Rifiuto del cibo e vomito

Gentilissima Dottoressa,

mi rivolgo a lei dopo averle davvero provate tutte.

Il mio bambino di due anni e mezzo non ha mai avuto un grande appetito.

Reflussante, nato piccolo per l’età gestazionale, curato esclusivamente con il latte antirigurgito, sempre un po’ più piccolo rispetto alla media e ai percentili, ha accettato di buon grado lo svezzamento e il problema sembrava essersi un pochino risolto. Continuava il problema della carne e del pesce non tanto come gusto ma come impegno nella masticazione nonostante ciò che invece gli aggrada lo mastica ben bene. Sporadicamente qualche episodio di vomito. Vomito che poi, con il tempo abbiamo capito essere capacissimo di procurarsi.

Durante il pasto si cercava di creare un ambiente piacevole, di creare piatti invitanti e divertenti di mangiare tutti insieme le stesse cose, di non forzarlo nè nei tempi nè nelle quantità  con la speranza  che l’appetito e la curiosità alimentare aumentassero col tempo e con l’imitazione degli adulti o degli altri bimbi.

L’unica cosa che mangia ora è pasta col pomodoro (guai a camuffare omogeneizzati se ne accorge subito…), un uovo alla settimana, pezzi di grana, pane. Raramente, se messo sotto forma di gioco, del prosciutto. Si è anche provato a "premiare" quando mangia un po’ di più con a fine pasto una cosa che a lui piace molto ma è durato per poco. Niente altro. Non mangia neppure quando è con i miei genitori. Ho provato a fargli fare piccoli pasti frazionati nell’arco della giornata ma con ben poco risultato. Alla sera molto spesso mi chiede latte e anche lì, così come la colazione, fa fatica a mangiarlo tutto.

Tutto ciò di diverso che gli si propone seppure senza forzature non viene accettato tanto da procurarsi il conato e il resto è storia… Rimane lì tristemente sul pavimento.

Ieri sera, ad esempio, essendo disturbato di intestino la pediatra mi ha, giustamente, consigliato di eliminare per alcuni giorni i latticini. Bene, faccio una pasta in bianco per non proporgli riso che so non essere ben accetto, anche se avrebbe avuto un effetto più immediato sul problema. Mi siedo accanto a lui ci gioco, ci chiacchiero, l’ambiente è sereno, non lo forzo. Questa pasta viene passata da una guancia all’ altra con faccino schifato e dopo poco naturalmente vomita tutto.

Parlandone con la mia pediatra, mi ha dato uno sciroppo per stimolare l’ appetito ma non ha sortito gran risultato.

È alto 90 centimetri per 11-12 chili di peso. Era arrivato a tredici chili ma poi ha perso tanto. Non mangia un pezzo di carne o pesce da moltissimi mesi oramai.

La cosa sta diventando avvilente e inizio a preoccuparmi anche per eventuali carenze alimentari che a lungo andare potrebbero manifestarsi, lui che appena nato ha presentato una anemia notevole curata per tre mesi con i farmaci.

Per il resto è un bimbo allegro, vivace, molto affettuoso al quale davvero tante attenzioni si prestano durante la giornata, con il quale gioco molto. So che un cattivo rapporto col cibo può nascondere conflitti con la madre. Le sto pensando tutte, non pretendo che diventi un mangione ma vorrei che avesse questo brutto rapporto col cibo.

Infine mi rivolgo a lei, non sapendo davvero più che provare.

Anticipatamente, grazie.

Deborah


Cara Deborah,
come dico spesso: se la montagna non va da Maometto sarà Maometto a dover andare verso la motagna (o viceversa..)!
Non farti venire l’esaurimento nervoso per contrastare i gusti e le tendenze alimentari del bimbo! Intanto, anche la tua pediatra te lo avrà sicuramente già detto, peso e altezza sono nella norma: è un bimbo minuto, di costituzione snella, ma se pesasse 12,5 kg il suo peso sarebbe perfettamente in linea con la sua altezza, quindi non è biafrano e può permettersi di rivendicare le sue preferenze alimentari.
Sostituisci la carne con i legumi, come giustamente ti suggerisce lui, lascia perdere gli omogeneizzati che è ormai un ometto e non più un lattante.
Gestisci la sua alimentazione a metà tra assecondarlo sui gusti e proporgli le cose che ama e dargli le stesse cose che prepari per tutta la famiglia.
Separa il primo piatto dal secondo e, se non vuole il primo, riduci gradatamente le commedie e i teatrini vari e togligli il piatto ancora non terminato per mettergli davanti il secondo.
Fai lo  stesso con il contorno e con la frutta.
Se non mangia, insisti solo quanto basta, cioè pochissimo e se fa capricci lascialo pure senza mangiare ma assolutamente senza dare niente in sostituzione.
Se reclama qualcosa a gran voce gli dirai senza sgridarlo e senza mostrarti arrabbiata che quella cosa è finita e che magari fino alla sera o al giorno dopo nessuno potrà andarla a comprare, oppure digli semplicemente che si andrà a comprare domani.
Se fa capricci non ti mostrare affranta o triste o affaticata dal fatto di dover gestire questa situazione impegnativa, mostrati sempre determinata, positiva e, se puoi, allegra e non far assolutamente trapelare la tua ansia, anzi, meglio sarebbe per tutti e due che quest’ansia tu non l’avessi per niente.
Parallelamente a questo atteggiamento, cerca di fare stare il bimbo il più possibile fuori casa, non dico solo mandandolo al nido, ma portandolo spesso fuori all’aria aperta e facendolo sgambettare e stancare per benino.
Limita al massimo i fuori pasto, anzi, prevedendo 5 pasti al giorno, non dare assolutamente nulla oltre o al di fuori di questi 5 pasti.
Fai che anche tutte le altre persone che si occupano del piccolo si comportino nella stessa maniera e che il bimbo non viva dei comportamenti contraddittori da parte degli adulti.
Vedrai che quanta meno attenzione darai ai rifiuti del bimbo (dopo avere adeguatamente rispettato i suoi gusti, s’intende), tanto meno capricci farà.
Detto ciò, nei momenti in cui ti senti più serena, lavora di fantasia e inventati praparazioni allegre, ma non aspettarti molto dal piccolo, potresti rimanere delusa: provaci soltanto e fai che le cose siano talmente invitanti da piacere anche al resto della famiglia, così le tue fatiche non cadranno nel vuoto.
Comunque, se non è la fantasia di cui ha bisogno il bimbo, vai di pappa al pomodoro a oltranza, anche tutti i giorni se non si arrossa il sederino, è l’unico modo per fargliela venire a noia e invogliarlo ad accettare le novità!
A fianco a questo comportamento cerca di riflettere se, al di là dei momenti dei pasti, riesci a dare sufficiente attenzione e ascolto al piccolo oppure sei distratta dal lavoro o magari semplicemente stanca e "delegante": i capricci dei bambini sono spesso richieste di attenzioni che non hanno a sufficienza oppure richiesta di essere ascoltati e capiti, nonché semplicemente accettati per quelli che sono e non per quelli che la mamma o i genitori vorrebbero che fossero. 
Un caro saluto,
Daniela
P.S. Lascia perdere gli stimolanti per l’appetito… Sono spesso fumo negli occhi per le mamme e soldoni in tasca per le case farmaceutiche!

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