Convulsioni e virus

Gentile Dottoressa,
ancora una volta le scrivo. La volta precedente era per capire qualcosa di più sulla scarlattina. Ora la situazione che voglio raccontarle è sicuramente peggiore, almeno per il cuore di una mamma.
Lunedì sera Paolo, mio figlio di 20 mesi, è stato male. Stava giocando ed improvvisamente sembrava stesse svenendo. Aveva lo sguardo perso e non rispondeva bene alle nostre richieste. Spaventati, siamo andati al Pronto Soccorso dove, gentilissimi, ci hanno detto che era una sicurezza in più portare il bimbo al reparto di Pediatria più vicino, ad 1 ora da casa.   Lì nei giorni successivi abbiamo fatto alcuni esami, per escludere l’epilessia, visto che comunque ci sono casi in famiglia di una sindrome leggera.
 
Siamo tornati a casa giovedì sera, con la conclusione che sia stata una crisi convulsiva semplice, senza tremori. Nemmeno sapevo dell’esistenza delle crisi convulsive semplici, sinceramente.
 
Stanotte entrambi i bimbi, sia Paolo che la sorellina di quasi 5 anni, hanno avuto diarrea e vomito. Ora la diarrea sembra essere finita, ma il vomito si presenta ancora qualche volta. Ovviamente è sabato. E la dottoressa non c’è. Ho chiesto in farmacia cosa posso dare loro per farli stare meglio, e mi hanno detto che non possono darmi nulla.
 
Ora in qualche modo farò, chiamerò il 118 se vedo che la situazione continua così, giusto per avere qualche consiglio. Ma volevo semplicemente chiederle qualche informazione in più, quando capita un virus del genere, che farmaci si possono somministrare a queste età e soprattutto ad un bambino che comunque ha sofferto di questa crisi convulsiva. La ringrazio di cuore per la risposta che mi darà .
Un bacio, Daniela

 


 

