Linfonodi ingrossati e ansie

Gent.ma dott.ssa Sannicandro,
premetto di aver letto altre risposte collegate all’argomento di cui Le parlerò, ma come ben saprà le ansie di una mamma sono infinite.
Mi chiamo Giulia e sono la mamma di Alessandro, 3 anni (1,00 m x 15.8 kg).
Lo scorso marzo Ale ha avuto, secondo la diagnosi del suo pediatra che lo segue dalla nascita, un episodio di mononucleosi. L’ho portato in ospedale e dalla visita ha riscontrato faringotonsillite con essudato (e alito fetido), febbre max 38.5, linfoadenite laterocervicale, milza palpabile a 2 cm e esantema cutaneo durato un 15′ ca.
Dopo aver effettuato il tampone risultato negativo, il dottore ha confermato la sua diagnosi di mononucleosi. Abbiamo curato Ale con 4 gg di Bentelan ed è stato subito bene.
Alla visita di controllo, avendo trovato la milza e tutto il resto nella norma e solo le tonsille un po’ risentite, il pediatra non ha ritenuto fare ulteriori accertamenti, dicendomi che i linfonodi sotto la mandibola e qualcuno al collo avrebbero potuto rimanere risentiti ancora per un po’ di tempo.
Ed ecco la mia ansia: a distanza di due mesi, e dopo un episodio di laringite con febbre, quelle ghiandoline non sono più visibili, ma sono ancora palpabili.
Ci sono giorni che mi sembrano sparire e giorni che sembrano più grossi (non sembrano però mai superare 1 cm).
Ho chiamato ancora il pediatra che mi ha rassicurata dicendo che non è nulla, ma come Lei ben scrive, quando noi genitori scopriamo l’esistenza di queste ghiandole entriamo in panico.
Così mi ritrovo a toccare il collo di mio figlio in modo quasi paranoico e torturarlo e torturarmi con mille pensieri.
Vista la Sua gentilezza e cortesia nel rispondere alle domande ho pensato di scriverLe.
Posso stare tranquilla come dice il suo pediatra?
Le ghiandole sono della grandezza di un pisello o fagiolo, sono le due sottomandibolari e una a lato dx del collo.
Devo, secondo lei, insistere per fargli fare delle analisi? Il suo medico dice che non è assolutamente necessario, perché sono isolate, mobili al tatto etc. Ed è inutile secondo lui torturare il bambino perché a quest’età è normalissimo.
Ale sta bene, è vivace, mangia, non ha febbre o febbricola (anche perché ho cominciato a misurargliela di continuo) e non ha mai avuto particolari malattie, se non un po’ debole di gola nei raffreddamenti.
La prego, so di essere stata forse un po’ logorroica, ma sono sicura si immedesimerà nelle ansie di noi mamme.
La ringrazio di cuore della disponibilità e gentilezza che vorrà accordarmi, attendo sua risposta.
Cordiali saluti
Giulia

Cara Giulia,
fidati delle sagge raccomandazioni del tuo pediatra, butta via il termometro e usa le tue mani per accarezzare Alessandro invece che per palpargli in modo ossessivo dei linfonodi che, tra l’altro, è più che normale rilevare in quelle sedi, soprattutto se a superficie liscia, mobili al tatto e di grandezza, da come li descrivi, più che ragionevole per l’età!
Ma anche fossero ancora un po’ ingrossati, sappi che ci possono volere molti mesi prima che ritornino a grandezza normale e che, comunque, una semplice ipertrofia, soprattutto se generalizzata e non a carico di una sola ghiandola, non ha nessun significato patologico.
Tra l’altro, anche se vi fossero dei dubbi su qualche linfonodo più ingrossato di un altro, non è alla semplice palpazione che si può fare una qualsiasi diagnosi, ma sarebbero necessarie una ecografia e, al limite, una biopsia: diventa, quindi, due volte inutile la semplice palpazione. Osserva le tonsille del bimbo: se, anche sane, ti sembrano belle grosse, vuol dire che tutto il suo sistema linfatico è ipertrofico e che è la sua costituzione in questo momento della sua vita. 
Un caro saluto,
Daniela

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