Enuresi notturna

 

Gentile dottoressa,

La contatto per chiederle un parere riguardo mio figlio che ha appena compiuto 5 anni.

Nonostante sia ormai grande, continua a urinare durante la notte senza rendersene conto, al punto che non si sveglia neanche se è tutto bagnato!

Ho provato a svegliarlo durante la notte per accompagnarlo al bagno, ma capitava comunque che lo trovavo già bagnato. Ho anticipato la sveglia, ma in questo caso lui la rifaceva successivamente. Insomma, non so più cosa fare!

La ringrazio per la risposta che certamente vorrà inviarmi

Fino all’età scolare, la frequenza di bambini enuretici è tale da suggerire di non prendere ancora provvedimenti farmacologici per qualche altro anno.

Esiste anche un problema di familiarità nel ritardato controllo sfinterico e molto, anche se non tutto, può dipendere da una struttura del sonno del bambino, molto profondo e pesante, ancora simile a quello dei bambini più piccoli, fisiologicamente incontinenti.

In certi soggetti, infatti, le fasi di sonno tranquillo o sonno non rem, sono composte principalmente da sonno molto profondo, tanto profondo da inibire il riflesso inconscio di contrazione dello sfintere vescicale che si attiva nei soggetti ormai continenti quando la vescica è piena e che ne impediscono lo svuotamento non volontario durante il sonno. In questi casi, bisogna aspettare che il sonno maturi e si strutturi in modo diverso, con fasi di sonno non rem meno profondo.

Una seconda ipotesi è una fisiologica debolezza del detrusore della vescica o una vescica con una capienza ridotta o un tono muscolare aumentato, ma queste ipotesi possono essere accertate solo dopo una visita e dopo accertamenti urologici.

Esistono, poi, motivi psicologici che lavorano sull’inconscio e che possono essere la spia di un malessere psicologico del bambino. Frequenti, infatti, sono le enuresi in un bambino che aveva già raggiunto il controllo sfinterico anche notturno all’arrivo di un fratellino o di una sorellina, le enuresi quando vi sono contrasti o tensioni in famiglia, quando i genitori si separano, quando muore, per esempio, un nonno al quale il bimbo era molto affezionato, quando il bambino viene inserito a scuola e non si è ancora ambientato, quando, più genericamente, non si sente ascoltato o preso sufficientemente in considerazione.

Quest’ultimo caso è quello di bambini con genitori che parlano poco sia tra loro che con i figli e, al loro rientro a casa, quando lavorano tutto il giorno, si mettono davanti al televisore e mandano i bambini a giocare in camera per non essere disturbati (in certe case il televisore regna sovrano in ogni ambiente e il dialogo in famiglia è fortemente ridotto o disturbato), intrattenendo con i loro figli, a volte, solo rapporti di tipo negativo, cioè "non fare questo", "non prendere quello", "abbassa il tono della voce" e così via.

In questi casi, il persistere dell’enuresi può essere considerato un desiderio inconscio di maggiori attenzioni, di maggior ascolto e un bisogno di accrescere la propria autostima.

Oltre agli accertamenti medici, quindi, è bene instaurare con il bambino un rapporto positivo, di dialogo aperto e di ascolto dei suoi bisogni; è bene che abbia spazio per raccontare le sue esperienze, è bene che giochi con il padre, che esca con lui, oltre che con la madre.

La sera, prima di dormire, gli verrà anche promessa una ricompensa se il mattino successivo si sveglierà asciutto e se così sarà, si andrà assieme a lui a sceglierla. Potrebbe essere l’oggetto di una serie e con la scusa di arricchire e completare la collezione, sera dopo sera il bimbo si addormenterà con la volontà di non bagnare il letto che lavorerà inconsciamente su di lui durante il sonno.

Ogni successo andrà sottolineato e lodato, mentre gli insuccessi non devono essere troppo presi in considerazione e non devono pesare sulla coscienza del bimbo.

Per il resto, olrte a cercare di non dare nulla da bere al bimbo già da tre ore prima di andare a dormire, a fare svuotare sempre perfettamente la vescica prima di andare a letto e anche regolarmente ogni tre ore durante il giorno (ginnastica vescicale, presa di coscienza dell’atto della minzione, ecc.), ricordandoglielo anche se lui non ci pensa e se dice che "non gli scappa" e oltre a portarlo in bagno a metà notte, non vedo altro da fare se non aspettare che il bimbo cresca ancora un po’ prendendo maggiormente coscienza del problema.

Il piccolo potrebbe anche essere sensibilizzato chiedendogli di aiutare la mamma a fare il suo letto e mettendo un tessuto impermeabile tra materasso e lenzuolo il giorno, magari, che si regala al bimbo un paio di lenzuola nuove con dei disegni che a lui piacciono o con degli animali e raccomandandogli di non bagnarli con la pipì subito, subito, cercando, almeno per una notte, di non farla.

Ma insomma, l’ingegno e la fantasia di una mamma sapranno il da farsi: l’importante è non dare al bimbo la sensazione di essere solo, ma stargli vicino e concedergli molto del tuo e del vostro tempo di genitori.

Il resto verrà da solo avendo fiducia e pazienza.

Un caro saluto, Daniela

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