Pericolo toxoplasma anche dopo gravidanza?

Salve
un po’ di tempo fa leggendo una sua risposta ad una utente mi pare che Lei affermò che anche dopo la gravidanza bisognava stare attenti al rischio toxoplasma in particolare da contatto con piante cibi crudi ecc. Il mio bimbo ora ha 2 mesi e mezzo, volevo sapere se persistono ancora dei rischi e se si, con quali problematiche annesse? Grazie

La toxoplasmosi è una infezione dovuta ad un parassita intracellulare (toxoplasmo gondii) che si può ritrovare nelle carni crude di vari animali e nelle feci soprattutto dei gatti che si alimentano con topi o altri animali infetti. In epoca prenatale il feto si può infettare attraverso la circolazione sanguigna della placenta se la madre è infetta e questo può avvenire tanto più facilmente quanto più la placenta matura e si vascolarizza, quindi negli ultimi periodi di gravidanza, mentre se la madre si infetta nei primi tre o quattro mesi di gravidanza, la probabilità di infezione del feto è più scarsa ma i danni potenziali per il feto molto più gravi. Dopo la nascita, se la madre non ha contratto la malattia in gravidanza, le probabilità che un lattante o un neonato si infetti sono praticamente nulle perché, appunto, l’infezione si trasmette attraverso l’ingestione di carni crude che il neonato e il lattante non assumono e attraverso un eventuale contatto con feci di animali che si suppone non vi possa essere. Nella letteratura mondiale finora è stato descritto un solo caso di trasmissione al neonato attraverso il latte materno infetto. Quello che posso aver scritto tempo fa in una risposta è che, in caso di toxoplasmosi materna contratta negli ultimi mesi di gravidanza, alla nascita il feto deve essere accuratamente controllato e monitorato per tutto il suo primo anno di vita perché sia gli anticorpi specifici della malattia che eventuali sintomi della stessa possono non essere presenti alla nascita ma comparire nei mesi successivi. Ma dopo il parto, l’assunzione da parte della madre dei cibi proibiti durante la gravidanza non mette a rischio il neonato che deve temere soltanto l’infezione dovuta ad ingestione diretta di cibi potenzialmente infetti. In ogni caso la malattia contratta dopo la nascita non deve essere considerata pericolosa come quella prenatale a causa della maturazione già avvenuta degli organi bersaglio della malattia stessa anche se, in questi casi, si imporrebbero gli stessi controlli suggeriti per la malattia contratta in epoca prenatale, almeno nel caso di lattante inferiore all’anno di vita.

8 commenti su “Pericolo toxoplasma anche dopo gravidanza?”

  1. Buonasera Dottoressa, ho letto la sua risposta in merito alla toxoplasmosi. Quello che vorrei sapere è , visto che se contratta dopo la nascita non deve essere considerata pericolosa come quella prenatale, per quale motivo si imporrerebbero gli stessi controlli nel caso di lattante inferiore all’anno di vita?
    Mi può assicurare che comunque è curabile ?
    Grazie in anticipo per una sua gentile risposta.

  2. Bisogna intendersi: un neonato può contrarre la toxoplasmosi infettandosi in utero attraverso il passaggio tranplacentare del toxoplasma. Se questo contagio avviene negli ultimissimi giorni di gestazione, è possibile che fino alla fine della gravidanza la madre, benché adeguatamente monitorata dal punto di vista degli anticorpi, risulti negativa e che la positivizzazione avvenga solo dopo il parto. Questo può non voler dire che la madre si sia infettata dopo il parto. Ugualmente, il neonato, alla nascita, può risultare negativo e positivizzarsi anche dopo mesi. Ma anche in questo caso, sempre di infezione connatale si tratta in quanto la trasmissione è avvenuta prima del parto anche se ha dato segni di sé dopo la nascita. Dal momento della nascita in poi, non è più, ovviamente, possibile un passaggio transplacentare e il neonato non può che contrarre l’infezione o attraverso il latte – modalità quasi impossibile come ho già scritto – o tramite le modalità classiche dell’adulto, cioè assumendo cibi contaminati – cosa ancora più improbabile. Però, qualora dovesse proprio succedere, bisogna sapere che nel lattante la barriera ematoencefalica non è ancora ben strutturata e il passaggio di qualsiasi infezione dal sangue circolante al cervello è più facile che nel bambino più grande – dai 3 anni in su – quindi anche una ipotetica infezione da toxoplasma contratta per via orale poco dopo la nascita ha maggiori probabilità di arrivare in quelle sedi del cervello tipiche dell’infezione prenatale. Quindi, quando vi è un sospetto di infezione da toxoplasma in un neonato o lattante che sia, vuoi per una storia materna positiva, vuoi per sintomi clinici, vuoi solo per modificazione e positivazzione degli anticorpi specifici, anche nel sospetto di una infezione contratta dopo la nascita, quando si tratta di un lattante di pochi mesi o attorno all’anno di vita o poco più, è opportuno monitorare la situazione come in caso di infezione connatale accertata. Pertanto, la rarità estrema di una infezione da toxoplasma contratta dopo la nascita nei primi mesi di vita non dipende da una relativa refrattarietà del neonato a tale infezione ma dalla oggettiva difficoltà ed improbabilità di contrarla in quanto non viene a contatto, di solito, con alimenti contaminati, almeno seguendo le più elementari norme igieniche che tutti conoscono.

  3. Grazie Dottoressa per la sua esauriente risposta, l’ultima cosa su cui volevo essere tranquilla ed avere la conferma da lei , che nel caso di malattia contratta dopo la nascita, (il bimbo ora ha finito 3 mesi), non deve considerarsi pericolosa come quella prenatale visto che la maturazione degli organi bersaglio della malattia stessa è già avvenuta. Giusto?

