Ipotonia e circonferenza toracica

 

Gentilissima Dottoressa,

ancora una volta Le scrivo per avere la Sua preziosa consulenza.

Sono la mamma della bimba ipotonica affetta da ritardo psicomotorio (13 mesi ma ne dimostra 8). Considerato che la piccina continua costantemente le sue sedute di neuropsicomotricità ed è sufficientemente stimolata (spero di vederla presto in piedi!), le chiedo perché si da importanza alla circonferenza del torace?

Come Le ho già scritto, il problema resta la circonferenza del cranio che cresce piccina (43 cm) rispetto a peso (9 kg) e altezza (74 cm). Il torace, invece, misura 53 cm.

Cosa può dirmi in merito e che attinenza può esserci con il ritardo psicomotorio?

Inoltre, Le chiedo, c’è stretta correlazione tra ipotonia e ritardo psicomotorio (ovvero oltre che motorio anche cognitivo)?

Di fatto la piccina, nonostante la sua età e le difficoltà motorie, non indica nulla, non distingue mamma, papà (anche se ci riconosce) e solo da una mese lalla.

Mi chiedo se con lo scemare dell’ipotonia diminuisca anche il ritardo cognitivo…

Grazie infinite.

La circonferenza toracica, assieme ad altezza, peso e circonferenza cranica, da l’idea della costituzione della bimba. Cioè, se una bimba ha una costituzione esile e minuta e, inoltre, ha i genitori o almeno il genitore al quale assomiglia di più con circonferenza cranica piccolina e costituzione minuta, il suo ritardo di accrescimento del cranio verrà valutato inferiore e inquadrato in un altro modo rispetto alla stessa circonferenza cranica ma di un bambino di costituzione robusta e con genitori "capoccioni".

Per quanto riguarda il ritardo psicomotorio e l’ipotonia: si chiama "psicomotorio" questo ritardo proprio perché comprende sia il comportamento motorio che l’evoluzione psicocognitiva, altrimenti si parlerebbe di semplice ipotonia, centrale o periferica che sia, dove per periferica si intende una ipotonia non dovuta a problemi cerebrali centrali ma, magari ad una malattia degenerativa delle radici dei neuroni motori periferici o ad una malattia muscolare e per centrale si intende una ipotonia che dipende da un problema neurologico a partenza encefalica, per sofferenza perinatale anossica, esiti di meningoencefalite o altro…

Pertanto, in caso di ritardo psicomotorio globale, diventa impossibile distinguere soltanto la componente motoria e di tono muscolare dallo sviluppo psichico e cognitivo e gli interventi riabilitativi devono agire su tutti i fronti in quanto i limiti e le problematiche motorie, anche se non sono propriamente all’origine del ritardo mentale ma nascono e si manifestano in contemporanea ad esso, possono, col tempo, contribuire a ridurre le possibilità di esperienza e di acquisizioni motorie del bambino così come il ritardo mentale, diminuendo le iniziative motorie del bambino, contribuisce a mantenere il ritardo nelle prassi motorie. Le previsioni, in questi casi, non si fanno se non, paradossalmente, a posteriori. È l’osservazione dei progressi quotidiani che, dopo alcuni mesi di terapia e, appunto, osservazione clinica del soggetto, piano piano permette di ipotizzare timidamente delle previsioni. Se già molto sappiamo sul funzionamento del cervello, infatti, ancora molto poco sappiamo sulle risorse individuali che ogni bambino possiede e mette in atto nel corso dello sviluppo per fare fronte a determinate carenze o ritardi.

Una cosa è comunque certa: ogni progresso fatto viene, di solito, acquisito per sempre e diventa la base per ulteriori acquisizioni sia motorie che cognitive, sicché i progressi hanno un andamento esponenziale, cioè dal primo osservato ne scaturiscono di solito due, da questi due altri quattro e così via. Indirizzerebbe verso una prognosi più sicura la diagnosi della reale natura del ritardo della bimba: molto spesso non è, però, possibile risalire al motivo che ha prodotto il problema, pertanto anche la prognosi diventa impossibile se non a breve scadenza.

I genitori devono, quindi, imparare, primo a vivere al presente, secondo a non mollare mai, terzo a credere oltre ogni ragionevole dubbio alle capacità residue del proprio problematico bambino. Il cocktail di questi tre ingredienti costituisce molto spesso l’unica terapia efficace e potenzialmente vincente per problemi di questo tipo.

Un caro saluto, Daniela

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.