Pannolino notturno a cinque anni e mezzo

 

Gentile dottoressa,

sono mamma di una bimba di cinque anni e mezzo che ancora usa il pannolino la notte.

Premetto che per la bimba non è un problema e per me tanto meno, purtroppo però sono separata, la bimba vive con me, e non ho rapporti sereni con il padre che dice che si vergogna della bimba che ancora porta il pannolino la notte.

Credo che tre siano i motivi per cui lei si sveglia ancora con il pannolino pienissimo di pipì e vorrei avere riscontro da lei:

1) sia io che il padre abbiamo fatto pipì a letto fino all’età di 8/9 anni, non costantemente ma spesso accadevano incidenti notturni a quell’età;

2) la bimba beve con piacere 330 ml di latte prima di dormire;

3) la bimba dorme molte ore, dalle 20.45 alle 7.30 e credo sia difficile trattenere la pipì per tanto tempo.

Il padre vorrebbe che le togliessi il latte serale o la svegliassi di notte per abituarla, ma siccome questo serve a lui che non vuole giustificarsi con i suoi genitori circa il pannolino notturno quella volta ogni tre mesi che dorme da loro con la bimba, io non ci penso proprio.

Chiedo però per scrupolo a lei se possa essere fisiologico e "normale" che a quasi sei anni la piccola usi il pannolino e se ci sono delle tecniche e dei tempi "giusti" per toglierlo.

La ringrazio molto dell’ascolto e dell’aiuto

Data la familiarità per enuresi, questo sintomo, nella bimba, sarebbe più che giustificato così senza affrontare altre tematiche.

Però, dato il disaccordo sostanziale tra voi genitori sulla gestione di questo piccolo problema, mi permetto di esprimerti la mia opinione, che è quella di dare sostanzialmente ragione al papà della bimba per quanto riguarda la sua gestione.

All’età della bambina, infatti, il latte o qualsiasi altro liquido al momento di andare a dormire è assolutamente inutile e nel suo caso si tratta di una abitudine, certamente consolatoria, ma da eliminare, anche se questo può essere fatto con la gradualità che vorrai tu e che sarà più adeguata alle esigenze della bimba.

Dopo avere eliminato il latte serale, la seconda abitudine da togliere è il pannolino notturno: esso non responsabilizza la bimba e tende a mantenerla psicologicamente ancora piccolina.

La bimba, senza pannolino, continuerà a bagnarsi e non dovrà essere sgridata né tantomeno punita per questo perché con alta probabilità l’enuresi di cui soffre che, da come mi sembra di capire, è primaria e non secondaria, nel senso che la bimba non ha mai smesso nemmeno in passato di fare la pipì a letto la notte, riconosce un’origine più familiare che psicologica o educativa, ma il disagio da lei provato al momento di sentirsi bagnata potrà essere, da solo, un deterrente per allertare a livello inconscio il suo amor proprio: questo farà si che anche il suo sonno, gradualmente, si farà un po’ meno profondo ed è possibile che, piano piano, imparerà a svegliarsi al momento di sentire la necessità di fare pipì, oppure che imparerà a trattenerla fino al risveglio come fanno solitamente i bambini della sua età.

Tolto il latte serale e tolto il pannolino anche se la bimba continua ad essere enuretica, diventerà necessario lavorare con discrezione e buon senso ma anche con determinazione sul suo amor proprio da una parte, spingendola a non fare più pipì di notte – anche se non è colpa sua se questo avviene – non colpevolizzandola mai quando questo succede, ma promettendole qualche piccolo premio se riuscirà a risolvere il problema.

La bimba, assieme a te quando è con te e assieme al papà quando è con il papà, dovrà partecipare alla particolare preparazione del letto con qualche traversa salva materasso e salva coperta prima di andare a letto, ma anche questo senza farla minimamente vergognare ma semplicemente mettendola di fronte al problema e facendo in modo che anche lei si renda conto che, vista la sua età, questi sono ormai i sistemi per arginare l’inconveniente dei "laghetti" notturni e non più il pannolino, che è riservato ai bimbi più piccoli.

In questo, le modalità educative tra voi due genitori devono essere concordate e assolutamente coerenti perché qualsiasi discrepanza tra voi due sul modo di procedere sarà psicologicamente deleteria per la piccola.

Detto ciò, si tratta infine di valutare la gestione generale della vostra separazione e conseguentemente della gestione condivisa della bimba in due ambienti diversi: essa sicuramente non soffre di carenze affettive e, anzi, vista la situazione, sarà ancor più riempita di premure da entrambe le parti e dalle rispettive famiglie; però deve respirare armonia e soprattutto coerenza nel comportamento dei genitori nei suoi confronti che, al momento di affrontare la gestione dell’educazione della piccola, devono assolutamente scrollarsi di dosso tutti i rancori e le rivalse reciproche.

L’influenza delle rispettive famiglie, poi, su entrambi i genitori, deve essere minima in quanto il problema deve e dovrà continuare ad essere affrontato da voi due soli e non da altri: anche questo contribuirà alla costruzione di una coerenza educativa nei confronti della bimba.

Ultimo punto da affrontare: la capacità di ascolto della piccola e delle sue eventuali problematiche. Dedicatele tempo, ascolto e attenzioni. Al di là della familiarità, infatti, l’enuresi prolungata può essere un modo per la bimba di chiedervi attenzione e di esprimere un suo disagio.

Dico questo, comunque, tenendo sempre presente che nel caso della tua bimba le motivazioni psicologiche alla base della persistenza dell’enuresi notturna si ridimensionano molto alla luce della familiarità; pertanto sarei tentata di inquadrare il problema non come psicologico ma come semplicemente fisiologico (a sei anni vi sono ancora molti bambini enuretici senza che si riesca ad individuare in essi problematiche psicologiche di nessun tipo, tanto è vero che una eventuale terapia farmacologica con ormone antidiuretico non si prescrive mai prima degli otto, dieci anni).

Ma anche in caso di enuresi tardiva fisiologica, le modalità della sua gestione sono praticamente sovrapponibili a quelle consigliate in caso di enuresi su base in buona parte psicologica: gestione dei liquidi assunti nelle tre ore precedenti l’addormentamento, eliminazione del pannolino, responsabilizzazione del bambino, non colpevolizzazione del bambino, coerenza nel tempo dei comportamenti adottati e tanta pazienza oltre che tante, tante lavatrici.

Tutti questi comportamenti possono anche essere attuati con gradualità, cioè si elimina prima il latte serale gradualmente ma si lascia il pannolino, poi si toglie il pannolino e, volendo, si porta la bimba a fare pipì in bagno dopo tre ore dall’addormentamento (di solito è una pratica faticosa ma i bambini il più delle volte non si svegliano neppure a causa del loro sonno profondo); poi si smette anche questa pratica e così via.

Tutto ciò porta via alcuni mesi e intanto si avvicina la famosa età dei sette anni che può risolvere il problema da sola. È, però, bene comunque, a mio avviso, iniziare a procedere in questo modo sin d’ora.

Un caro saluto, Daniela

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