Dubbio esecuzione cistoscopia

Buongiorno Dottoressa, le scrivo per avere un parere riguardo un esame che sono in dubbio se far fare o meno a mio figlio di 16 mesi.

Premetto che mio figlio in concomitanza con il caldo aveva avuto sporadici episodi in cui nelle urine presentava sangue a lavatura di carne e urine molto acide e concentrate, (mio figlio non beveva nulla tranne latte materno e sudava molto), per cui sono state fatte varie urinocolture (sempre negative o dubbie per flora mista ma senza risultati eclatanti) e una cistografia per escludere anomalie strutturali.

Ieri, a tre mesi dall’esecuzione di questa cistrografia sono stata contattata dall’ospedale che l’ha eseguita e il medico mi dice che sarebbe tutto a posto MA per essere davvero sicuri che non ci sia niente (???) occorrerebbe fare una cistoscopia in anestesia totale.
Ma non subito, non c’è urgenza, tra un 3/4 mesi con comodo.
Ma ora io dico, se davvero fosse stata una cosa seria, sarebbe compatibile con queste tempistiche di attesa?

Inoltre non capisco cosa vuol dire che non c’è niente ma per essere sicuri che non sia davvero niente serve un esame ulteriore?

E poi se non c’è fretta e quel “qualcosa” ci fosse, sarebbe grave ma non così grave da non poter aspettare tutto questo tempo (e già 3 mesi sono comunque passati).

Preciso che mi consigliano questo esame in un bambino che a parte gli episodi citati si è mantenuto totalmente asintomatico e mi lasciano totale responsabilità sull’eseguirlo o meno.
Non sono riuscita a farmi spiegare la reale necessità, ovvero nella peggiore delle ipotesi cosa potrebbe esserci (qualcosa di grave e quanto grave?), come anche nella migliore (una piccola anomalia che con la crescita si risolverebbe da sola come anticipato in sede d’esame?)

L’anestesia generale mi terrorizza, ancor più perché, personalmente, non comprendo, specialmente dopo tutto questo tempo, la necessità di questo esame.
La ringrazio anticipatamente, e mi scuso per questo post confusionario, ma io stessa sono molto confusa.




Innanzitutto mi scuso per rispondere con ritardo alla tua mail ma, pur avendola letta, mi sono riservata un attimo un po più lungo di tempo per risponderti. Il capitolo delle ematurie, nei bambini, è lungo e complesso e a fronte di questa considerazione, nella tua lettera non mi dai informazioni di nessun genere riguardanti le analisi alle quali il bimbo sarà stato certamente sottoposto al momento di quegli episodi di urine “lavatura di carne”. Normalmente, quando vengono emesse urine di colore rosso sangue, o rosso scuro o rosso marrone tipo lavatura di carne o, peggio ancora, coca cola, significa che esse contengono una quantità molto evidente – non necessariamente molto cospicua – di sangue, più precisamente di emazie, cioè globuli rossi. La prima cosa da fare è, quindi, quella di eseguire un esame delle urine per capire. La risposta può essere: a) raramente: all’esame microscopico non si evidenziano emazie né ben conservate né di aspetto alterato o disfatto né tantomeno lo stick a immersione evidenzia la presenza di emoglobina o mioglobina, non vi sono batteri né leucociti. In questo caso è possibile che la colorazione scura sia dovuta ad alcuni farmaci assunti, ad alcuni coloranti presenti negli alimenti ingeriti, addirittura a frutti di colore molto intenso come mirtilli, more, ribes! Basta fare precise domande ai genitori e il problema si risolve. b) non si ritrovano emazie ma lo stick a immersione dimostra la presenza di emoglobina, che è il pigmento rosso contenuto all’interno dei globuli rossi. In questo caso si potrebbe essere di fronte ad un soggetto con crisi emolitica in atto che sta, in quel momento, distruggendo molti globuli rossi la cui emoglobina viene eliminata attraverso le urine. Ma le crisi emolitiche sono tipiche di soggetti affetti da malattie che si conoscono, come la drepanocitosi o quant’altro

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