Per le gastroenteriti virali non esistono terapie particolari se non sintomatiche: antipiretici per la febbre, sempre che siano sopportati dal bambino visto che il vomito ripetuto ne compromette l’assimilazione per bocca e la diarrea per supposte. Per la febbre, in questi casi, si preferisce utilizzare rimedi "meccanici", cioè borsa di ghiaccio in testa, tenere il bambino scoperto ed eventualmente frizionare le parti distali, come gambe, cosce o braccia con cotone imbevuto di alcool che, evaporando, riduce la temperatura localmente. Per il vomito si cerca di non adottare terapie immediate perché, in linea di massima, si tratta di un sintomo autolimitantesi, cioè che non dura più di 24 ore. Esistono le benemerite supposte di Biochetasi e l’altrettanto benemerita acqua e zucchero data rigorosamente un sorso alla volta o uno o due cucchiaini  ogni quarto d’ora, ma solo quando il vomito tende ad esaurirsi e non nelle primissime ore. Per la diarrea solo dieta idrica + sali minerali (Dicodral, Reidrax, Ges45 e simili, da diluire con acqua o già preparati in confezioni simili ai succhi di frutta in cartoncini con cannuccia) per un numero di ore variabile in base all’entità del sintomo, ma di solito non più di 24 ore, poi rialimentazione con dieta semiliquida a base di riso molto cotto diluito con la stessa acqua di cottura, patate lesse schiacciate con olio e sale, banana thè e fette biscottate. Carne, verdure e altri tipi di frutta solo a diarrea scomparsa. Naturalmente, alla fine del vomito, molti liquidi integrati con soluzioni saline e sospensione di latte e derivati per un tempo variabile da alcuni giorni ad alcune settimane, in base alla gravità dei sintomi iniziali. Esistono alcuni farmaci antidiarroici che sono chiamati da noi medici, "cosmetici della feci" perché essendo degli adsorbenti riducono la velocità del transito intestinale e tendono ad aumentarne la consistenza. In realtà non curano un bel niente e personalmente li consiglio con difficoltà, salvo nei casi più gravi, perché assieme al vomito e alla diarrea, se ne vanno anche i virus che li hanno scatenati e il bambino guarisce più in fretta.
Buona norma sarebbe, a sintomatologia appena iniziata, ricordarsi di pesare il bambino, per poi ripesarlo ogni giorno e poter comunicare al medico l’entità del suo eventuale calo ponderale: questo dato aiuta a calcolare con precisione l’entità dei liquidi persi e il tipo di terapia reidratante da impostare ( in media 80 gr di liquidi reidratanti ogni 100 grammi di perdita di peso). Ma nelle disidratazioni superiori al 10% del peso iniziale del bambino, se vomito e diarrea persistono, bisogna ricorrere alle flebo.
Ma visto che ti preoccupa soprattutto la crisi convulsiva che ti hanno definito "semplice", cioè non accompagnata dalla classica sintomatologia con crisi tonico-cloniche degli arti e perdita totale di coscienza che siamo abituati ad associare al termine "epilessia", ti posso dire che almeno il 5% de gli individui, soprattutto bambini, prima o poi nella vita è soggetto ad un episodio convulsivo, anche sporadico, di vario tipo, senza per questo dover essre classificato come epilettico.
La causa scatenante l’episodio convulsivo può essere un brusco rialzo febbrile così come una meningite o un’encefalite, ma anche semplici squilibri metabolici dovuti, per esempio a gastroenteriti acute virali, eccessiva perdita di liquidi con la sudorazione e il grande caldo, oppure ipoglicemie marcate, o ipovitaminosi, o disturbi della circolazione cerebrale come una sincope o un embolo, oppure semplicemente stress e mancanza di sonno possono scatenare la crisi. Per non parlare di pregressi traumi cerebrali come in seguito a cadute, sempre comunque di una certa entità. Una convulsione si dice semplice quando è isolata, generalizzata e non limitata ad un solo distretto corporeo, dura meno di 15 minuti, è primaria, cioè  non accompagnata da sintomi collaterali ad essa riferibili e non si ripete altre volte nella stessa giornata.
Una crisi convulsiva isolata (o suo equivalente convulsivo come, appunto, la sola perdita totale o parziale di coscienza) ha più o meno probabilità di trasformarsi in epilessia dopo il settimo anno di età a secondo che esistano o meno fattori di rischio elevato che questo avvenga: e i fattori di rischio sono:
anamnesi famigliare positiva, insorgenza del primo episodio prima dei 6 mesi o dopo i 5 anni, crisi primaria focalizzata ad un distretto corporeo e non generalizzata, come penso abbia avuto il tuo bimbo, durata della crisi superiore ai 15 minuti, esiti di paralisi motoria dopo la crisi, anche solo transitori, più di una crisi nelle 24 ore successive, più di quattro recidive nei mesi successivi, elettroencefalogramma anomalo con presenza di focolai irritativi focalizzati dopo 10-15 gg dalla prima crisi. Mi sembra che nel tuo caso, come fattore di rischio, ci sia solo la famigliarità; non mi parli di esiti elettroencefalografici.
Le crisi convulsive si interrompono con la somministrazione venosa o rettale di benzodiazepine. Ai genitori di un bambino che ha presentato un episodio sicuramente definibile come crisi convulsiva, semplice o complessa che sia, di solito viene consigliato di tenere a portata di mano una o più confezioni di benzodiazepine da somministrare per via rettale: si tratta di farmaci già predosati con apposito erogatore rettale, tipo miniclisma. Questo perché è bene che l’eventuale crisi duri il meno possibile, cioè meno di 10 minuti: impossibile pensare di arrivare in ospedale prima.
Io però non so come abbiano ritenuto di regolarsi i medici che hanno avuto in cura il tuo bambino e non mi sento perciò di consigliarti nulla in merito alla crisi convulsiva.
E per quanto riguarda la gastroenterite virale, come ho detto, i farmaci sono poco influenti. Si possono tenere in casa biochetasi in supposte o bustine per il vomito e soluzioni saline tipo dicodral per la reidratazione dopo diarrea, ma non sono farmaci di emergenza pura: il tempo per fare visitare il bambino c’è sempre, ed è sempre meglio una visita che decidere di testa propria, anche a costo di fare lunga strada per trovare un ospedale. Un caro saluto, Daniela

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