Crisi emotiva: sarà l’asilo?

Buon giorno Dottoressa,
Le ho scritto tempo fa per chiederle un consiglio in merito alla presunta crisi da asilo della mia bambina di tre anni.
Ora sono a chiederle ancora un parere perchè sto iniziando a preoccuparmi.
All’asilo mi dicono che è serena, interessata, impegnata, non chiede mai dei genitori e non dà mai segni apparenti di stanchezza.
Al ritorno ci parla dei suoi amichetti e a volte salta fuori con qualche canzoncina o filastrocca nuova.
Ma da un paio di settimane a questa parte piange per tante ore nell’arco della giornata, come già le scrissi, si parte dal primo mattino, quando subito non c’è nulla che va bene, dalla colazione ai vestiti a chi la accompegnerà alla scuola materna, poi al rientro. La crisi inizia appena fuori dall’asilo.
Da lunedi andiamo a prenderla dopo il pranzo perchè ultimamente si addormenta di sera senza nemmeno cenare e abbiamo pensato avesse bisogno di riposare un poco.
Stamane, dopo un paio di giorni durante i quali sono stata via, sono passata a prenderla e ho fatto fatica a portarla a casa perchè giustamente cercava il papà.
Non mi assento quasi mai ed è la prima volta che non reagisce con un sorriso al mio ritorno.
Giunti a casa la crisi è diventata a mio giudizio impressionante, non si è voluta spogliare, voleva che le facessi un nodo sul cappellino ma io non lo sapevo fare come il papà, voleva andare in bagno ma alla fine ha fatto pipì per terra, non si voleva pulire il naso, non voleva contatto fisico e allo stesso tempo appena mi allontanavo, urlando mi cercava.
Alla fine si è addormenta vestita e stravolta per terra.
Al risveglio, dopo circa un’ora, ha ricominciato a piangere e scappare, nulla la calmava.
Miracolosamente, dopo un po’ si è tranquillizzata un poco.
Alla sera è tornato il papà dal lavoro e tutto è andato bene per un’ora circa, poi prima di andare a letto, poco fa, ancora questo atteggiamento.
Oggi mi faceva quasi paura, una crisi che definirei isterica con ordini secchi nei miei confronti e calci e morsi.
Ma perchè? Cosa succede?
Non capisco il meccanismo che si sta innescando… Sarà solo stanchezza accumulata?
Domani compie gli anni e siamo nel dubbio se fare la festicciola o no, magari tenendola a casa dalla scuola materna almeno domani.
Non so più come prenderla e ci soffro!
Sile

Cara Sile,
non essendo una psicologa sento di non riuscire a darti una risposta molto precisa riguardo alle crisi della tua bimba, però sicuramente ti sta esprimendo, a modo suo e con difficoltà, un malessere che la sta turbando da un po’ di tempo: visto che ha tre anni, potrebbe trovarsi in piena crisi edipica, con amore per il papà e gelosia nei tuoi confronti, dato che capisce bene che il suo papà non ha solo lei come unico oggetto d’amore ma che deve dividere il suo affetto anche con te; potrebbe essere un senso di disagio per avere realizzato, andando all’asilo, che deve confrontarsi con un mondo nel quale, non solo non è più al centro, ma deve lottare per conquistare il suo spazio.
I bambini insicuri, timidi e orgogliosi soffrono particolarmente di questo e, pur frequentando l’asilo con interesse e partecipazione, si caricano di tante piccole dolorose frustrazioni che creano loro uno stato di tensione emotiva che poi scaricano a casa riversandola sulla o sulle persone che più amano e di cui maggiormente si fidano; potrebbe soffrire a causa di tuoi lunghi allontanamenti da lei per lavoro e richiedere così maggiori attenzioni quando sta con te per ricucire il vuoto che vive lontana da te e, in un certo senso, per farti pagare la sofferenza che le infliggi.
A questo proposito, quando la prepari la mattina per andare all’asilo, parlale della giornata e dille sempre chi la andrà a prendere e cosa farete assieme dopo.
Potrebbero però esserci altri motivi che non riesco ad individuare non essendo "del mestiere". Quello che ti consiglio è di comunicare molto con lei, non solo facendola parlare ma giocando con lei e condividendo con lei dei momenti emozionanti: giocare assieme, appunto, inventare fiabe assieme a lei, facendola disegnare e scarabocchiare, passeggiando e andando a conoscere animali o situazioni per lei emozionanti; insomma, qualsiasi cosa che ti porti a guardare il mondo con i suoi occhi e che ti faccia mettere nei suoi panni.
Comportandosi come mi descrivi, forse cerca solo di comunicarti tutta la voglia che ha di essere capita e accompagnata in questo momento per lei un po’ difficile di conquista di una sua autonomia e di una sua personalità.
Nessun genitore sarà mai in grado di capire tutto dei propri figli, bisogna che si rassegni ad essere solo sufficientemente buono e non perfetto.
Però una cosa deve assolutamente imparare: quella di saper accogliere senza ambivalenze e senza disagi tutte le difficoltà che i figli inevitabilmente incontreranno nel corso del loro cammino verso l’autonomia e la maturità accettando di non poter sempre risolvere per loro ogni problema, perché non è questo che al bambino serve per crescere.
Una vita troppo facilitata non ha mai fatto bene a nessuno. Quando un bambino chiede aiuto nei modi più disparati e disperati, la prima cosa che un genitore può fare è quella di accogliere il disagio del figlio senza esserne infastidito e senza volere a tutti i costi trovare una soluzione al posto suo.
Questa accoglienza forte e serena infonderà stabilità emotiva e sarà il terreno migliore per sostenere ed orientare il bambino nel difficile compito di prenderne coscienza del suo malessere e decodificarlo: lasciale il tempo di soffrire un po’ e di esprimere questa sua sofferenza; prenditi tutto il tempo che ti e vi serve per stare con lei, senza una strategia di intervento particolare, solo comunicando la tua disponibilità a "stare" anche fisicamente con lei e regalarle il tuo tempo.
Non credo che la bimba voglia molto di più.
D’altra parte, solo stando vicina a lei riuscirai ad intuire meglio i suoi bisogni: in questo, poco potranno gli estranei e i consigli degli esperti.
Abbi fiducia nelle tue capacità di mamma, sono nate e si sono sviluppate assieme alla tua bimba affinché tu le utilizzi per lei.
Un caro saluto,
Daniela

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