Fine dell’allattamento al seno e inizio di problemi vari

 

Salve dottoressa,

Emanuele è nato il primo febbraio a 38 settimane di gestazione e pesava 3,180 kg. All’uscita dall’ospedale il peso era diminuito a 2,930 kg.

Ho passato 8 giorni alla ricerca della montata lattea con Emanuele attaccato al seno per circa 20 ore al dì… non esagero: fra una poppata e l’altra passavano non più di 10 minuti prima che lui avesse nuovamente fame.

In accordo con la pediatra abbiamo deciso di introdurre l’aggiunta di latte artificiale. Il bimbo ha iniziato così a mangiare e dormire, ma sembrava essere un po’ stitico e dopo qualche giorno ha iniziato ad avere episodi di coliche, nel tardo pomeriggio ed in prima nottata.

Interpellata, la dottoressa mi ha detto di passare al Pantolac Digest 1 (AC, AR e AS). La stipsi effettivamente si è risolta e per qualche giorno sembrava andare meglio, ma le coliche sono riprese. Emanuele è nervoso e agitato per quasi tutto il giorno. Si lamenta e piagnucola (e spesso a questo ne segue emissione d’aria o di cacca, ma poi non trova pace ugualmente). Non trova sollievo in nessun modo, né in braccio, né con il ciuccio. Riesce a rilassarsi bene solo quando andiamo a spasso.

A volte sembra che vada meglio, passa magari un paio di giorni di tranquillità, ma poi ne seguono altri 4 o 5 di delirio!

Il 3 marzo ho fatto la visita pediatrica in cui il peso è risultato essere di 4 kg, di cui 350 gr presi nella settimana precedente. La dottoressa mi ha assicurato che sta crescendo molto bene, evidentemente, e mi ha consigliato di mettermi il cuore in pace circa il nervosismo del bimbo dicendo che probabilmente oltre alle coliche tipiche del neonato c’è anche in fattore caratteriale. Le ho chiesto se non potrebbe trattarsi di qualche problema con il latte artificiale. Non l’ha escluso, mi ha detto di provare a cambiarlo a mio piacere ma ha anche specificato che i L.A. hanno più o meno la stessa composizione, a parità di finalità alla quale sono destinati.

Ho continuato con il Pantolac Digest 1 evitando di imporgli troppa quantità di aggiunta visto che nell’ultima settimana era "ingrassato" in maniera eccessiva (non sapendo quanto prendeva dai miei seni lo inducevo a prendere parecchio L.A.). Per un paio di giorni sembra essere migliorato, ma da sabato (7 marzo) siamo nuovamente al punto di partenza.

Emanuele fa 5 pasti misti, dieci minuti per seno (di più si addormenta e si risveglia poco dopo arrabbiatissimo) più dai 50 ai 90 ml di L.A.. Lo lascio succhiare il biberon fino a quando riesco a capire che è sazio. Il sesto pasto è interamente di latte materno (120 ml), lo tolgo con il tira latte una volta al giorno (ho iniziato ad usarlo quando ho capito che forse la scarsità del mio latte è dovuta ad una poco efficace succhiata di Emanuele). Il malessere di Emanuele non cambia a seconda che il pasto sia misto o di latte materno.

La mia alimentazione è equilibrata, evito latte e derivati, mi permetto qualche dolcino in più, prendo tre caffè al giorno, uno normale e due decaffeinati, prendo il multicentrum materna, bevo circa 3 litri di acqua ed un paio di tisane al finocchio.

Non riesco a persuadermi che sia un fatto caratteriale poiché vedo che quando Emanuele sta bene mangia e dorme, come dovrebbero fare tutti i neonati.

Sto pensando se sia il caso di cambiare latte scegliendo un’altra formula anticolica o addirittura qualcosa per l’intolleranza al lattosio (mi hanno consigliato il Pelargon 1). Oppure se può trattarsi di sindrome da RGE, anche se non saprei come accertarlo visto che non ci sono sintomi evidenti, i rigurgiti, per esempio, sono rari e quando capita sono molto acquosi.

Sono stanca e un po’ depressa (a volte molto depressa!). Lei cosa ne pensa?

Grazie, Paola

Primo punto, anche se non il più importante: ma perché ti privi di latte e derivati se poi sei costretta a dare aggiunte al bimbo di latte artificiale che è comunque di derivazione vaccina? Mi sembra un controsenso.

Secondo punto: visto che ora il bimbo sta crescendo tantissimo e che tu, ogni tanto, riesci a dare anche 120 gr del tuo latte in un’unica poppata e che il bimbo, pesando 4 chili (ma forse se non fosse così pompato di aggiunte il suo peso naturale sarebbe attorno ai 3.800 gr o poco più) ha bisogno di non più di 650, 700 gr al giorno, perché non provi ad eliminare questo benedetto latte artificiale sapendo che la montata lattea può anche essere tardiva e arrivare dopo 20 giorni dal parto o poco più?

