Quando è stanca si picchia (e altri dubbi sull’insonnia)

Gentilissima dottoressa,
le scrivo per esprimerle alcune perplessità sull’insonnia della mia bimba di 8 mesi, spero possa darmi il suo parere.

La prima perplessità riguarda uno strano comportamento comparso circa un mese fa. Premetto che dal 5^ mese di vita la bimba ha cominciato ad avere molti risvegli notturni, ora siamo a un risveglio ogni ora, ora e venti. Anche durante il giorno i suoi riposini non sono mai sereni, nel senso che dopo aver molto pianto per addormentarsi, si risveglia subito dopo, a volte anche solo 10 minuti, visibilmente stanca e capricciosa. Basta un rumorino, colpetto di tosse, o altro per svegliarla.

Quando ha molto sonno e dovrebbe dormire, oltre a piangere in modo inconsolabile anche per un’ora, si picchia. Con la manina si colpisce ripetutamente la testa. E’ un comportamento che mi lascia perplessa.


Ha sofferto di reflusso, ma pare che la cosa sia superata. Preciso che non ha mai vomitato, faceva solo rigurgiti.


Con l’introduzione dei pasti solidi è andata molto meglio. Tossetta strana e catarro frequente no.

In secondo luogo mi chiedo se i suoi continui risvegli siano da imputare a qualche disturbo “occulto”. Greta è una bambina sana, mangia con felicità quasi tutte le cose che le vengono proposte per lo svezzamento, siamo una famiglia serena, oserei dire felice. Potrebbe esserci qualche cosa, nell’alimentazione magari, che le provoca i continui risvegli? Lei si addormenta tra le 21.30 e le 22 sempre piangendo e disperandosi. Quindi non riesco ad instaurare un rituale piacevole per la nanna. Devo per forza di cose intervenire prendendola in braccio, e comunque si calma solo allattandola. Dopo circa 30/45 minuti si risveglia piangendo o lagnandosi, vuole nuovamente ciucciare al seno (rifiuta biberon e ciuccio), si riaddormenta e si risveglia poi ogni ora/ora e venti per tutta la notte. Io so che la mia bimba ha solo 8 mesi e dunque non pretendo una notte completa di sonno, ma almeno migliorare la situazione. Lei cosa ne pensa?

Spero vivamente possa darmi una sua opinione, in attesa la ringrazio e la saluto.




Io ho l’impressione che non si tratti di intolleranza al latte o ai suoi derivati. 
Senza conoscere la bimba è difficile dare una risposta cucita proprio su misura sulla piccola, però io faccio tre ipotesi: 
1) la bimba, avendo sofferto di reflusso in passato, potrebbe avere avuto un sonno disturbato nel periodo in cui il problema era più acuto e adesso si deve riabituare al sonno prolungato anche se i risvegli non sono più o non sono sempre dovuti al reflusso; 
2) la bimba è stata abituata ad attaccarsi al seno ad ogni risveglio e, forse, ora tu paghi per essere stata troppo accondiscendente (il suo organismo si deve disabituare ai pasti notturni); 
3) la piccola sta attraversando il periodo difficile degli otto mesi durante il quale si sta gradualmente e faticosamente separando dalla figura materna per costruirsi una sua individualità e questo le procura una inevitabile angoscia che si ripercuote sul suo sonno. 
A questo si può aggiungere il disturbo legato alla dentizione oppure qualsiasi altra situazione che può avere modificato delle sue abitudini di vita precedenti (inserimento al nido, ripresa del lavoro da parte tua, arrivo di una baby sitter per alcune ore al giorno o quant’altro). 

Le iniziative che hai preso fin’ora mi sembrano giuste. La bimba deve imparare a dormire nel suo lettino e ad autoconsolarsi da sola quando si sveglia almeno a qualcuno dei suoi numerosi risvegli. Bene l’idea di non attaccarla più al seno ad oltranza di notte. 

Qualsiasi tappa evolutiva, sia per un bambino che per un adulto, è dolorosa e faticosa, ma il compito di un genitore è quello di accompagnare il bambino verso la sua autonomia e la sua maturazione con comportamenti che le facilitino anziché fissarsi su atteggiamenti troppo consolatori che tenderebbero a bloccare il suo faticoso sviluppo psichico. 

Battersi la testa con la mano o comportamenti simili sono, di solito, per attirare l’attenzione, come rinforzo al pianto, oppure semplicemente uno scarico di tensioni emotive: solitamente non necessitano di grande attenzione se non si ripetono troppo spesso.





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