    Grazie ancora.

  4. La barriera ematoencefalica matura lentamente nei primi anni di vita – nei primi tre anni – ma nel frattempo tutti gli organi compresi gli organi bersaglio a livello cerebrale, ultimano più o meno la loro maturazione e le loro strutture. Pertanto, oltre ad essere oggettivamente difficile contrarre l’infezione per un bambino molto piccolo, man mano che passano i mesi un eventuale contagio diventa sempre meno pericoloso e il rischio di malforazioni permanenti o lesioni permanenti diminuisce. Però tre mesi è ancora una età delicata e le norme igieniche devono essere rigorosamente rispettate. Nessun divieto, però, per la madre, di assumere gli alimenti che le erano stati proibiti in gravidanza.

  5. L’infezione da toxoplasma acquisita dopo la nascita, può manifestarsi con una gamma vastissima di sintomi: si va dalla forma asintomatica che può rimanere tale anche per mesi od anni a forme con sintomi lievi che coinvolgono principalmente il tessuto linfatico, fino a forme gravi con coinvolgimento di molti organi ed apparati come sistema nervoso centrale, polmoni, fegato, occhio ecc. La diversa gravità della sintomatologia dipende sia dalla virulenza dell’agente infettante sia dalla risposta più o meno adeguata del sistema immunitario del soggetto affetto. Nel neonato si aggiunge un rischio particolare in più, cioè la maggiore permeabilità della membrana ematoencefalica . Il sistema immunitariio inizia a comportarsi come quello dell’adulto alla fine del primo anno, ma alcune delle sue funzioni maturano verso il terzo anno se non dall’inizio dell’età scolare fino al decimo anno di età. La barriera ematoencefalica matura e si rende relativamente impermeabile dopo il primo anno di vita ma definitivamente verso il secondo, terzo anno di vita. Nel neonato vi è poi il problema della relativa immaturità non solo funzionale ma anche morfologica di alcuni organi, in modo particolare sistema nervoso centrale e apparato visivo. Essi maturano più lentamente degli altri e hanno bisogno di alcuni anni prima di essere morfologicamente e funzionalmente sovrapponibili a quelli di un adulto. Pertanto si può dire che in un bambino sotto ai due, tre anni, in caso di infezione da toxoplasma acquisita, il pericolo di conseguenze importanti è maggiore rispetto alla stessa infezione contratta da un adulto per due motivi: sistema immunitario non incompetente ma immaturo in alcune delle sue funzioni che rende più facile la disseminazione del toxoplasma in tutto l’organismo e il relativo non completo sviluppo di alcuni organi – essenzialmente sistema nervoso centrale e occhi (retina) che, qualora fossero interessati dall’infezione, oltre a sviluppare lesioni di tipo infiammatorio simili a quelle di un adulto, potrebbero essere parzialmente compromessi nel loro corretto sviluppo morfologico disturbato, appunto, dai processi infiammatori intercorrenti. Questo rischio permane fintanto che l’organo stesso non completa la sua maturazione morfologica e funzionale e i tempi diquesta maturazione sono diversi da organo ad organo, essendo più brevi per l’occhio e più lunghi per il cervello. In linea molto generale, il primoanno è il periodo maggiormente a rischio ma il rischio persiste nel secondo e nel terzo anno. Ma, nei casi in cui l’infezione assume caratteristiche serie, la gravità della malattia non dipende soltanto dal pericolo di malformazioni permanenti, ma anche dall elesioni infiammatorie che può produrre nei vari organi anche se completamente sviluppati. L’evoluzione della malattia non è, però, sempre grave e il suo decorso è essenzialmente modulato da un buon funzionamento del sistema immunitario: è quest’ultimo che fa la differenza. Infatti le infezioni con sintomatologia grave si hanno nei soggetti immunodepressi (AIDS), nei soggetti sottoposti a chemioterapia o a terapie immunosopressive in seguito a trapianto, nei soggetti con malattie oncologiche, ecc., non nei soggetti normali. Un sistema immunitario immaturo o relativamente immaturo come quello di un neonato o di un lattante di pochi mesi non è in senso stretto un sistema immunitario deficitario ma solo più lento a reagire, soprattutto in alcune delle sue funzioni, quindi più bisognoso di essere sostenuto e aiutato. Non a caso tutte le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale mondiale si iniziano nei primissimi mesi di vita con richiami che proseguono per alcuni anni. Pertanto, per rispondere alla tua domanda: in caso di toxoplasmosi acquisita dopo la nascita, il rischio di malformazioni permanenti vi è soprattutto per alcuni organi non ancora definitivamente sviluppati alla nascita, in particolare occhi e sistema nervoso centrale, ma la loro maturazione ha tempi diversi. Il periodo maggiormente a rischio di malformazioni è il primo anno di vita, molto meno i due anni successivi e con rischio decrescente nei due anni successivi. Ma l’infezione contratta dopo la nascita non avviene più attraverso la placenta, cioè per via ematica, ma per via orale con l’ingestione di alimenti contaminati. Quindi, non solo è quasi impossibile che ciò possa accadere nei primi mesi, ma questa via di penetrazione funge da filtro per la moltiplicazione del toxoplasma e rende il contagio molto meno pericoloso e invasivo della via ematica.

  6. Gentile dottoressa
    Lei ha affermato che la toxo
    Contratta per via orale dppo la
    Nascita e’ meno
    Pericolosa e invasiva. Puo’ specifi
    Care quali rischi comporta in un
    Lattante di 5 mesi ?

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