Dipendenza del bimbo dalla mamma: tante le cause

Buon giorno,
vorrei farle una domanda e spero tanto in una sua risposta.
Mio figlio di 4 anni non si stacca mai da me: se provo a lasciarlo con la nonna o con la zia ha delle crisi di pianto fortissime fino a seguirmi per le scale per venire con me.
Mi controlla anche a casa quando sono in un’altra stanza, mi chiede sempre dove sono.
Dorme con me e mio marito nel lettone. Mio marito lavora tutto il giorno, torna a casa la sera, io invece sto a casa con mio figlio.
Ha iniziato l’asilo a settembre 2007: all’inizio un po’ di pianti poi si è abbastanza ambientato ma di asilo ha fatto sì e no 1 settimana al mese, in quanto ha avuto 2 bronchiti e 2 polmoniti da mycoplasma, l’ultima all’inizio di febbraio con febbre fino a 39,6.
Mio figlio è nato un mese dopo la morte di mio padre, e solo lui mi dava la forza di andare avanti ma non è stato facile. Poi mia madre si è risposata e per me è stata dura anche questa prova.
Ora mio marito sta acquistando una casa piccolina con una sola camera da letto in un’altra città e io sto male perché non vorrei trasferirmi (ora abitiamo in una villetta molto grande con un grande giardino dove nostro figlio gioca). 
In questi 4 anni mio figlio forse non mi ha sentito felice e premetto che gli ho sempre dato tanto tanto affetto; l’ho allatatto fino a 24 mesi e sono sempre stata presente e molto paziente.
Vorrei chiederle se ho sbagliato in qualcosa e come posso fare per aiutarlo perché soffre al solo pensiero di non stare con me anche solo per 10 minuti.
Grazie mille e spero in una sua risposta.
Gloria

Cara Gloria,
l’ansia da separazione puo’ dipendere da una eccessiva dipendenza del bimbo dalla mamma che non ha saputo sufficientemente aiutarlo nelle sue tappe di crescita e separazione da lei creando nel piccolo un senso di inadeguatezza e di sfiducia in se stesso, da un allattamento al seno molto prolungato, che mantiene il bamino in totale simbiosi con la mamma anche in un periodo in cui sarebbe più fisiologico per lui ricercare l’autonomia e da una forma di depressione latente o palese, che il bimbo può avere assorbito, appunto, dalla mamma.
Io non sono psicologa, ma penso che nel tuo caso queste situazioni ci siano tutte e che entrambe dobbiate reimparare a vivere, a crescere e a trasformare il vostro rapporto in qualcosa di più maturo.
Tu devi reimparare a vivere e ad avere fiducia in te, nel tuo partner e nelle tue capacità di stare al mondo e di essere madre pur senza la presenza rassicurante, anche se, forse, psicologicamente un po’ ingombrante, del tuo papà che purtroppo non c’è più e della tua mamma che ha scelto la sua nuova vita: in questo modo riuscirai ad accettare e a vivere come delle nuove opportunità i cambiamenti che la vita inevitabilmente impone piuttosto che tendere a rimanere fissa su situazioni nostalgiche che a te sembrano rassicuranti (compresa la simbiosi con il figlio) ma che, quando non riescono ad evolversi, a maturare e a trasformarsi, finiscono col diventare asfittiche, soffocanti, esageratamente appesantite da una nostalgia non più funzionale alle normali dinamiche della vita.
Devi anche capire che è bene non investire tutte le proprie energie solo sul figlio che non puo’ essere ostaggio dei propri sentimenti, cioé unica ragione di vita e di felicità.
Per crescere un figlio bisogna imparare a camminare a fianco a lui, pronti a sorreggerlo se inciampa e a prenderlo in braccio quando è ragionevolmente stanco e bisognoso di coraggio ma lasciandolo libero di vedere dove porta la strada e di trovare il giusto ritmo per i suoi passi, non si puo’ intralciare il cammino della sua vita con atteggiamenti eccessivamente protettivi o, peggio ancora, a volte sottilmente ricattatori.
Tu hai passato e stai passando dei momenti molto difficili che è facile intuire: tante cose ti sono successe, proprio nel momento meno opportuno e più complesso che è quello della tua maternità ma il destino è misterioso e non siamo noi a poterlo cambiare.
Possiamo solo sforzarci di cogliere le cose che accadono come una opportunità per crescere e fortificare il carattere. L’intelligenza si manifesta nella capacità di adattamento alle situazioni, nella capacità di essere sempre "nuovi" nei confronti del mondo e di noi stessi.
Se riuscirai a reinventarti e a trovare questa capacità sarai uno specchio positivo e una iniezione di ottimismo sia per il tuo bambino che per il tuo partner che fruiranno di questa tua nuova energia e voglia di vivere. Solo così potrai essere utile ad entrambe, tornerai ad essere una buona madre e una buona compagna e troverai la felicità o quantomeno la strada verso la felicità.
Qualsiasi cosa ti sia successa in passato, è questo il tuo compito e di questo devi fare la tua ragione di vita, il tuo orientamento per il futuro.
Ormai sei soprattutto moglie e madre, oltre che figlia: questi saranno i ruoli sui quali costruire i tuoi equilibri futuri, non i ricordi e le nostalgie di un ciclo della vita che è ormai chiuso per sempre. Il dolore per la perdita di tuo padre si deve trasformare in energia per affrontare il quotidiano, libera dalla schiavitù di ricordi, tristezze o rancori che ti impediscono di vivere pienamente le gioie che potrai ricevere da questi tuoi nuovi ruoli.
Riprendi a vivere del quotidiano e nel quotidiano, recupera fiducia in te stessa per prima cosa, poi nel mondo, negli altri e in tuo figlio. Ormai sei una donna matura e libera nelle tue scelte: trasmetti il senso di questa coraggiosa libertà a chi ti sta vicino, tuo figlio per primo.
Impara a non avere paura per poter insegnare a non avere paura.
E tra le tante, normalissime paure che ognuno di noi ha e delle quali non bisogna vergognarsi, impara a fidarti ed affidarti a chi ti puo’ aiutare: confidati con un’amica di cui ti fidi, affidati alle competenze di uno psicologo se ne senti la necessità e impara a credere nuovamente in te di modo che anche il tuo bimbo possa imparare a credere nel mondo i cui orizzonti gli si stanno allargando e in se stesso. Impara a vivere al presente e non più al passato, proprio come fanno i bambini: solo quando riuscirai a sentirti in sintonia con il presente diventerai capace di guardare lontano e di possedere pienamente il tuo destino. Inoltre cerca di approfondire la comunicazione con tuo marito e, se non lo fosse a sufficienza, insisti affinché si renda sempre più partecipe dell’educazione del figlio nei pochi momenti liberi dal lavoro e faccia sentire il suo ruolo di papà che è proprio quello di prendere per mano il figlio e accompagnarlo nella scoperta del mondo al di là delle braccia della mamma. Basta, quindi, anche con il lettone, visto che anche questo significa crescere.
Un caro saluto,
Daniela

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