, all’incirca 2 mesi fa dormiva tutta la notte per intero, poi a causa di varie influenze e raffreddori (presumibilmente per il nido) a cui noi facciamo ricorso con lavaggi nasali e aerosol, ha smesso di dormire tutta la notte e ha risvegli frequenti. Questi si attuano a partire dalle 2 di notte e proseguono fino alle 4 del mattino, urla, piange, si lamenta ma è sufficiente dargli il ciuccio affinchè riprenda sonno per poi dopo 5 minuti rifare la stessa cosa. Poi si riaddormenta e se siamo fortunati fino alle 7 del mattino. Però non riusciamo a capire da cosa dipendono. Da fame? (no perchè prende il latte prima di dormire e non lo richiede più), da sete? (rifiuta qualsiasi biberon di acqua o camomilla), dal pannolino sporco? (abbiamo tentato di cambiarlo una notte e ha avuto una vera e propria crisi)
A questo punto presumo siano dolori ma i dentini ne ha 7 e non se ne vedono altri. Ha sofferto di coliche e stipsi ma oramai il suo sistema intestinale dovrebbe aver superato questa fase. Insomma, siamo sull’orlo di una crisi di nervi, la cosa che ci stupisce è che basta il ciuccio per riprendere sonno ma noi ci alziamo anche 20 volte in quasi tre quarti d’ora.
Cara Serena,
se al tuo bimbo basta riavere il ciuccio per riprendere il sonno, forse non si sveglia completamente quando piange. Molto probabilmente, dato che dorme, penso, almeno 4-5 ore prima di cominciare a piangere, ha qualche incubo e nulla di più preoccupante. L’esperienza del nido (anche se non so quando l’ha cominciato), cioè sia l’esperienza di un ambiente nuovo che dell’allontanamento dalla mamma, così come, forse, le fitte notturne per l’arrivo di nuovi dentini e le esperienze dei primi passetti o primi gattonamenti che lo allontanano anch’essi dalle braccia della mamma, possono essere rivissute durante la notte sotto forma di sensazioni, o meglio, emozioni ansiogene. Se così fosse sarebbe un bene: il bimbo, sognando, tenta di mettere ordine nelle esperienze del giorno, di classificarle, ricordarle, per fare tesoro di quanto impara, sia nel bene che nel male e capire meglio il mondo che comincia ad esplorare.