Reflusso e trauma prenatale

 

Buongiorno dottoressa,

eccomi ancora a scriverle in preda alla disperazione. Mio figlio ormai ha quasi 4 mesi e pesa kg 6,500. Assume Ranidil 2 volte al giorno 2 ml a volta. Per un periodo era un po’ migliorato ma ora sembra riluttante ai farmaci. Cerco in tutti i modi, anche dietro Suo consiglio, di arrivare a 3 ore di intervallo tra una poppata e l’altra ma è un’impresa. Lui è sempre agitato, spesso piange anche in braccio; in carrozzina e uscire neanche a parlarne, dopo 5 minuti piange disperato e devo metterlo nel marsupio rivolto all’esterno.

Alcuni giorni piange anche nel marsupio durante la passeggiata. In casa non ne parliamo. È un incubo.

Ho provato tanti medici e tutti i tipi di farmaci ma niente. Il mio attuale pediatra, che tra l’altro è un noto professore neonatologo di Roma fedele solo al Ranidil (ed io concordo con lui) dice che a questo punto rimane solo il ricovero per fare la ph metria; io mi chiedo: servirà a qualcosa? o sarà solo un inutile stress per il piccolo? Sto provando anche con ranidil 3 volte al giorno da un paio di giorni ma niente. Cosa posso fare ormai? mettermi l’anima in pace e aspettare che cresca?

È morta mia mamma mentre ero incinta, può il trauma aver inciso su questo problema del piccolo? Quanto il mio attuale esaurimento sta peggiorando il suo stato? Non so più cosa fare e come sempre mi rivolgo a lei. Grazie infinite.

Antonietta

Il grosso trauma da te subito in un periodo così vulnerabile psicologicamente come la gravidanza ha sicuramente inciso su di te e sul nascituro, nessuno potrà dire il contrario. Ora si sa che i sintomi di un bambino reflussante sono difficilissimi da gestire e si sa anche che il reflusso può evidenziarsi maggiormente se non addirittura essere causato da un forte e prolungati stress anche emotivo vissuto dalla madre in utero.

Pertanto, da quanto mi racconti, penso di poterti dire con assoluta certezza che il comportamento del bimbo è la somma dei due fattori, cioè tuo stato d’animo e, magari, reflusso di per sé, così frequente nei primi mesi di vita.

La phmetria può chiarire i dubbi su un reflusso qualora ci siano ancora dubbi ma non è che faccia modificare la terapia che rimane pur sempre la stessa solo che si è più tranquilli di darla a ragion veduta. Però io credo che tu debba valutare anche il tuo stato d’animo attuale e la tua capacità di contenere il bisogno di attenzione, di affetto e, appunto, di contenimento delle tensioni emotive del bimbo.

Se tu, a causa della inevitabile depressione conseguente alla perdita della mamma, sei nervosa ed esaurita, il bimbo percepirà la tua impossibilità di fare da raccoglitore e contenitore delle sue emozioni e vivrà lui stesso la triste sensazione di non essere adeguatamente compreso e accudito nonostante il tuo grande amore per lui. I bambini piccoli, ma anche i meno piccoli, vivono la realtà riflessa negli occhi e nel viso della loro madre e se questi occhi parlano di dolore e trasmettono il senso profondo di vuoto che solo la perdita di una madre è in grado di lasciare (l’elaborazione del lutto per la perdita di un genitore, in particolare di una madre può richiedere anni e non mesi), per quanto amore tu possa dare al bimbo, esso sarà comunque sempre intriso di tristezza e anche di una certa lontananza affettiva, una mancanza di perfetta empatia tra mamma e bambino e il continuo pianto del bimbo, al di là del disturbo fisico probabilissimo, continuerà ad essere un disperato richiamo di attenzione e la ricerca di un dialogo non perfettamente attuato.

Io ti consiglierei, quindi, di riflettere anche su questo punto e magari, se ne senti la necessità, di farti aiutare psicologicamente in questo periodo, oltre che in senso pratico chiedendo aiuto, magari, ad una sorella, ai suoceri, se sei con loro in buoni rapporti o anche ad una brava baby sitter che ti potrebbe sollevare almeno per alcune ore dall’accudimento del piccolo e, non ultimo, a tuo marito.

Perché non provi a frequentare un corso di massaggio infantile? E anche tu, perché non provi a farti coccolare un po di più, a chiedere aiuto, a dividere con qualcuno il peso dell’accudimento del bimbo?. La phmetria sarà una indagine senz’altro utile e nemmeno troppo fastidiosa per un bimbo o comunque meno di quanto tu possa credere, però sarà per te uno stress in più e capisco che in questo momento ne faresti volentieri a meno. Allora concediti di farne a meno, almeno per ora e pensa a rilassarti e a rasserenarti e fatti aiutare. Convinciti che anche senza la presenza della mamma, che tanto ti sarebbe stata di conforto, non sei sola e se chiederai potrai trovare molte più persone di quanto credi disponibili a darti una mano, pratica o psicologica che sia. Abbi fiducia nelle tue capacità, sia attuali che residue così come avresti avuto incondizionata fiducia, credo, nelle capacità di aiutarti che avrebbe avuto la tua mamma.

Un caro saluto, Daniela

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