Linfonodi ingrossati e altri piccoli quesiti

Gent.ma dott Sannicandro,
sono Giulia, la mamma di Alessandro, 3 anni.
Approfitto ancora della Sua disponibilità per porLe alcuni quesiti in "ordine sparso", ma per me molto importanti.
Il primo di questi non riguarda Alex, ma il mio secondo bimbo che a giorni verrà al mondo. Secondo Lei, quando il neonato potrà affrontare il suo primo viaggio in aereo? Dovrebbe ormai nascere a gg e abitando a Milano il caldo comincia a farsi sentire. Vorrei quanto prima andare al mare dove ci sono i miei; unico neo è che la località è in Puglia e sono costretta quindi a prendere l’aereo. Cosa mi consiglia di fare?
Le altre domande riguardano Alex:
1) A marzo, e per questo ci siamo già sentite via mail a suo tempo, gli è stata diagnosticata dal suo pediatra (persona peraltro di grande professionalità) la mononucleosi solo sulla base dei sintomi clinici molto chiari (tonsillite acuta, milza risentita etc) e sulla base della neg al tampone; i linfonodi erano molto ingrossati. Trattato col cortisone è tutto tornato nella norma. Quello che Le chiedo è, ma è normale che a distanza di tutto questo tempo, alcuni dei linfonodi al collo e nuca siano ancora palpabili? Sia Lei che il suo pediatra mi avete già tranquillizzata, ma ci sono giorni nei quali non riesco ad abbandonare l’esplorazione del suo povero collo e sentirli come "piselli" mi allarma. Devo lasciar perdere o fare qualcosa?
2) Lei ritiene che in caso di faringiti e febbre, oltre al paracetamolo si possano anche dare antiinfiammatori come il Morniflu supposte bambini o Nureflex sciroppo? Il suo pediatra purtroppo non ne è convinto.
3) Ale ha compiuto 3 anni a fine maggio, è alto 1 mt e pesa 16.4 kg. Come è messo a livello di crescita secondo lei? A me sembra sempre magrolino…
4) E infine, non per ultimo però, ci sono dei "trucchi particolari" per lo spannolinamento? Sto incontrando serie difficoltà a toglierglielo e anzi, sembra adesso avere un vero e proprio rifiuto al cambio anche dopo aver fatto i bisogni (urla, piange, si nasconde), sono davvero disperata…
So di essere stata infinitamente prolissa e mi spiace da morire averLe tolto del tempo, ma La ringrazio di cuore della disponibilità e cortesia che vorrà accordarmi ancora una volta.
Saluti
Giulia

