Rge, cosa succede al latte ad un’ora dell’assunzione

 

 

Buongiorno dottoressa,

 

sono la mamma di un bambino di due mesi e mezzo, alla nascita pesava 3,5 kg, a un mese 4,00 kg, a due mesi 6,00 kg, ora è circa 6,5 kg. Soffre di rge dovuto, secondo la pediatra da un eccesso di alimentazione, presenta sempre un’abbondante salivazione e molto spesso invece del rigurgito classico (latte tipo ricottina) dalla bocca fouriesce del liquido bianco.

 

Il bambino dorme solo a pancia in giù con piano rialzato di 30 gradi, ho notato quando dorme che nella prima ora l’addome è rilassato con movimenti tranquilli, passata l’ora inizia a muoversi più velocemente espandendosi (si allarga e si restringe più velocemente) in quei momenti appaiono le bollicine alla bocca e il bambino si contrae inarcando la schiena, penso allora che in quel momento si stia verificando il rigurgito.

 

La mia domanda è: perché questo cambiamento repentino dei movimenti dell’addome? È una fase normale del processo digestivo o ci sono altri motivi? Se non ci fossero questi movimenti i rigurgiti sparirebbero?

 

Da una settimana il bambino si alimenta con latte AR e, sotto consiglio della pediatra cerco di dargli 120 cc di latte ogni 3,5 – 4 ore per ridurre il lavoro digestivo dello stomaco, anche se per ora non ci sono miglioramenti e la situazione è rimasta inalterata.

 

Grazie

 

 

 

 

Il latte, generalmente, rimane nello stomaco circa un’oretta prima di essere spinto verso il duodeno e l’intestino dalle contrazioni peristaltiche dello stomaco. La peristalsi dello stomaco funziona come quella dell’intestino, cioè ad una contrazione a monte corrisponde un rilassamento nel segmento inferiore, a valle.

 

In questo modo il contenuto alimentare progredisce dall’alto verso il basso spinto dall’aumento della pressione sopra di lui. Quando vi è incontinenza del cardias, cioè quando vi è reflusso gastroesofageo, al momento della contrazione di un segmento della parete dello stomaco, se rimane un po’ di contenuto gastrico a monte del tratto che si contrae, questo cibo misto a succhi gastrici, invece di rimanere compresso nello stomaco, risale spinto dall’aumento della pressione intragastrica perché non ha l’impedimento costituito dal cardias che è incontinente.

 

Nello stesso tempo, l’altra parte del contenuto gastrico che si trova a valle del tratto contratto, viene immessa nel duodeno e nell’intestino dove, con lo stesso meccanismo, stimola la peristalsi intestinale e progredisce a ondate successive verso il basso. Pertanto, dopo un’ora dalla fine del pasto, le prime contrazioni gastriche portano a due conseguenze: risalita di cibo in esofago (se c’è reflusso) e discesa di cibo nell’intestino. Pertanto inizia il reflusso e iniziano i movimenti a volte visibili della parete addominale corrispondenti alla peristalsi intestinale.

 

Pasti meno abbondanti rendono meno evidente questo fenomeno che, per altro, è del tutto fisiologico.

 

Un caro saluto, Daniela

 

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