Gentile dottoressa,
le scrivo (di nuovo, ormai risolta la questione “risvegli notturni”… grazie!) a proposito della mia bimba.
Questo l’andamento della sua crescita:
peso 2.970gr, h47, cranio36
a 2 mesi 4000g h49,5 cranio 38,5;
a 3 mesi 4850gr h53,5 cranio 40;
a 5 mesi 6470gr h61 cranio 42,5;
a 6 mesi 7000gr h64, cranio 42,8;
a 8 mesi: 7.750gr, h65, cranio 44;
a 9mesi: 8200gr, h67, cranio 45
Non l’ho allattata: ha preso 1 mese del mio latte (col tiralatte) e, da subito, il latte artificiale.
Le mie domande:
1) è vero che il gattonare è uno strumento di conoscenza, che aumenta la coordinazione degli arti e la propriocezione, ossia la capacità di percepire la posizione del proprio corpo nello spazio?
2) Il poco/nulla gattonare dei genitori è in qualche modo “ereditario”?
3) La costituzione “piccina” della bimba è legata allo sviluppo motorio ancora un po’ acerbo?
Grazie per la sua gentilezza.
Il gattonamento, come dici bene tu, è una tappa importante dal punto di vista motorio, dell’acquisizione dell’equilibrio, della coordinazione dei movimenti, delle percezioni propriocettive del bambino e così via, però, prima di tutto, non ci si deve aspettare che inizi prima del decimo mese, almeno per quanto riguarda il gattonamento classico disinvolto e con progressione in avanti ( a volte anche dieci mesi e mezzo, undici); in secondo luogo, è vero che non tutti i bambini, pur lasciati liberi di muoversi come credono e non ingabbiati dal sesto mese in poi nel famigerato girello, passano attraverso questa fase, ma alcuni di loro si mettono direttamente in piedi a tempo debito, cioè attorno all’anno di vita, come è successo a te ed è altrettanto vero che questo comportamento ha dei tratti ereditari assomigliando spesso al comportamento di uno dei genitori alla stessa età.
Detto ciò, il fastidio manifestato dalla bimba quando viene messa in posizione prona associato al rifiuto di gattonare e di sforzarsi di raggiungere in qualsiasi maniera e con qualsiasi stratagemma motorio un oggetto posto più distante del raggio di azione del braccio, mi farebbe ipotizzare una relativa ipotonia della muscolatura del piano posteriore del corpo, cioè del dorso e questo solo un esame neurologico potrebbe confermarlo o smentirlo.
Qualora fosse presente, indipendentemente dalla causa, che può essere anche costituzionale e ereditaria, la cosa migliore sarebbe stimolare spesso un certo tipo di movimento, non tenendo a lungo la bimba seduta comodamente con un appoggio sulla schiena come in poltrona ma lasciandola seduta a terra o nel box in modo da obbligarla a fare leva sui suoi muscoli dorsali per rimanere seduta e giocare oppure per alzarsi da terra cercando un appoggio qualsiasi.
Anche il nuoto sarebbe una ottima attività per la piccola. Pertanto, pur non considerando per nulla preoccupante l’atteggiamento della piccola, almeno basandomi sui dati che mi riferisci e non mettendo assolutamente in relazione la sua costituzione esile con il problema di gattonamento, io mi accerterei della normalità globale del suo sviluppo motorio (visto che quello psicologico e comportamentale mi sembra ottimale) e, che venga o meno confermata l’ipotonia dei muscoli del piano dorsale, inizierei un programma di stimolazione motoria adeguata assecondando meno le tendenze e il desiderio della piccola di stare appoggiata con la schiena rendendole la vita un po’ più difficile e cercando di contrastare la sua tendenza rinunciataria quando diventa, ai suoi occhi, troppo faticoso raggiungere un obiettivo.
Un caro saluto, Daniela