Cara Giulia,
in ordine sparso eccoti le risposte, ma prima di tutto, visto che sta per arrivare il secondo bimbo, rilassati, lascia perdere i pensieri per problemi di poco conto riguardanti Alex, che per fortuna è un bimbo sano e sta crescendo bene. So che non è facile affrontare un cambiamento esistenziale così importante come l’arrivo di un secondo figlio dopo che per tre anni Alex è stato l’unico pensiero nel cuore di mamma senza passare attraverso piccoli o grandi sentimenti di ambivalenza e, a volte, anche di sensi di colpa per togliere spazio al primogenito, però adesso è più importante pensare al prossimo arrivo e questo atteggiamento nulla toglierà al primo che, anzi, potrà arricchirsi di una nuova importantissima esperienza.
Detto ciò, il viaggio in aereo si potrà affrontare benissimo ma il mio consiglio è di viaggiare verso la fine del primo mese di vita del piccolo, quando la sua circolazione sanguigna si sarà definitivamente assestata nelle sue nuove modalità, ben diverse da quelle fetali, il bimbo si sarà perfettamente adattato all’ambiente esterno, tu ti sarai rimessa dal parto, saprai quale tipo di allattamento potrai fare, insomma, tutto sarà tornato nella piena normalità.
Quindi, tre, quattro settimane dopo il parto il viaggio potrà tranquillamente essere intrapreso.
Per quanto riguarda i linfonodi, ti prego, smettila di palparli! I linfonodi in quella sede sono più che fisiologici, guai se non ci fossero! Nei piccoli, tra l’altro, sono anche situati più superficialmente perché, a meno che il bambino non sia particolarmente grasso, la muscolatura del collo non è ancora molto sviluppata e non riesce ad inglobare e nascondere le ghiandole che, se grosse come un fagiolo, in realtà, molto diverse dalla norma non sono (diametro medio, uno o anche due centimetri).
Il virus di Epstein Barr, responsabile della mononucleosi, è della stessa famiglia degli herpes virus e, come loro, ha la caratteristica di rimanere intracellulare, soprattutto nei linfonodi sottomandibolari ma anche laterocervicali. L’ingrossamento che causa in corso di malattia acuta si risolve in alcune settimane ma una ipertrofia di fondo delle ghiandole resta comunque per molto tempo proprio perché in corso di malattia si forma nuovo tessuto linfatico reattivo che, in seguito, non muore ma rimane parte integrante del linfonodo. Solo la crescita del bambino che, con gli anni, comporta una normale involuzione di tutto il tessuto linfatico linfoghiandolare, comprese tonsille e adenoidi, porterà ad una atrofia delle ghiandole che non saranno più né visibili e, in parte, neanche palpabili, ma bisogna aspettare che il bambino abbia sei, otto, dieci anni, non ora che ne ha solo tre.
Per quanto riguarda paracetamolo, nureflex e altri antinfiammatori non steroidei, il paracetamolo è un farmaco che ha come effetto principale quello di abbassare la febbre e come effetto secondario o comunque meno evidente quello di ridurre la sintomatologia dolorosa di qualsiasi natura, mentre gli antinfiammatori non steroidei hanno come effetto più evidente quello di ridurre la sintomatologia dolorosa, soprattutto se dovuta ad uno stato infiammatorio e come effetto secondario o meno evidente quello di abbassare la temperatura.
Allora la scelta di dare un tipo di farmaco piuttosto che un altro, visto che sono tutti dei sintomatici e non dei curativi, dipende, appunto, dai sintomi principali lamentati dal soggetto, in questo caso dal bambino: se il bambino, per esempio, in corso di sindrome influenzale, si lamenta di fastidiosi dolori alle ossa o alla testa ma ha poca febbre, si preferirà il nureflex, cioè un antinfiammatorio non steroideo, mentre se ha la febbre molto alta e, a causa della febbre, dolori fastidiosi alle ossa o alla testa, si preferirà il paracetamolo. Darli contemporaneamente non ha molto senso. Si possono tenere entrambi sul comodino ma scegliere di prendere l’uno o l’altro a seconda delle circostanze.
Per quanto riguarda la crescita di Alex, la sua crescita in peso e altezza, possiamo dire che sia un esempio di armonia perché, secondo i miei percentili, i due parametri sono sullo stesso percentile, l’85% o giù di lì, quindi il bimbo cresce benissimo. Il suo spannolinamento può essere rimandato al momento in cui andrà al mare: sarai aiutata dal caldo, dall’abbigliamento informale e da qualche famigliare che ti sosterrà in questo processo.
Non avere fretta, nemmeno i bambini allevati allo stato brado senza regole e con una educazione più che primitiva rimangono incontinenti. La presa di coscienza del controllo sfinterico è un normale processo maturativo che non ha bisogno di tempi e di formalità educative particolari: quando sarà pronto, sarà il bimbo stesso a fartelo capire. Come ho già detto, ora devi pensare al nascituro perché è nella logica delle cose dare questo tipo di priorità in determinate circostanze della vita senza che questo tolga nulla al resto della famiglia e tantomeno al primogenito che, proprio ora che arriva il fratellino, di tutto avrà voglia fuorché di diventare ancora più grande e meno bisognoso di cure materne. Quindi lascialo "piccolo" ancora per un po’: sarà il suo modo di elaborare mentalmente quella che anche per lui è una nuova situazione esistenziale. Dopo l’estate tutto si risolverà.
Un caro saluto e tanti auguri per te e il piccolino.
Daniela

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