Con otto pasti ogni tre ore le poppate potrebbero essere tranquillamente di soli 80, 90 gr e se il bimbo saltasse la poppata notturna, le poppate diurne potrebbero essere sempre di 80 gr se ogni due ore e mezzo, cioè se sempre otto, oppure di circa 100 gr se solo 7 poppate. Possibile che tu, con un po’ di buona volontà, non riesca a dare al bimbo almeno una ottantina di grammi, anche tirandolo con il tiralatte? Io non credo del tutto ad un allattamento materno perso dopo soli 40 giorni dalla nascita.

Con l’aggiunta bisognerebbe essere molto ma molto cauti e darla soltanto quando il latte materno non raggiunge nemmeno la metà di quanto si suppone debba prendere il bimbo in base al suo peso e alla sua età. Quindi, se sei disposta ad allattarlo almeno otto volte al giorno, dovresti dare l’aggiunta soltanto se il tuo latte fosse più scarso di 40, 50 gr a poppata e in tal caso, dovresti non preparare più di 50 60 gr di aggiunta e non 90 lasciando al bimbo la discrezione di alimentarsi a volontà. L’alimentazione a volontà si può attuare con il latte materno, non con quello artificiale.

Per quanto riguarda il latte anticolica, antistitichezza ecc., ecc., dopo avere stabilizzato l’alimentazione e avere corretto gli eccessi artificiali, se il bimbo ha difficoltà ad evacuare, ma quando evacua le sue feci non sono dure, caprine, secche e a palline ma morbide e granulose come da allattamento misto, non è stitichezza e non va trattata con un latte antistitichezza perché le maltodestrine che contiene possono aggravare le eventuali coliche, così come non va scelto un latte antirigurgito con ispessenti per un bimbo che rigurgita poco e solo occasionalmente perché gli ispessenti contenuti nell’antirigurgito possono non essere ben tollerati a sole sei settimane di vita.

 Questo per chiarimento, però il latte pantolac digest uno è semplicemente un latte adattato, acidificato al quale sono stati aggiunti fermenti lattici e enzimi in grado di digerire il lattosio in esso contenuto, almeno in buona parte, quindi, se continui a dare questo latte, non stai dando un latte antirigurgito e nemmeno uno antistitichezza ma soltanto un latte arricchito con fermenti lattici e con il lattosio parzialmente predigerito, tutto qui.

Il mio consiglio, per quanto possa valere non conoscendo il bambino, è questo: alimentati liberamente senza, comunque, esagerare con latte e latticini, ma senza privartene completamente (un bicchiere al giorno di buon latte, se lo digerisci e alcuni formaggi un po’ stagionati ma non fermentati, evitando panna o creme varie di pasticceria), continua a bere molto e ad assumere tisane galattagoghe (weleda o altre che ti possono consigliare), riposati ogni volta che il tuo bimbo te lo consente sgombrando la mente da troppi pensieri, attacca il bimbo al seno con serenità senza pensare alle aggiunte e tenendolo ad ogni seno non più di un quarto d’ora, che diventeranno 10 minuti quando e se avrà reimparato a succhiare.

Allattalo ogni due ore e mezzo, massimo tre, possibilmente anche nelle ore notturne lasciandoti sei ore continuative quando vedi che il bimbo tende a dormirle tutte di filato, concedigli una aggiunta solo se continua a piangere dopo essersi attaccato ad entrambe i seni, ma non se si addormenta, pesa il bimbo settimanalmente se lo noti agitato, ma anche più di rado se si rasserena e prende un suo ritmo, esci con lui e non stare sempre in casa ad aspettare le poppate e cerca di passeggiare in luoghi tranquilli e poco inquinati.

Fidati delle tue capacità e non crearti troppi dubbi o preoccupazioni, non pensare a cambiare latte se non ci sono provati motivi di pensare ad una intolleranza alle proteine del latte vaccino (coliche, feci diarroiche, vomiti, dermatiti, ecc., ecc.), fai in modo che il bimbo si attacchi al seno nel modo corretto, prendendo tra le sue labbra tutta l’areola mammaria e tenendolo in braccia in modo tale che non debba girare il collo da un lato quando succhia al seno, controlla la tua pressione affinché non sia troppo bassa e se desideri veramente allattare al seno, devi volerlo fortemente, senza lasciarti troppo influenzare dai giudizi altrui: per il latte artificiale, visto che non viviamo in aree desertiche o primitive, c’è sempre tempo e per andare a comprarlo non ci si mettono più di trenta, sessanta minuti mediamente.

Un caro saluto, Daniela

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