Pavor notturno: come comportarsi?

 

Gentilissima dottoressa,

la scorsa notte per la seconda volta (l’una a distanza di mesi dall’altra) il mio bambino di 8 mesi e mezzo è improvvisamente scoppiato a piangere in maniera disperata mentre dormiva.

Aveva gli occhi aperti ma sembrava non ci vedesse, niente riusciva a consolarlo. Solo dopo diversi minuti si è come "svegliato", ha giocato e poi si è riaddormentato senza più risvegliarsi fino al mattino.

Di giorno è molto sereno e gioca tanto, mangia, insomma è un bambino sano. So che i progressi psicomotori possono generare delle ansie notturne e inoltre ho letto qualcosa che Lei scrive sulle parasonnie: potrebbe essere questo il caso? È vero che non bisogna svegliarli? Che differenza c’è rispetto al pavor notturno?

Mille grazie.

Il pavor notturno è una parasonnìa. Altre manifestazioni di parasonnìe sono, per esempio, gli strani movimenti di dondolamento del corpo che fanno certi bambini nel sonno, gli episodi di sonnambulismo, l’enuresi notturna, a volte le apnee notturne, il parlare o cantare durante il sonno e così via, inclusi gli incubi, che possono anch’essi essere classificati tra le parasonnìe, ma che, contrariamente a queste ultime, che si verificano sempre in una fase di sonno molto profondo, si generano nella fase di sonno paradosso o sonno rem.

A questo proposito puoi leggere la dispensa di pediatria del sito che parla di disturbi del sonno. Le parasonnìe, manifestandosi durante la fase di sonno molto profondo, compaiono, in genere, dopo poche ore dall’addormentamento, cioè da pochi minuti a tre, massimo quattro ore dopo, mentre gli incubi, di solito, nelle prime ore della mattina, dalle tre del mattino in poi, perché è proprio in questa parte della notte che si sogna di più.

I bambini in preda a pavor notturno non sono svegli, non hanno coscienza di quanto sta loro accadendo e, contrariamente a quanto si verifica dopo un incubo, non ricordano nulla dell’accaduto al risveglio mattutino. Non devono essere svegliati perché si troverebbero molto disorientati, sia nel tempo che nello spazio e all’angoscia del pavor notturno si sommerebbe l’angoscia di non riuscire a capire bene la situazione che stanno vivendo.

È molto facile che le parasonnìe si verifichino più facilmente nei periodi di grossi cambiamenti esistenziali nel corso della crescita psicologica del bambino, è vero.

Un caro saluto, Daniela

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