Radiazioni dal Giappone: consigli

Buongiorno,

vorrei delle informazioni riguardo alle radiazioni.
Vivo in Cina e ho due bambini uno di 10 anni e uno di 5 mesi e non ho nessun riferimento né in Italia né in Cina come pediatra o medico di fiducia.
Vista la situazione in Giappone sono un po’ preoccupata, volevo sapere come comportarmi:
c’è una profilassi che dovremmo fare?
Dovrei avere in casa dei medicinali nel caso la nube si spostasse verso la Cina? In questo caso noi dovremmo rimpatriare, ma non sarà una cosa così facile ed immediata.
So che bisogna stare attenti alla tiroide cosa dovrei fare?
Qui c’è già un po’ di panico. La gente ha svuotato gli scaffali del sale e non si trovano più in giro madicinali o integratori a base di iodio.

Grazie mille per l’auto, sperando che la situazione in Giappone migliori.

Cordiali Saluti

Francesca Lozza

Innanzitutto, come è sempre opportuno precisare, è bene essere attenti ed informati ma non allarmisti ed è altrettanto opportuno evitare i rimedi fai da te senza provata necessità e senza avere ottenuto il nulla osta sia del medico che segue i bambini e che, vivendo la realtà della zona, sarà sicuramente informato sulla situazione di rischio reale momento per momento, che del medico o dell’ente preposto alla tutela dei danni ambientali provocati da qualsiasi inquinante atmosferico ma in modo particolare da radiazioni ionizzanti.

I danni provocati da una eccessiva e massiva esposizione alle radiazioni ionizzanti possono essere molteplici, acuti, cronici, interessanti le cellule dell’organismo del soggetto e quelle riproduttive con possibilità di trasmissione alla prole. Le radiazioni ionizzanti possono depositarsi sui vestiti e sulla cute ma il vero pericolo è quando vengono ingerite attraverso cibi contaminati oppure inalate respirando aria ad alta concentrazione di radiazioni. Per ridurre al minimo l’inalazione si usano, come si può abbondantemente vedere dalle immagini trasmesse dalla televisione, le mascherine protettive che vanno spesso sostituite. Per ridurre al minimo l’ingestione si possono poi attuare delle misure dietetiche opportune preventive. Per esempio, in linea generale, si dovrebbero evitare le verdure verdi a foglia larga e i funghi provenienti da terre contaminate; per evitare l’ingestione di cesio 137 bisognerebbe astenersi dalla carne e dal pesce provenienti da zone contaminate; per evitare l’ingestione di stronzio 90 bisognerebbe evitare di bere latte e di mangiare formaggi freschi e cereali integrali provenienti da zone contaminate e per evitare l’ingestione di iodio radioattivo bisognerebbe evitare di bere latte e di mangiare verdure provenienti da zone a rischio.

Per rinforzare le pareti cellulari e ridurre il rischio dei danni provocati dalla forte produzione di radicali liberi causata dalle sostanze radioattive bisognerebbe assumere integratori alimentari e vitamine ad alte dosi con provato effetto antiossidante, in modo particolare le vitamine A, B6, C, E, più gli oligoelementi come lo zinco, che è anch’esso un importante antiossidante, il selenio, il manganese e il rame, il tutto almeno per 10 gg se si vive in zone a forte contaminazione radioattiva. Per evitare danni alla tiroide che, captando lo iodio che trova nel circolo sanguigno per espletare le sue funzioni, è a forte rischio di concentrare al suo interno lo iodio radioattivo, bisogna assumere iodio sotto forma di ioduro di potassio in modo che questa sostanza sia competitiva nei confronti dello iodio radioattivo e venga captata al posto di quest’ultimo. A tale scopo, non potendo trovare sale iodato che lo contenga, ci si può fare preparare dal farmacista una soluzione acquosa al 50% di ioduro di potassio assumendone in questa posologia: parlando sempre di bambini: fino a due anni, 1 goccia al giorno, da due a 5 anni due gocce al giorno, da cinque a dodici anni, due gocce per due volte al giorno e sopra i dodici anni, tre gocce due volte al giorno; questo almeno per tre giorni dal momento di certezza o di forte probabilità di essere stati contaminati o di avere soggiornato in una zona a forte rischio.

Ricordo inoltre che tutte le crucifere come cavoli, broccoli, ecc., contengono antiossidanti in alte concentrazioni e se l’età del bambino lo permette possono essere assunte con vantaggio, sempre, ovviamente, che non provengano da aree a rischio. Questo proprio per rispondere alla tua domanda, veramente molto e tristemente attuale. Ma per quanto riguarda la necessità reale e l’opportunità di attuare tutte queste misure preventive, ripeto, è bene attenersi ai consigli che verranno dati volta per volta attraverso tutti gli organi di informazione e le persone competenti della zona dove si vive senza allarmismi.

Un caro saluto, Daniela

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