Herpes simplex e contagio per i lattanti

Buongiorno Dott.ssa Sannicandro,

le ho scritto poco tempo fa per un trauma cranico pediatrico, non vorrei abusare della sua gentilezza ma avrei una domanda da porle sull’herpes simplex.

Ho una bambina di tre mesi e io soffro da sempre di herpes labialis. Attualmente mi è venuto fuori e ho continuato a baciare mia figlia come al solito. Solo in un secondo momento, mi è venuto il dubbio che potessi trasmetterglielo, solo che quando ho cominciato a leggere su internet informazioni sull’argomento, ho letto ogni genere di cosa…

Tra le tante, che nei bambini molto piccoli, si può disseminare nell’organismo e creare una situazione grave. Addirittura si parlava anche di encefalite erpetica o di herpes all’occhio.

Cosa c’è di vero?

E nel caso, che sintomi ha nei bambini così piccoli? Ci sono delle terapie come cura?

Grazie

Silvia


 

L’infezione grave e generalizzata dovuta a virus erpetici (meningoencefalite, sepsi) è essenzialmente una patologia del neonato quando si infetta durante il parto passando attraverso una vagina infetta e/o deglutendo liquido amniotico infetto, oppure del soggetto immunocompromesso.

A tre mesi di vita un bambino è considerato lattante e, benché il contagio con il virus dell’herpes simplex sia sempre possibile, è molto più difficile che si sviluppi in lui una malattia grave come l’encefalite o generalizzata come quando colpisce molti organi interni a causa di una forte disseminazione ematogena del virus.

Può, però, svilupparsi una malattia localizzata e le sedi di localizzazione più comuni del virus sono la bocca (gengivo stomatite erpetica anche grave e fastidiosa), l’occhio (congiuntivite erpetica o cheratite erpetica, cioè infiammazione della cornea, o cheratocongiuntivite) e la pelle (formazione delle classiche vescicole sulla pelle del viso, attorno all’occhio, sulle mani, ecc.).

La malattia localizzata, ovunque essa si manifesti, guarisce in un tempo più o meno lungo, ma difficilmente lascia esiti permanenti, anche se le infezioni oculari sono da tenere sotto stretto controllo. La terapia eventuale è la stessa attuata per gli adulti, cioè l’acyclovir, sotto forma di pomate o colliri, a secondo dei casi, oppure, per la stomatite, terapie locali palliative.

Si riserva la somministrazione del farmaco per via generale ai bambini dai due anni in su, ma in casi particolari si può somministrare il farmaco anche prima, se necessario. La prevenzione consiste nell’evitare i contatti con il bambino (cioè non baciarlo) nei periodi in cui il virus si riaffaccia sulla pelle, nell’impostare immediatamente una terapia con pomate locali e, in certi casi, nel praticare un vaccino specifico qualora la ricorrenza degli episodi di riacutizzazione fosse troppo frequente.

Ovviamente una recidiva di herpes labiale fa pensare ad un soggetto stressato o non in perfetta salute, quindi, a meno che l’herpes labiale non si riaffacci ogni volta in coincidenza con il ciclo mestruale, che è un evento fisiologico, bisognerebbe riflettere sullo stress e prendere i provvedimenti del caso.

Un caro saluto,

Daniela

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